Hollywood è la nuova miniserie Netflix prodotta da Ryan Murphy, regista molto noto nel panorama televisivo grazie a Glee, American Horror Story, American Crime Story e l’ultima serie arrivata lo scorso anno sempre sulla piattaforma The Politician.
La serie approda su Netflix questo primo maggio, è composta da sette puntate dalla durata di cinquanta minuti circa. La trama segue un gruppo di aspiranti attori e registi che cerca di sfondare nella Hollywood del secondo dopoguerra. Ogni personaggio offre uno sguardo unico dietro la facciata dell’età dell’oro di Tinseltown, evidenziandone i sistemi e i favoritismi ingiusti in termini di colore della pelle, genere e sessualità che continuano fino ai nostri giorni. Murphy mette insieme un cast molto interessante iniziando con una vecchia conoscenza: David Corenswet (The Politician, American Crime Story) che interpreta Jack. Un ragazzo sposato che è arrivato da poco in città e che ha ben in mente il suo obiettivo: sfondare nel mondo del cinema come attore. La strada è lunga, però nel suo cammino incontra molte persone che cercheranno di collaborare per far si che venga realizzato questo sogno, una di queste è Archie (Jeremy Pope) un ragazzo di colore che aspira ad essere uno sceneggiatore e che ha già pronta una bella sceneggiatura da proporre a qualche regista. I due lavoreranno insieme al di fuori del mondo del cinema in un distributore di benzina, dove il proprietario Ernie (Dylan McDermott) sarà molto d’aiuto ai ragazzi. Insieme a questa storia vengono raccontate altre vicende con diversi protagonisti, parliamo di Camille (Laura Harrier) ragazza di colore che anche lei spera di sfondare come attrice ma la sua razza le permette di fare solo ruoli secondari e marginali, poi verrà introdotto Henry Willson (Jim Parsons) un produttore cinematografico che prenderà tra le sue grinfie un altro emergente attore, Rock Hudson (Jake Picking).
Altra figura importante è quella di Raymond (Darren Criss) aspirante regista che sogna di dirigere un film ma verrà travolto da un’incredibile sorpresa. Questa sorpresa è dentro lo sviluppo di questa serie, perché una volta che ci sono stati presentati i personaggi ci sarà un evento che li farà unire e insieme cercheranno di fare la storia di Hollywood. Lo script vuole raccontare la storia di Peg Entwistle, giovane attrice britannica realmente esistita e morta suicida nel 1932, gettandosi dalla famigerata scritta Hollywoodland. Chiaro l’intento di Murphy nel voler omaggiare una figura finita in un tragico dimenticatoio. Gli ACE Studios fungono da sfondo a tutta la vicenda, gli studi di produzione sono diretti da Ace Amberg (Rob Reiner) che nomina la moglie Avis (Patti LuPone) sua sostituta durante un periodo di indisposizione.
Per quanto riguarda la trama ho deciso di fermarmi qui, vi ho elencato la base della serie e voglio evitare a tutti i costi di poter (anche per sbaglio) scrivere qualche anticipazione di troppo perché in questo contesto l’allerta spoiler è davvero molto elevato. Hollywood è un prodotto molto buono, ci immerge in questa enorme e fantastica città degli anni cinquanta piena di ricchezza,fascino e speranza ma nasconde anche un lato molto negativo come il razzismo, maschilismo e sfruttamento. Ed è proprio su questi lati negativi che la serie va a parare, i ragazzi sono tutti pronti a sfondare in questo bellissimo mondo del cinema però alcuni per via del loro orientamento sessuale e della razza vengono malvisti e questo li penalizza davvero molto e come c’era da aspettarsi si parla tanto di riscatto in questa serie. Il ritmo della serie diventa sempre più incalzante, travolgente, facendo capire che il successo arriva all’improvviso, senza controllo. I personaggi sono tutti caratterizzati molto bene, a partire da Jack che viene visto come il “belloccio” di turno che però insoddisfatto della sua vecchia vita vuole a tutti i costi entrare in questo mondo e la sua scalata inizia dai cancelli degli studios cercando di essere preso come comparsa. E questa è una cosa davvero incredibile perché rappresenta anche la realtà, in quegli anni sopratutto la gente si metteva davvero al di fuori degli studi cinematografici ore ed ore ad aspettare che venissero scelti come comparsa per qualsiasi film in produzione a quel tempo ed è bello vedere la determinazione di una persona che per passione e volontà non molla la sua aspirazione di entrare in quello studio. Ci sono attori che una volta entrati in scena la dominano, questo è il caso di Jim Parsons che con la sua determinazione e arroganza riesce a trasmettere allo spettatore tutte le emozioni del suo personaggio, stesso discorso vale per Samara Weaving dove interpreta Claire Wood, la figlia del proprietario degli studios che purtroppo non vediamo troppo spesso nella serie ma porta un personaggio che gli si addice tantissimo e piano piano anche lei sta portando sempre più ottime interpretazioni. Ogni personaggio, dal primo all’ultimo, subirà un cambiamento, una crescita combattendo contro tre elementi principali: gli altri personaggi, l’opinione pubblica e, più importante, se stesso.