THE WHISPERS Finale di stagione

FINE DELLA CORSA

17 Nov 2015

The Whispers è arrivato alla fine della prima stagione, ma questa ultima puntata rappresenta anche la fine della vita della serie stessa.

Ancora una volta la mannaia degli ascolti calanti ha sancito la morte di un serial, ma se in altri casi abbiamo salutato con dispiacere una serie, con The Whispers il distacco non è così traumatico; la colpa di questa chiusura non è del pubblico che non ha saputo dare fiducia alla serie, non bisogna puntare il dito su di un network che non ha programmato bene il palinsesto per dare la giusta visibilità, la responsabilità è degli sceneggiatori e parzialmente del cast.

Se da un lato nella prima parte della stagione la trama sembrava promettere bene, col proseguire degli episodi le vicende che si sono susseguite sembravano scandite meccanicamente, senza una vera voglia di offrire allo spettatore un qualcosa di veramente innovativo e appassionante.

The Whispers gioca sulla presenza dei bambini e il loro impiego come arma da parte di questo misterioso nemico, che già dalle prime puntate si intuiva esser di origine aliena; curiosamente sono proprio i piccoli attori a dare un certo fascino al serial, specialmente i piccoli Minx e Henry, figli dei protagonisti più adulti. Giocare sulla facile empatia che si crea tra spettatore e bambini è da sempre una mossa vincente (chi non ricorda la disperazione di Ripley in Aliens quando sparisce la piccola Newt?), a patto di usare questo trucchetto in maniera intelligente; in The Whispers questo non accade.

Inizialmente viene detto che solo i bambini possono parlare con l’inquietante Drill, salvo sul finale di stagione rivelare che anche certi adulti, se contattati precedentemente dall’alieno in età infantile, possono ancora interagire con l’intelligenza aliena; questo repentino cambio di storyline, un utilizzo stile deus ex machina di una caratteristica che per tutta la serie ha avuto una sua logica in modo diametralmente opposto non ha senso! Allo stesso modo, come si può prendere dei personaggi secondari, metterli sotto i riflettori sporadicamente come accade con l’agente Rollis, solo per poter usare nelle ultime due puntate la sua ex moglie come agente di Drill.


TRAMA POCO CURATA, PERSONAGGI PIATTI ED EVENTI SCONTATI E OVVI NON GIOVANO CERTO ALL’APPEAL DI UN SERIAL


E sui personaggi si arena il telefilm.

Anche nei precedenti articoli su The Whispers avevo mosso alcune perplessità sul cast, specialmente sulla presunta protagonista principale, l’agente Claire Bennigan intrepretata da Lily Rabe. Nel proseguire della stagione il carisma della Rabe non riesce a prendere il volo, relegando il personaggio di Claire ad un limbo di assenza totale di carisma e facendolo scomparire al confronto con gli altri protagonisti. Non possiamo certo affermare che gli altri attori diano una grande prova delle proprie capacità, nemmeno Milo Ventimiglia riesce a tenere alta la sua perfomance; il cast di The Whispers arranca, manca molte volte di convinzione.

Chi riusciva a dare un tono più alto al telefilm era Kristen Connolly, il volto di Lena Lawrence; era credibile nel ruolo di madre preoccupata e moglie tradita, riusciva a creare una buona alchimia con la piccola Kilye Rogers, che interpretava la figlia Minx. Il fragile equilibrio della famiglia Lawrence era uno dei punti di forza della serie, ma viene sfruttato poco e forzatamente legato a quello della famiglia Bennigan; alla base di tutto c’è una relazione extraconiugale tra Claire Bennigan e Wes Lawrence, salvo poi scoprire che il marito di Claire sparisce durante un volo sperimentale e il suo aereo ricompare misteriosamente in un ammasso di roccia proprio nel territorio di competenza di Wes!

Va bene che la vita è ironica e piena di sorprese, ma questa forzatura nella storyline è un pò troppo stiracchiata, pretendere che lo spettatore accetti una coincidenza così tirata per i capelli è davvero pretestuoso! Se almeno gli sceneggiatori avessero fatto un minimo sforzo per arricchire la trama, dare una maggior profondità ai personaggio e alle loro relazione interpersonali sarebbe stato più facile accettare tutto questo, ma la mancanza di questo spessore ridicolizza non solo i personaggi ma l’intero impianto narrativo!

Il balletto di facce che ruotano attorno al cast principale non riesce a dare un maggior peso al serial, non ci sono personaggi davvero entusiasmanti o in grado di dare una svolta alla storia; non si capisce se questa carenza di spessore sia imputabile alla recitazione non proprio ispirata degli attori o alla mancanza di inventiva da parte degli sceneggiatori.

Questo dubbio nasce soprattutto vedendo le ultime puntate di The Whispers.

Non vi svelerò quale finale (del tutto prevedibile) chiude questa serie, ma posso tranquillamente svelare che le ultime due puntate sono un mix fallimentare tra una storica puntata di X-files, Incontri Ravvicinati del Terzo tipo e Cocoon; posso capire che avendo come produttore Spielberg (che ha fatto fortuna con E.T., ed il citato Incontri ravvicinati del terzo tipo) possa portare a privilegiare un certo tipo di trama, ma questa scelta deve reggersi su un senso logico, una minima base di credibilità che aiuti lo spettatore a seguire lo show sicuro che tutto verrà spiegato.

Se dovessi rintracciare il vero colpevole del fallimento di The Whispers lo cercherei nella poca cura della trama, frammentaria e pretenziosa, fatta spesso di eventi clamorosi che vengono poi sbrigativamente spiegati, popolata di personaggi secondari che non hanno un giusto spazio ma vengono usati giusto per esigenze di trama; è un serial che partiva da un’idea interessante, poteva offrire un nuova chiave di lettura per un tema sci-fi usato in mille occasioni, ma si perde nella scarsezza dell’impianto narrativo e nella scelta piuttosto infelice di un cast sotto le aspettative.

A dire il vero tutti questi difetti non rendono doloroso il distacco da The Whispers, non farà nemmeno sentire la sua mancanza nelle future stagioni televisive; la sua morte però deve essere però da monito per indicare agli sceneggiatori che ormai il pubblico è esigente, in questo mare di offerta di serial viene premiata la qualità, non solo la quantità!

CONCLUSIONI: The Whispers lascia il mondo dei serial dalla porta di servizio, senza clamore. Lascia il rimpianto di un'occasione persa, una storia che aveva dei presupposti interessanti ma che è stata sviluppata mala e recitata peggio; il finale cerca di giocarsi la carta del cliffhanger per sperare in un rinvio della propria condanna, ma la pochezza che ha caratterizzato la serie vanifica anche questo tentativo. FALLIMENTARE" 

VOTO FINALE: 4.5

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