Si discute sempre di come il web abbia completamente trasformato il nostro mondo. Tutto è più facile tramite internet, volete crearvi una vostra testata giornalistica? Potete farlo. Volete pubblicare un vostro videogioco? Potete farlo. Insomma, vari mercati si sono evoluti tramite la rete e il mondo del fumetto non fa eccezione. Molti artisti alle prime armi (e non) possono liberamente pubblicare le loro storie e quella che andremo ad analizzare è proprio nata tramite un webcomic: Vivi e Vegeta: un noir vegetariano.
Ai testi di questa prima stagione di Vivi e Vegeta vi è Francesco Savino, già sceneggiatore di alcuni fumetti per case editrici come Aurea (Long Wei, in coppia con Diego Cajelli), Star Comics (Nemrod, in coppia con Adriana Coppe) e BD, oltre a collaborare con le Case editrici americane Papercutz e l’autoproduzione indipendente Margins Publishing. Nel 2014 scrive il libro illustrato La banda dell’Elefante Rosa, edito da Giunti in collaborazione con Plain Ink Onlus, ed è proprio ne corso di quest’anno che crea Vivi e Vegeta. I disegni sono di Stefano Simeone, co-creatore del webcomic nonché illustratore di produzioni The Walt Disney Company, Image Comics, IDW, Boom! Studios, Dynamite, Panini Comics, Piemme, Sergio Bonelli Editore, Aurea Editoriale, Archaia e altre. Vivi e Vegeta viene inizialmente pubblicato sulla piattaforma online Verticalismi, mentre nel 2016 vince il Premio Micheluzzi come “Miglior Webcomic”.
Vivi e Vegeta è ambientato nel nostro mondo, ma non seguiamo le vicende di uomini o animali, bensì dal punto di vista delle piante e dei fiori che vivono in un loro ecosistema protetti dagli umani. Noi esseri umani siamo sempre preda di conflitti, anche per la minima fesseria, e molte volte troviamo conforto nel verde, simbolo di pace e bellezza assoluta. In Vivi e Vegeta, però, anche le piante e i fiori sono in conflitto, non tanto per motivi che potrebbero essere rappresentati da una metafora verso il razzismo, bensì tutto ci verrà spiegato più avanti nel corso della storia. Quest’aria di astio la respiriamo sin dalle prime pagine grazie al nostro protagonista, un cactus di nome Carl che giunge nel distretto dei fiori per cercare la sua ragazza, Nora, un’altra pianta trasferitasi in questo luogo per motivi lavorativi.
I fiori non vedono di buon occhio Carl, lo evitano, sparlano di lui, ma alcuni di questi fiori vedono nel cactus una figura eroica di cui hanno bisogno per risolvere un problema che da tempo attanaglia il loro distretto: la cucina vegana. Ebbene sì, piatti a base di verdure, fiori e altre piante sono sempre più richiesti grazie all’espansione della comunità vegetariana e vegana e molti degli abitanti del mondo in cui la storia è ambientata, vengono sacrificati ogni giorno per diventare un ingrediente di queste ricette. C’è qualcuno però dietro a tutto ciò, chi organizza questi “sacrifici” di piante e fiori? Dirvi altro vi rovinerebbe la lettura, i vari misteri che vi ho elencato convergeranno tutti in un’unica grande trama che vi porterà ad una conclusione inaspettata e che di certo non si conclude con il “vissero tutti felice e contenti”.
Lo stile grafico di Stefano Simeone si presta molto bene al tono della storia, ottimi anche i colori e soprattutto per come vengono utilizzati, sempre in tema alla situazione che i disegni vanno a raccontare. Un plauso va fatto comunque a tutto il resto del team: Lorenzo Magalotti, Roberta Ingranata e Lorenzo Bolzoni per aver realizzato uno dei webcomic più interessanti degli ultimi anni.