Ghost of Yotei: La Recensione

La bellezza cinematografica del giappone che non si allontana dal bello del passato

Uscito il 2 ottobre, Ghost of Yotei segna il ritorno nel Giappone del passato da parte dello studio Sucker Punch Production. Pubblicato da Sony Interactive Entertainment e, ovviamente, esclusiva Playstation 5, il successore dell’acclamato Ghost of Tsushima ci regala un bel viaggio, anche se non sempre eccezionale.

Ci troviamo nel pieno del periodo Edo, ben 329 anni dopo il suo predecessore. 1603, un’ormai cresciuta Atsu è la protagonista della nostra storia, assumendo le sembianze di un onryo. Coerentemente con tale nomea che si costruisce, Atsu va alla ricerca di una sanguinosa vendetta ai danni dei Sei di Yotei, una cricca elitaria a cui capo vi era Lord Saito.

Questo era un nobile, ormai ribelle, al quale si opponeva il clan Matsumae, e vestirà i panni del villain principale. Il sentimento di odio che Atsu vive, e che riesce a far percepire al giocatore, vive un andamento montanaro. Ma che vorrebbe dire? Prima sale fino alla vetta massima, allontanandola difatti da quanto la circondava; poi, scende velocemente ritornando in maniera salda a principi che, inizialmente, mi avrebbero sorpreso. Questo, è uno dei punti forti del titolo, l’andamento non scontato della trama che riesce a regalare spunti riflessivi. Non proseguo oltre, poiché altrimenti si rischia di incorrere in spoiler.

La voglia di allontanarsi dal prequel è evidentemente assente sin dalle prime battute che hanno accompagnato il titolo verso il grande pubblico. Gli sviluppatori hanno deciso di mantenere l’aspetto dinamico, GUI, musicale e scenografico, facendo subito capire al giocatore che di nuovo c’è essenzialmente la storia. Chi ha già giocato al precedente titolo di Sucker Punch si troverà subito a suo agio e se lo avete adorato, bhe, anche questo vi piacerà quasi sicuramente. Tuttavia, anche chi non ci ha mai giocato verrà immerso in una storia totalmente slegata che non perderà nulla del contesto. Comunque, anche se il Combact Design mantiene una forte similitudine, se non uguaglianza, al titolo precedente, presenta un percorso di apprendimento. Infatti, permette di apprendere le diverse skill necessarie per non essere trucidati puntualmente, attraverso insegnamenti iniziali abbastanza rapidi.

Dal punto di vista della storia principale e della sua profondità, ci troviamo di fronte ad un prodotto che ben ci immerge nel periodo in cui nel Sol Levante si scontravano due filosofie opposte. L’arte del combattimento all’arma bianca contro la tecnologia dei moschettoni si scontrano in duello costante. Proprio il combattimento rispecchia uno di quegli elementi in cui lo studio di sviluppo è rimasto nella confort zone. Deve essere chiaro come quanto detto non sia una critica ma una costatazione. Per quanto una sferzata di aria fresca, se ben pensata, possa essere sempre gradita, il raffinamento di elementi già ottimamente funzionati risulta gradevole e, onestamente, azzeccato.

Si, i combattimenti sono, come per GoT, un misto tra i classici scontri in action adventure in terza persona e momenti tecnici che cinematograficamente ci regalano bellissimi momenti. Il tempismo, la scelta dell’arma migliore e la gestione di tutto l’equipaggiamento si trovano alla base di tutte le sfide contro l’avversario. Dalla schivata alla parata, azzeccare il momento giusto vi darà quel leggero vantaggio che potrebbe fare la differenza. Fatevelo dire da uno scarso come le… come pochi che ci ha messo una serata intera a far fuori l’Oni (è uno dei Sei di Yotei, forse il più ostico, tanto più se lo si affronta in maniera un pochino sguarnita). Inoltre, la qualità del combattimento, a mio avviso, risulta particolarmente elevata e veritiera.

Quindi, come accennato poc’anzi, ci troveremo davanti tanti momenti cinematograficamente curati, dalla corsa a cavallo per le praterie ai combattimenti, fino ad arrivare semplicemente a panorami da cartolina. Ecco, provare questo titolo su un televisore come il Samsung 55” OLED S95F 4K, di cui troverete la recensione tra pochissimi giorni, ci fa immortalare i momenti artistici del titolo in maniera totale. Spettacolari vedute si alternano a momenti musicali intensi e prettamente inerenti al mondo nipponico, riuscendo perfettamente nell’intento d’immersività.

Quindi, per capirci, il titolo è un more of the same di Ghost of Tsushima ben riuscito che strizza l’occhio alla libertà d’azione di un meno ricercato Assasin’s Creed: Shadows. Attenzione però a captare una nozione: Sucker Punch non ha mai detto di rivoluzionare le sue idee e dinamiche iniziali. Quindi, sarebbe stato più che lecito aspettarsi fin da subito questa fratellanza tra i due titoli.

Cosa, però, mi ha colpito meno positivamente? Le attività che fuoriescono dalla storia principale, eccezion fatta per i Miti, risultano ripetitive e slegate fortemente dal contesto. Come collante supremo vengono utilizzati quei poveri cristi dei fuorilegge di Saito. Insomma, avendo fatto tante diverse missioni e attività secondarie, posso dire che non ho goduto della stessa enfasi che la main quest mi ha regalato. Evidente è l’esempio, l’unico che riporto per brevità, dei Maestri sparsi in giro per la mappa. Puntualmente, dopo aver fatto una parte della missione, per vedere se abbiamo imparato qualcosa, compare il nemico al quale, ovviamente, dobbiamo rovinare la giornata. Quindi, dopo aver finito le missioni e affinato tutte le abilità inerenti a quella data arte, avremo completato definitivamente la missione dei Sensei.

Inoltre, da notare la poca profondità dei vari NPC, mai veramente approfonditi e messi accanto ad Atsu un po’ come fossero soprammobili pronti all’uso. Insomma, alla bellezza della trama principale, si alterna una superficialità del secondario, di tutto quello che non sembra essere importante. Invece, purtroppo, lo è. È importante sapere la storia, almeno parziale, dei secondari e non lasciarla spolverata da sopra giusto come introduzione del personaggio. È una questione di profondità complessiva dell’opera, e conoscenza, almeno apparente dei legami, delle motivazioni dell’umanità o meno dei personaggi.

CONCLUSIONI: Il titolo è sicuramente da provare, qualitativamente e narrativamente interessante anche se con qualche pecca. Consentirà a chi ha giocato a Ghost of Tsushima di ambientarsi immediatamente e a chi non l'ha fatto di imparare velocemente.

VOTO FINALE: 7.5

  • Ambientazioni spettacolari
  • Musiche coerenti e immersive
  • Combact design di altissimo livello
  • Trama interessante
  • Missioni secondarie ripetitive
  • Personaggi secondari approfonditi poco o nulla
SCHEDA GIOCO

  • DATA RILASCIO: 2 ottobre 2025
  • GENERE: Action Adventure
  • SVILUPPATORE: Sucker Punch Production
  • PUBLISHER: Sony Interactive Entertainment
  • PIATTAFORME: Playstation 5
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