NEUROMANTE

3 Nov 2015

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NEUROMANTE: ALLE ORIGINI DEL CYBERPUNK!

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“Il cielo sopra di noi aveva il colore della televisione sintonizzata su un canale morto”.

La frase che avete appena letto è l’inizio non solo di un libro, ma di un intero genere letterario che, all’inizio degli anni ’80, ha dato una decisa svolta alla letteratura sci-fi: il cyberpunk.

Il cyberpunk nasce dalla mente di William Gibson, l’autore di Neuromante; oggi viene riconosciuto proprio questo volume come l’origine del cyberpunk, ma le radici del genere affondano in alcuni racconti precedenti, sempre di Gibson, che vennero successivamente raccolti nell’antologia La notte che bruciammo Chrome, in cui compare anche un certo Johnny Mnemonic.

La società futura creata da Gibson non è lontana secoli dalla nostra realtà, ma ci aspetta proprio dietro l’angolo; dimenticate la fantascienza tutta azione ed esplorazione, non ci sono alieni o immense astronavi, Gibson non segue le orme di Asimov o Herbert ma va a proseguire un genere diverso di sci-fi, più vicino ad un’indagine sociale e ad un trattato sul probabile degrado della società come lo avevamo letto in 1984 di Orwell (e l’ironia del caso è che Neuromante è proprio del 1984!).

Nell’anno in cui nelle case di centinaia di persone entravano i primi home computer (il 1984 è anche l’anno del Commodore 64!), Gibson inventa parole come hacker, rete, cyberspazio, all’epoca concetti sconosciuti, ma che oggi sono alla base non solo di un genere letterario, ma sono parte integrante della nostra cultura. Nelle sue opere, l’autore presenta una società cupa, ormai schiava inerme di un’immensa rete informatica globale che annulla le distanze ma anche le identità culturali, in cui il melting pot di diverse etnie ha creato una sorta di unica, immensa nazione che tende a fagocitare l’individualismo in funzione di un’omogeneità che semplifichi il controllo delle masse da parte di alcune potenze economiche. Queste sfere di potere non sono più nazioni, ma immense multinazionali (chiamate zaibatsu), che riducono tutta la sfera sociale a un puro calcolo economico, un mondo grigio in cui la sopravvivenza diventa una merce di scambio, in cui prospera il crimine ad ogni livello sociale. Se da un lato è un mondo intrigante e attraente, vedendo l’attualità è vagamente inquietante notare come gran parte delle idee di Gibson stiano prendendo vita.

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UN NUOVO MODO DI SCRIVERE FANTASCIENZA, MENO AVVENTUROSO E PIU’ INDAGINE SOCIALE

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Ma in Neuromante questa visione drammatica del futuro gibsoniano prende finalmente vita.

Case è un hacker, un cybercowboy, un ladro di dati che opera nella immensa rete globale, ma con un piccolo problema: il suo sistema nervoso è andato, bruciato durante la sua ultima incursione nella rete globale, rendendo così impossibile collegarsi nuovamente col suo deck alla Matrice. Non volendo rassegnarsi a questo destino, Case si trova a Chiba, in Giappone, dove spera di trovare una soluzione al suo problema; la risposta alle sue preghiere è Armitage, un misterioso uomo d’affari che si offre di curalo in cambio del suo aiuto per una pericolosa missione nella Rete. Questa incursione potrebbe ledere gli interessi di una multinazionale mettendo Case in pericolo; per questo motivo Armitage affianca al cybercowboy Molly, una guardia del corpo dal fisico artificalmente potenziato.

Da questo incontro inizia un viaggio per Case e Molly, non solo nel mondo fisico ma anche nell’universo digitale della Matrice; seguendo i loro spostamenti potremo conoscere il mondo futuro, passando da Chiba allo Sprawl americano, fino ad una stazione spaziale in orbita!

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Leggere Gibson non è facile, sappiatelo. Non siamo di fronte a un autore paziente, che si perde in lunghe spiegazioni per farci capire subito tutto; starà a noi cogliere i dettagli dai discorsi dei protagonisti, imparare il nuovo slang del futuro per mettere assieme le tessere di questo puzzle: se Case frequenta esclusivamente gente del suo ambiente, sarebbe strano sentirlo perdersi in spiegazioni a solo beneficio del lettore, non trovate? La scrittura di Gibson è diretta, fredda e a tratti può sembrare spocchiosa, come se l’autore volesse forzare la mano al lettore, spingendolo in una sfida per seguire le avventure del suo protagonista; è una scelta vincente, perchè il modo di scrivere dell’autore è lo specchio di Case, un anti-eroe da manuale, tossico, pronto a tutto pur di sopravvivere. Se volete cimentarvi con Neuromante armatevi di pazienza, e sarebbe anche bene avere un minimo di padronanza son i termini informatici (sono la base della storia, in fondo!).

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GIBSON NON SI PERDE IN DESCRIZIONI, RACCONTA UNA STORIA COME SE FOSSIMO ABIUTATI A MUOVERSI NELLO SPRAWL, INIZIALMENTE SPAESANDOCI SALVO POI FARCI SENTIRE PARTE DEL SUO MONDO

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Neuromante si pone nella scia della fantascienza distopica, ma pur avendo un richiamo ad Orwell in alcune sue parti (il controllo totale della rete ricorda un po’ il Grande Fratello orwelliano), se ne discosta per la parte politica, in cui non ritroviamo regimi autoritari o poliziotti servi del regime; siamo di fronte a qualcosa di peggio: l’unica forma di controllo deriva dall’interesse economico delle mega-corporazioni che dominano sia dal punto di vista economico che da quello politico tramite l’impiego di polizie private simili a dei piccoli eserciti. Il mondo di Case e Molly è animato dalla corruzione che tenta di portare una parvenza di ordine nell’immensa anarchia che domina la società.

Tutto questo balletto di anime ha un fine ultimo, perseguito da tutti: il controllo della tecnologia. Come dimostrano il lavoro di Case e il corpo cybernetico di Molly, la tecnologia è ormai una parte integrante della vita, al punto da avere infranto la barriera della carne ed avere generato una simbiosi totale tra uomo e macchina, drasticamente sbilanciata verso la parte hardware; non incontreremo un personaggio che non abbia almeno una parte ricostruita, un piccolo innesto meccanico per aumentare le proprie potenzialità fisiche e mentali. Nello Sprawl un essere umano totalmente organico è come un dinosauro, il simbolo decadente di un’era passata; non a caso chi regge i fili della trama è l’incarnazione stessa della tecnologia futura (ma è davvero così lontana?), un identità che cerca di ottenere il meglio di entrambe le nature, quella fisicia e quella digitale, demolendo le catene dei due universi. In Neuromante affrontiamo un duello di etica e morale, una sorta di sfida evolutiva in cui la vecchia razza, l’uomo naturale, deve scegliere se estinguersi o se assoggettarsi alla crescente tecnologia, in cui, quest’ultima, non è più uno strumento al servizio dell’umanità ma la sua nuova padrone. Le intelligenze artificiali, create dall’uomo per aiutarlo, stanno prendendo lentamente coscienza di se, trascendo i loro limiti per ottenere una propria identità, vedendo nell’uomo non più il creatore ma un potenziale schiavo; sarà questa la vera sfida di Case, riuscire a capire fin dove si possa ancora sentire libero e padrone del proprio destino e dove iniziare a sentire stringersi il giogo di un nuovo padrone, fisicamente presente nonostante privo di un corpo.

Con Neuromante siamo di fronte alla vera sfida della modernità, quel rapporto uomo-macchina che sottilmente si è infilato nella nostra quotidianità, che sia lo sfruttamento di macchinari nell’industria o il nostro rapporto di dipendenza da smartphone e internet. Tutto questo Gibson lo aveva teorizzato tre decenni fa, aveva lanciato un monito che sembra caduto nel vuoto.

Ma oltre ad una valenza di denuncia, il lavoro di Gibson rimane una delle punte più alte della fantascienza moderna, capace di creare una nuova ambientazione che è diventata parte integrante della nostra vita, al punto che i richiami a questa opera sono presenti in ogni settore dell’intrattenimento (Gibson viene citato anche nell’italianissimo Nirvana di Salvatores), non ultimo il campo dei videogames, dove la sua incarnazione perfetta si chiama Deus Ex.

Forse è meglio godersi Neuromante come parte della Trilogia dello Sprawl (insieme a Giù nel cyberspazio e Monna Lisa Cyberpunk, noto anche come Mona Lisa Overdrive), apprezzandone il valore letterario e sperando che il nostro futuro non sia davvero così cupo….

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    • USCITA: 1984
    • GENERE: Fantascienza
    • AUTORE: William Gibson
    • EDITORE ITALIANO: Mondadori

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