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LA TRILOGIA DEL SILO #3 DUST: CIÒ CHE HA UN INIZIO DEVE AVERE UNA FINE!
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Dust è l’ultimo capitolo della storia di fantascienza ideata da Hugh Howey, quella Trilogia del Silo che ci ha presentato un entusiasmante viaggio nel futuro, dove l’umanità per una misteriosa causa, viene relegata a vivere sottoterra, rifugiandosi in immensi silos.
Questo breve cappello introduttivo riassume a grandi linee il contesto narrativo in cui si muoveranno i personaggi, ma è la profondità della trama ha reso questi tre volumi dei best sellers.
La formula vincente del lavoro di Howey è costituita dal saper diluire la storia in due archi temporali ben delineati, il presente iniziato nel primo libro del ciclo, Wool e il passato, sviluppato nel secondo volume, Shift.
Questo modus operandi di raccontare le avventure di Juliet e Donald in due livelli differenti è stupenda, porta il lettore a immaginare un nuovo mondo, futuro e desolato, lasciandolo con l’angosciante curiosità di scoprire l’origine di questa nuova tremenda realtà, al punto che quando Howey ci svela il percorso che ha imprigionato l’umanità sottoterra, raccontandolo dal punto di vista di Donald/Troy, ci si ritrova sorpresi, inquieti nell’apprendere la verità taciuta fino a quel momento.
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SARA’ POSSIBILE SALVARE L’UMANITA’ O IL NOSTRO FUTURO CI VEDRA’ VIVERE PER SEMPRE VIVERE NEI SILO? SOLO DUST POTRA’ DARCI QUESTA RISPOSTA!
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È con questa conoscenza totale della storia dei silos che apriamo il terzo volume, ormai chiaramente destinato ad essere una sorta di resa dei conti fra i protagonisti, non solo per le relazioni che li legano, ma anche con le proprie coscienze.
Nel caso di Juliet, questa sua missione iniziata nel primo volume sta arrivando al suo epilogo, rendendola quasi una novella Mosè che libera il suo popolo dalla schiavitù; nella sua lotta non si limita in nulla, rinuncia anche al favore di chi nel silo preferirebbe difendere lo status quo fino alla fine, spaventato dal nuovo corso che potrebbe stravolgere la vita relativamente tranquilla del Silo.
Dall’altra parte della barricata abbiamo un Donald Keen che ha finalmente recuperato la propria identità, pienamente in possesso dei propri ricordi e costretto a conviverci; se in Shift abbiamo appreso come la sua opera nei secoli precedenti sia stata fondamentale per la creazione delle prigioni sotterranee, dobbiamo anche ammettere che la tardiva presa di coscienza del suo operato sia una sorta di ricerca di redenzione. Non guasta una vena di voglia di vendetta sul Senatore, il vero artefice e cervello dell’intera operazione, che con il suo intento malato ha rovinato non solo l’intero corso dell’umanità, ma ha privato Donald dell’amore della sua famiglia, ricorrendo all’inganno.
A legare queste due anime tormentate troviamo un rapporto iniziale di diffidenza, nato dalla serie di menzogne e mezze verità che i pochi deputati al controllo di tutto rifilavano ai semplici cittadini; Juliet faticherà a credere a Donald, a riconoscere a questa voce senza volto la benchè minima credibilità, ormai prigioniera della sua convinzione che solo le persone reali, palpabili meritino un minimo di fiducia.
[/vc_column_text][vc_custom_heading text=”In questo artwork compare l’uscita di uno dei silo immaginati da Howey” font_container=”tag:p|font_size:14|text_align:center|color:%23dd3333″ google_fonts=”font_family:Roboto%20Slab%3A100%2C300%2Cregular%2C700|font_style:400%20regular%3A400%3Anormal”][vc_single_image image=”8726″ img_size=”full” alignment=”center”][vc_column_text]
Ma in Dust non saranno solo i due protagonisti a dover decidere cosa sarà del mondo. Finalmente abbiamo in mano tutte le informazioni per capire che alla base di questo piano c’era un progetto estremo, il ridurre l’umanità ai minimi termini e far crescere una nuova civiltà di esseri umani seguendone lo sviluppo molto da vicino, al fine di investire solo i migliori come eredi della terra.
È difficile non pensare a trasmissioni reality in cui ogni giorno questo progetto viene messo in mostra, ma, rimanendo legati al mondo di Howey, la sensazione che si percepisce è di un pericolo nel lasciare il potere di decidere nelle mani di pochi, senza esercitare una maggior vigilanza sull’operato di chi accentra tale potere.
Se vediamo in Juliet, e in minima parte anche in Donald, l’intenzione di ribellarsi a questo dominio, all’essere semplici pedine, nella figura del Senatore si notano tutti i tratti dell’uomo di potere arrogante e convinto di essere destinato a decidere il “giusto percorso” per tutti; non so se Howie abbia identificato in questo personaggio una figura reale, di sicuro incarna molti dei mali della società contemporanea.
Ma questi personaggi risultano così vivi perchè, anche se in maniera estrema, rappresentano le stesse pulsioni che animano la nostra vita.
Quante volte anche a noi è capitato di sentirsi in trappola, prigionieri di convenzioni sociali che riteniamo catene più che regole, come successo a Juliet?
Non è forse vero che come è toccato al povero Donald, anche noi possiamo trovarci in situazioni in cui dobbiamo prendere decisioni che sappiamo essere sbagliate, ma che non sono le uniche opzioni?
Tutto nella Trilogia del Silo ha un richiamo nella vita quotidiana, ma la forza di questa opera è nel saperlo raccontare in modo nuovo, travestirlo da racconto di sci-fi e presentarlo alla nostra mente sperando sia lei a fare il passo logico definitivo che ne sveli il reale significato.
[/vc_column_text][vc_custom_heading text=”L’autore con il suo fortunato ciclo” font_container=”tag:p|font_size:14|text_align:center|color:%23dd3333″ google_fonts=”font_family:Roboto%20Slab%3A100%2C300%2Cregular%2C700|font_style:400%20regular%3A400%3Anormal”][vc_single_image image=”8727″ img_size=”full” alignment=”center”][vc_column_text]
Se anche voi avete letto i primi due capitoli, sarete ansiosi di sapere se alla fine Juliet e i suoi amici sono destinati a una lenta e inesorabile morte nel Silo, o se il mondo esterno possa ospitare la vita; come sempre non saremo noi a svelarvi questa verità, lasciandovi il giusto diritto di scoprire quale sia l’epilogo di questa avventura!
La sola sicurezza che vi posso dare è che anche Dust viene raccontato con un ritmo deciso e scorrevole, in una scrittura che definirei umana, visto la capacità di Howey di giocare con le parole fino a rendere reali i suoi personaggi; la facilità con cui nelle sue pagine l’autore riesce a farci provare tutta la gamma di emozioni che animano i suoi personaggi è notevole, anche se non priva di alcuni momenti in cui sembra eccedere nel volerci coinvolgere nella trama, rischiando di annoiare il lettore con descrizioni superflue e noiose.
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HOWIE RIESCE A CREARE UN CAPITOLO FINALE CHE TERMINA LA STORIA SENZA LASCIARE NULLA IN SOSPESO, CHIUDENDO IL CERCHIO INIZIATO CON WOOL
[/vc_column_text][vc_column_text]Giunti alla fine dell’intera trilogia possiamo anche provare a dare un giudizio complessivo ai tre libri.
Per mio gusto il migliore rimane il primo, Wool, così diverso e privo di ogni riferimento temporale che potremmo piazzarlo in un orizzonte temporale vicinissimo o lontanissimo, senza privarlo di una sua identità specifica; in Shift ho apprezzato lo sforzo non indifferente di raccontare la storia di Donald e Troy senza lasciar trasparire subito il loro legame (Anche se a metà libro si cominciava a sospettare), inserendola nella vita degli altri siti; con Dust Howie è riuscito a dare una fine a tutta la storia, risolvendo situazioni ed enigmi rimasti in sospeso con un finale di speranza e ripartenza.
Sicuramente la Trilogia del Silo è stata un rivelazione, un trittico di libri che andrebbe letto e conservato sul nostro scaffale![/vc_column_text][vc_row_inner][vc_column_inner width=”1/6″][vc_icon icon_fontawesome=”fa fa-comments-o” color=”custom” size=”xl” align=”right” custom_color=”#dd3333″][/vc_column_inner][vc_column_inner width=”2/3″ css=”.vc_custom_1442608400482{margin: 30px !important;border-width: 30px !important;padding: 30px !important;background-color: #777777 !important;}”][vc_custom_heading text=”In conclusione: Dust chiude il mosaico della Trilogia del silo, senza lasciare storie in sospeso e rendendo omaggio alla natura di tutti i protagonisti. Non ci sono sbavature nella narrazione, il discorso prosegue lisco e senza intoppo dal precedente volume, come è giusto che sia in una trilogia; non riesce a raggiungere le vette di pathos e emozioni del primo libro del ciclo, ma è comunque un ottimo finale per una storia eccezionale. OTTIMISTA” font_container=”tag:p|font_size:18|text_align:justify|color:%23ffffff” google_fonts=”font_family:Roboto%3A100%2C100italic%2C300%2C300italic%2Cregular%2Citalic%2C500%2C500italic%2C700%2C700italic%2C900%2C900italic|font_style:400%20regular%3A400%3Anormal”][/vc_column_inner][vc_column_inner width=”1/6″][/vc_column_inner][/vc_row_inner][/vc_column][vc_column width=”1/3″][vc_custom_heading text=”SCHEDA LIBRO” font_container=”tag:p|font_size:18|text_align:center|color:%23dd3333″ google_fonts=”font_family:Roboto%20Condensed%3A300%2C300italic%2Cregular%2Citalic%2C700%2C700italic|font_style:400%20regular%3A400%3Anormal” css=”.vc_custom_1443736578876{padding-top: 0px !important;padding-right: 0px !important;padding-bottom: 0px !important;padding-left: 0px !important;}”][vc_column_text]
- USCITA: Maggio 2014
- GENERE: Fantascienza
- AUTORE: Hugh Howey
- TRADUZIONE: G. Lupieri
- EDITORE ITALIANO: Fabbri Editore
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