Finalmente possiamo parlare del secondo numero delle nuove avventure di Martin Mystere. Noi siamo stati fortunati ad avere in anticipo i primi due numeri di questa miniserie da dodici numeri, come molti degli appassionati presenti a Lucca, ma abbiamo preferito attendere che tutti potessero godersi tranquillamente L’elmo di Scipio senza fastidiosi spoiler!
Nella nostra recensione dello scorso numero Ritorno all’impossibile abbiamo fatto una precisazione che vi ribadiamo ora: non è un’operazione da considerare come reboot, ma come una nuova vita di un personaggio storico del fumetto nostrano. Solitamente sono un nostalgico brontolone che ogni volta che si trova di fronte a queste operazioni comincia a storcere il naso e puntare il dito contro le mancanze, le diversità e le apparenti incongruenze del mito del personaggio, ma con questo ottimo (ribadisco ottimo) lavoro dei Mysteriani non posso dire nulla. Leggendo su Facebook, confrontandomi con altri lettori e con un membro del cast degli autori (Andrea Artusi) sono arrivato alla conclusione che è inutile tentare un paragone tra questo Martin e il BVZM; si tratta di un inutile giochino mentale che non produce nulla di buono, da cui non esce nessun vincitore. Questa nuova miniserie va presa come un prodotto nato nel 2016, studiato per lettori che cerchino un personaggio interessante, senza voler fare paragoni.
SOPRAVVISSUTO ALL’AVVENTURA NEL DIPINTO DI LEONARDO, MARTIN DEVE CAPIRE IL REALE POTERE DELL’ELMO DI SCIPIO!
Se già Ritorno all’impossibile era stato una lettura piacevole, con L’elmo di Scipio la storia si fa ancora più interessante. Una delle mie paure leggendo il primo capitolo di questa collana era che la narrazione fosse diretta ad un pubblico di più giovani, ma nelle pagine di questa seconda uscita si vede come in realtà questo timore sia stato smentito; non solo alcuni rimandi e citazioni alla filmografia sono diretti ad un pubblico con qualche annetto sulle spalle (dai primi Indiana Jones a Misery non deve morire), ma anche il modo in cui sono resi i rapporti tra i diversi personaggi. Un esempio su tutti, Martin e la sua amica Arianna, una relazione amicale che lascia trasparire come la donna sembri desiderare qualcosa di più. Il personaggio di Arianna è quello più affascinante, la sua infermità è ritratta con una compostezza e un rispetto perfetto, nei disegni e nelle parole del personaggio traspaiano sia la forza nell’affrontare quotidianamente la sua menomazione che il suo soffrire per una situazione irreversibile; non ci viene dato di sapere per il momento l’origine del suo incidente, ma questo piccolo segreto non fa altro che arricchire di mistero un personaggio già ottimamente realizzato.
Ma stiamo parlando di Martin Mystere, quindi il mystero e l’avventura sono al suo fianco sempre. Dopo aver trovato il mysterioso elmo nel dipinto di Leonardo, Martin e Max continuano al loro indagine per scoprire quale mystero si celi dietro questo ritrovamento. Nel farlo avranno modo di visitare Torino e il Museo del Cinema, ma soprattutto verranno in contatto con dei superstiti di una squadra nazista impiegata negli anni della guerra nella ricerca di manufatti magici e studi paranormali (che sia la celebre Ahnenerbe?). Ora, se ancora non avete letto il volume, fermatevi perché potreste incappare in uno spoiler.
In L’elmo di Scipio ci troviamo di fronte alla rivelazione che sia in corso una lotta tra due diverse fazioni, vampiri e licantropi; prima che storciate il naso pensando a una variazione sul tema Twilight, non spaventatevi, in Martin Mystere non siamo di fronte ad una simile bruttura. Anzi, il tema della battaglia tra i due schieramenti viene solo sfiorato in questo frangente, diventando un nuovo spunto che può offrire molto agli autori per stuzzicare la nostra curiosità! Il Martin che stiamo leggendo è un personaggio affascinante, ironico e che sa trasmettere in modo rapido le nozioni che ci servono per seguirlo nelle sue avventure; il ritmo della storia è appassionante anche grazie alla facilità con cui Martin passa dal ruolo di uomo d’azione a quello di studioso, in modo sempre credibile e fedele al personaggio che stiamo conoscendo. Anche i personaggi secondari si muovono in modo funzionale e organico, dando l’impressione di trovarsi di fronte ad un film del calibro de Il codice da Vinci.
Questa sensazione viene rafforzata dai disegni, pera di Alfredo Orlandi. Il suo tratto si sofferma ad arricchire tutto di dettagli, le espressioni dei protagonisti sono sempre intense, vive;non da meno sono gli scorci e i panorami che accompagnano le avventure del duo di amici, con dettagli che sono simboli di città come Firenze e Torino, esaltati da inquadrature spettacolari e sempre pensate per dare il massimo apporto emotivo al lettore! I colori sono poi il vero tocco di classe, con un sapiente uso delle zone d’ombra che sono figlie di una forte passione per il cinema, in cui spesso questa scelta dell’oscurità accompagna momenti altamente emotivi, cosa che si rivede anche in L’elmo di Scipio.
Bisogna riconoscere che anche il secondo capitolo della nuova miniserie di Martin Mystere ha il suo fascino, silenzia le voci che lo accusavano di esser diretto solo a un pubblico di giovanissimi (mi tocca rimangiarmi la critica, dannazione!) e getta in pasto ai lettori altri spunti che sono indice di come ci sia ancora molto da scoprire. Ripensando al titolo del primo volume, Ritorno all’impossibile, mi viene da pensare che quel ritorno non riguardi Martyn, ma il lettore, che viene nuovamente accompagnato in una dimensione in cui l’impossibile viene reso reale, affascinante e avventuroso, riscoprendo il senso di una narrazione che rapisca e, mentre arricchisce con conoscenze storiche, stimoli con delle teorie fantasiose ma che non sono poi così assurde!