Netflix finalmente ha rilasciato la prima stagione dell’attesissima serie tv The Witcher che ormai (quasi) tutti ricollegano al fantomatico videogioco sviluppato da CD Projekt RED ma teniamo a ricordare che questa serie è basata sui romanzi originali, scritti dall’autore polacco Andrzej Sapkowski tra il 1990, 1999 e 2013.
Ci tengo sin da subito a ringraziare Netflix per avermi dato l’opportunità di vedere la serie in anteprima.
Partiamo dall’inizio, questa è la primissima opera dedicata a The Witcher realizzata con un budget notevole e sopratutto divisa in episodi, però non è l’unica rappresentazione live action delle avventure di Geralt di Rivia, infatti esiste un film diretto da Marek Brodzki realizzato nel 2001 e il suo titolo originale era Wiedźmin, come chiamano il nostro protagonista da quelle parti. Ma la versione internazionale venne ribattezzata in The Hexer, l’attore protagonista era il polacco Michał Żebrowski. Ebbe successo? purtroppo no, infatti il film venne distrutto dalla critica, soprattutto perché ne uscì fuori un polpettone di eventi inseriti senza senso. Il regista però non gettò subito la spugna e nel 2002 tentò di realizzare una serie tv per il piccolo schermo dove la storia era molto più coerente e ben sviluppata rispetto al film, ma la pessima reputazione di quest’ultimo continuò a perseguitare lo show, che chiuse con il tredicesimo episodio (intitolato “Ciri“).
Con l’annuncio da parte di Netflix di questa nuova rappresentazione di The Witcher, tutti gli appassionati si sono subito interessati allo sviluppo e sul cast sopratutto visto che interpretare un personaggio del calibro di Geralt non è proprio facile essendo il protagonista di un videogioco che negli ultimi anni ha venduto oltre trentatre milioni di copie e vinto più di ottocento premi diventando il videogioco con più vittorie nella storia dei GOTY Awards. L’annuncio dell’attore non tarda ad arrivare e stiamo parlando di Henry Cavill, l’ultimo Superman dei film della DC Comics/Warner Bros. Una scelta azzeccata visto che fisicamente si presta molto bene al ruolo e nella serie (come vedremo dopo) riesce a dare il meglio di sé. L’attore è affiancato da un cast meno conosciuto ma da tenere d’occhio come Anya Chalotra (Yennefer) e Freya Allan (Ciri) che esordisce con questa serie.
L’annuncio della data di uscita è arrivato questo novembre in occasione di una manifestazione molto importante per noi Italiani: Il Lucca Comics & Games. Difatti durante la conferenza stampa dedicata è stato mostrato il primo trailer con annessa data di uscita. Questa prima stagione è composta da otto episodi e Netflix circa un mese prima dell’uscita ha già annunciato che la seconda stagione si farà e che inizieranno le riprese a inizio 2020, notizia che fece storcere il naso a diversa gente (me compreso se devo essere sincero) perché va benissimo programmare di già un sequel, però di solito è cosa buona e giusta aspettare e vedere come il pubblico reagisce a questa prima stagione e poi mettere l’annuncio sulla seconda. Ora però che ho visto dove vogliono andare a parare tutto mi è chiaro: Netflix ha annunciato così presto la seconda stagione per far capire al pubblico che ci tengono molto a questa serie, hanno investito davvero tanto e sopratutto vogliono raccontare le vicende senza accelerare, prendendosi il giusto tempo e pensando molto bene al futuro della serie.
The Witcher è una serie interamente basata sui romanzi, come detto prima, ed in particolare ci sono tanti adattamenti presi da “Il Guardiano degli Innocenti” che è il primo libro della serie ed il secondo “La Spada del Destino” ma ci sono anche (ovviamente) delle variazioni, una tra le più importanti è l’introduzione di Yennefer e Ciri che nei libri avviene attraverso lo sguardo di Geralt mentre qui ognuno viene introdotto singolarmente percorrendo così tre storie diverse. Una scelta apprezzabile visto che la showrunner Lauren S. Hissrich sin dall’annuncio ha dichiarato la sua preferenza nello raccontare le vicende delle due ragazze in modo tale da potersi “creare” da sole e qui difatti vediamo proprio la loro nascita per poi piano piano crescere e diventare sempre più importanti. Tra maghi, incantesimi e creature più o meno aberranti, la serie riesce a far convivere dentro di sé più anime, aprendosi anche a sfumature non sempre associate al fantasy.
La linea narrativa dedicata all’ascesa di Yennefer, per esempio, ci porta alla scoperta di un sottobosco magico dai forti tratti esoterici ma la trama principale gira attorno al nostro Geralt di Rivia, questo Witcher (ovvero un cacciatore di mostri pagato per i suoi lavori) solitario che non riesce a trovarsi un posto nel mondo ed il suo destino è legato a Ciri, la principessa del regno settentrionale di Cintra, ma lui ancora non lo sa e la principessa per via di uno sfortunato evento che accade ad inizio serie parte alla sua ricerca. I primi episodi sono lenti, hanno lo scopo di introdurre i personaggi senza troppe pretese contornati da scene lunghe praticamente prive di azione, pura trama e basta. Le scene di combattimento sono sicuramente d’impatto e realizzate molto bene, peccato che non c’è ne siano tante e questo purtroppo non rende giustizia al personaggio di Geralt che come sappiamo uccide mostri per lavoro e ci sono diverse occasioni sprecate dove il protagonista dice a voce di aver appena ucciso un determinato mostro oppure di aver fatto una cosa in specifico ma non ci vengono mostrate queste scene e sicuramente avrebbero potuto tirare su il livello della puntata.
La regia di questa serie è curata da quattro persone, i primi quattro episodi sono diretti da Alik Sakharov (House of Cards, Il Trono di Spade) mentre i restanti da Charlotte Brändström (Outlander – L’ultimo vichingo, Counterpart e Disparue), Alex Garcia Lopez (Marvel’s Luke Cage, Utopia) e Marc Jobst (Tin Star, Marvel’s The Punisher). Parlando di questo punto, ho trovato la regia dei primi quattro episodi mediocre mentre i restanti sufficiente perché comunque i vari registi di non riescono sempre a catturare l’attenzione (colpa sicuramente di una trama abbastanza lineare e dalla mancanza di scene ad effetto), cosa che invece riescono a fare però con la fotografia e tutta la scenografia usata, difatti tutto il continente che ci viene mostrato in questa prima stagione è molto impressionante e tutto il cast riesce a convincere lo spettatore con le loro performance che sicuramente vedremo sempre meglio nella prossima stagione.
Il tono generale di The Witcher rispecchia abbastanza quello originale dei libri, abbiamo ambientazioni cupe, mostri realizzati tutto sommato bene e Geralt è davvero il “solito” vecchio lupo solitario che si comporta normalmente con poche persone, per spezzare questo clima grigio e tenebroso ci pensa Jaskier (Joey Batey) che molti di voi lo conoscono sicuramente con il nome di Dandelion. Questo personaggio anche nella serie regala momenti sarcastici, battute a tutto andare e farà quasi da spalla al nostro protagonista, portandolo anche a fare una determinata cosa che se la ricorderà a vita. Molto carina l’idea di realizzare la colonna sonora composta anche da canzoni inedite cantate proprio da lui che sono presenti a fine di certi episodi e per quanto riguarda il resto non è nulla di memorabile, ci sta molto bene in diverse scene ma non è sicuramente una colonna sonora mai sentita o da ricordare.
I protagonisti della serie restano comunque un bel vedere, Yennefer è il personaggio sicuramente più interessante visto il cambiamento che si vedrà andando avanti e Freya Allan è stata proprio una bella scoperta, una attrice che negli anni potrebbe far parlare molto di sé, qui nel suo ruolo di Ciri si è davvero dimostrata ottima ed infine Henry Cavill è riuscito molto bene nel suo arduo compito di portare sul piccolo schermo questo personaggio tanto amato e idolatrato dai videogiocatori e non, sopratutto sono molto contento che anche Netflix stesso abbia finanziato questo progetto per cercare di portarlo avanti negli anni che verranno perché come detto prima questa prima stagione ci permette di dare uno sguardo al potenziale di questa serie che volendo è davvero enorme, dobbiamo solo incrociare le dita per la stagione successiva.