La spada (laser) di Damocle è stata la mia, o meglio, la nostra. Sì perché sia io che la mia buona amica e collega, Rebecca, ci siamo confrontati per scrivere una recensione a quattro mani che fosse in grado di soddisfarvi. E’ stata un’analisi complicata da elaborare, non tanto per episodio IX, quanto per tutto ciò che rappresenta come chiusura di questa nuova trilogia. Dopo una notte quasi insonne, comunque, siamo qui. E siamo pronti a parlarvene. Cominciamo.
J. J. Abrams ci riporta uno Star Wars che sotto un punto di vista puramente visivo è a dir poco spettacolare. Luminoso e tetro, evocativo nei punti giusti, irradiato del potere dei vecchi capitoli quando in grado di mostrare creature e razze animate con uno stile che ricorda i tanto amati pupazzoni del passato senza scadere nell’artificio dell’animatronics, e regalando allo spettatore emozioni uniche ma allo stesso tempo classiche, riempiendo il cuore dei più con una speranza dai vecchi fan ormai ben conosciuta, ma sempre accolta con calore. Il montaggio sonoro del resto, classico ma potente e altisonante, supporta la visione dando al tutto un connotato di epica risoluzione, almeno nelle atmosfere, ed è un piacere abbandonarsi ad esso. L’Ascesa di Skywalker è una cornucopia visiva e sonora nei confronti non soltanto di quest’ultima nuova trilogia, ma della saga tutta. Quasi impossibile rimanerne delusi, sotto questo punto di vista.
Qualche problema sopraggiunge con il discorrere della trama. In soldoni, il diradarsi dell’ordito non è facilitato da un valido soddisfacimento delle aspettative di chi guarda. Ciò che ci si aspetta è ciò che si consuma sullo schermo, e, forse ancora peggio, ciò che ci si aspetta è ciò che ciò che ci viene spiegato prima che si consumi. E quando quello che dovrebbe succedere, succede? Niente. Lo spettatore si ritrova ad assistere a momenti topici, ma con il cuore leggero, fuorviato da aspettative soddisfatte in maniera mal calcolata e abbastanza frettolosa. Morale della favola: Star Wars episodio IX è un film dove quasi tutte le cose, dagli itinerari narrativi dei personaggi ai momenti più intensi e concitati, ci vengono spiegate prima che queste si susseguano su schermo. Un film dove non solo il pathos o il climax vengono appesantiti da questo processo, ma dove anche il soddisfare le aspettative del fan diviene un “percorrere la strada più semplice”. Abrams ha evidentemente dimenticato che Episodio IX è il film posto a conclusione della saga degli Skywalker, e ha dimenticato che il film verrà visto non soltanto da un utenza di pubblico casuale, ma anche e soprattutto da fan che si aspettano un certo tipo di studiato fanservice. Ne viene a galla un film purtroppo riuscito a metà, dove chi è nato e cresciuto a pane e Star Wars potrà rimanerne facilmente amareggiato per alcune ragioni che per forza di cose esamineremo in un secondo articolo con spoiler.