Fedele alla sua promessa, saldaPress porta nel nostro paese la nuova serie di Alien pubblicata dalla Dark Horse. Il 2017 è l’anno del ritorno dei tremendi xenomorfi, visto che a breve torneremo al cinema per goderci Covenant, il seguito di Prometheus. Ad aprile le pubblicazioni che saldaPress dedica ad Alien sono diverse, ma in questa sede ci addentriamo all’interno della miniserie Defiance, un ciclo narrativo diviso in sei numeri.
Defiance si colloca in modo preciso all’interno del mito di Alien, andando ad inserirsi tra i primi due episodi ‘storici’ della saga, Alien e Aliens – scontro finale, i due capitoli che hanno mostrato le due anime di Alien, l’horror e l’avventura fantascientifica. Nel fumetto ci troveremo immersi all’interno del contesto narrativo della saga, un’operazione accuratamente svolta, in cui vengono inseriti diversi aspetti della serie, in modo da creare una narrazione che ci coinvolga direttamente nell’ambientazione.
DEFIANCE CI MOSTRA COSA SIA ACCADUTO FRA ALIEN E ALIENS – SCONTRO FINALE
Il punto di partenza, cronologicamente parlando, è successivo al primo Alien, ovvero dopo che la nostra adorata Ellen Ripley ha fatto la conoscenza della più letale forma di vita dell’universo conosciuto. L’anno è il 2137 e la protagonista è una donna con gli attributi, il marine Zula Hendricks, soldatessa che viene inviata assieme ad una squadra di sintetici a recuperare relitti spaziali, o almeno così pensa la donna; nel corso di questo primo numero (che raccoglie due albi della versione Dark Horse), i sintetici rivelano come in realtà ci sia altro sotto, svelando i veri intenti della Weyland-Yutani, e soprattutto mettendo la Hendricks a conoscenza della presenza dei terribili xenomorfi.
Della trama preferisco non svelarvi altro, lasciandovi il gusto di scoprire come Defiance sia un perfetto ponte tra Alien e Aliens, andando a coprire quei 55 anni che separano le due pellicole.
Dal punto di vista dell’aderenza all’Alien Universe, Defiance si prefigge di esser un vero e proprio tramite tra i diversi media che si sono cimentati con l’ambientazione in questione; in questo primo numero, il senso di familiarità è principalmente rivolto ai videogiocatori. Nelle prime pagine compare una giovane, tala Amanda Ripley, una figlia d’arte che ha vissuto una propria battaglia contro gli xenomorfi nello stupendo Alien: Isolation, videogioco del 2014 targato SEGA; la presenza non è forzata, ma sembra naturale, il tipico caso della vita, ma che aiuta noi appassionati a sentirci subito a casa, sensazione riconfermata alla citazione della stazione Sevastopol, il locus belli di Alien: Isolation.
Altro elemento tipico della serie, anche se forse rivolto ai più sfegatati fan, è il riferimento all’ordine 937, ovvero la direttiva diretta ai sintetici che prevede il loro intervento in caso, durante l’ipersonno degli equipaggi, compaiono delle anomalie su cui la compagnia vuole indagare. Questo riferimento è essenziale, è uno dei pilastri su cui basa la saga di Alien, e nella rubrica di chiusura dell’albo ci viene presentato in modo preciso!
Defiance rappresenta un nuovo modo di vivere la saga di Alien, un’esperienza in cui caliamo seguendo però alcuni dei tratti tipici della serie. La presenza di una protagonista femminile può inizialmente ricordare lo schema Ripley, ma Zula vive un’esperienza completamente diversa dal personaggio di Sigourney Weaver; nei film, Ellen Ripley è costretta dalla situazione a diventare un’eroina, non ha un addestramento militare e il suo carattere, per quanto forte, inizialmente non è certo adatto a combattere la minaccia aliena, ma viene costruito col tempo. Zula, al contrario, è una donna apparentemente distrutta (in senso letterale) che cerca un riscatto, un ultimo tentativo per rimanere fedele a sé stessa e a ciò in cui ha sempre creduto; marine coloniale, viene gravemente ferita durante un’azione e costretta a seguire una terapia ed indossare un particolare busto che preservino la sua malandata schiena. Nel corso dell’albo scopriamo come la sua vita sia sempre stata una sfida, affrontata come tale dalla rocciosa marine, che solo ora sembra sentirsi sconfitta, soprattutto vista l’assegnazione come ‘scorta’ di una squadra di sintetici.
ALIENS:DEFIANCE MOSTRA UN NUOVO MODO DI VIVERE UN’AVVENTURA AMBIENTATA NELL’ALIEN UNIVERSE, CON NUOVI PERSONAGGI MA LO STESSO SPIRITO!
Come da copione, i sintetici (anche se loro preferiscono persone artificiali) sono uno dei punti cardini della storia; nei film li abbiamo visti in diversi ruoli (David e Ash alquanto pericolosi, Bishop decisamente più ‘umano’), ma in Defiance la loro presenza diventa il punto di svolta. Curiosamente la trama di Brian Wood vede nella figura dei servi della compagnia per eccellenza il giusto motore per dare il via ad una ribellione, una presa di coscienza che diventa una sfida (in inglese, defiance per l’appunto). Gli androidi, capeggiati da Davis01, scelgono di ribellarsi agli ordini della compagnia, non intendono diventare parte di un meccanismo che sfrutti gli alieni come arma.
Questo è il cuore di Defiance, una lotta di pochi contro un nemico più grande di loro, con l’obiettivo di eliminare una delle più grandi minacce della storia. Nonostante i film tra cui si colloca il ciclo di comics sia ormai da anni ben consolidato, la trama di questa serie si inserisce in modo perfetto, complice questo salto temporale di mezzo secolo fra le due pellicole; Wood ha l’incarico di farci vivere un’avventura non solo emozionante, ricca di combattimenti, ma anche coerente con l’ambientazione, in modo da dare ancora più consistenza all’Alien Universe. E se questo è il primo passo, non ci resta che caricare il fucile a impulsi, perché ci aspetta un viaggio strepitoso.
A dare forza a Defiance non è solo l’aspetto cronologico, ma il modo in cui viene riproposta l’atmosfera tipica di Alien; nel primo incontro con gli Xenomorfi sembra di rivivere l’adrenalinica paura e frenesia vissuta durante la battaglia di Hadley’s Hope, i corridoi della nave in cui si annidano i letali alieni sono riprodotti in modo esemplare, trasmettono quel senso di claustrofobia che si viveva nelle avventure di Ripley. Sicuramente Wood ha voluto avvicinarsi maggiormente alla sensazione di war movie fantascientifico di Cameron che non all’impostazione horror di Scott vissuta nella prima pellicola; personalmente, ho sempre privilegiato la visione di Cameron, vedere Defiance declinare la stessa scelta per me è stato amore a prima vista.
Una passione che è stata poi ulteriormente fomentata dai disegni di Tristan Jones e dai colori di Dan Jackson, che sono riusciti a dare vita a delle tavole dal taglio decisamente cinematografico. La gabbia delle vignette è libera, sfruttata sempre in modo da poter offrire più punti di vista possibili, ma soprattutto cercando di stupire visivamente il lettore, riuscendoci ogni volta. Spettacolare come sono resi gli scontri con gli xenomorfi, dinamici, violenti, disperati; per gran parte dell’albo ho avuto come l’impressione che pur essendo un comic americano ci fosse una visione molto europea del fumetto, in alcuni atteggiamenti dei protagonisti sembra quasi di vedere una lezione appresa su tavole di Moebius e di Bilal, due maestri del fumetto di fantascienza!
Bisogna riconoscere che se questo è il punto di partenza del ritorno di Alien nel mondo del fumetto, aprile è un mese decisamente promettente! Sempre saldaPress questo mese, oltre a Defiance (che avrà un prezzo di lancio speciale di €1,90 anziché i previsti 3,20), sbarca in edicola anche Prometheus, appartenente al ciclo Fire and Stone, un bel volume di un centinaio di pagine, di cui parleremo nei prossimi giorni.