La conferenza stampa è iniziata subito con le prime due puntate, poi hanno parlato i registi (Andrea Molaioli, che ha diretto gli episodi 1, 2, 3, 7 e 8) e Piero Messina (episodi 4, 5 e 6), gli sceneggiatori, ed infine gli attori. Poi c’è stata la conferenza stampa, ma il sottoscritto ha preferito andare a parlare con i diretti interessati di persona, scambiando prima qualche parola amichevole con Alessandro Borghi, Claudia Gerini, Carlotta Antonelli, per poi fare qualche domanda agli sceneggiatori, ovvero Barbara Petronio, Ezio Abbate, Fabrizio Bettelli e Camilla Buizza.Ma prima di proseguire, penso che sia doveroso fare un piccolo recap di quanto accaduto invece alla fine della prima stagione: Lele affronta la perdita del padre, Aureliano con una seconda perdita dolorosa, stesso discorso per Spadino. Ai piani alti invece, il politico Cinaglia si allea con Samurai, mentre Sara Monaschi trova alleati in vaticano.Ed adesso andiamo a recensire in maniera generale e senza spoiler, le prime due puntate di questa seconda stagione.
Le due puntate sono frenetiche e piene d’azione (anzi, hanno annunciato che la stagione stessa avrà più azione rispetto alla prima), con diversi colpi di scena, ed alleanze che si creano per poi crollare in pochissimo tempo. Diventa quasi complicato andare ad esporsi di più, senza fare spoiler, basti sapere che in queste due puntate i personaggi di Aureliano (Alessandro Borghi) e Angelica (Carlotta Antonelli) brillano di luce propria.
A loro si aggiunge un cast prettamente femminile che a primo impatto sono molto funzionali alla storia, e che convincono: Nadia (Federica Sabatini), figlia di un boss di Ostia che deruba Aureliano, e Cristiana (Cristina Pelliccia), una poliziotta che lavora per Lele (divenuto vice ispettore) e che potrebbe metterlo in difficoltà visto il suo “quasi-triplo gioco”.
Altre new entry sono Adriano (Jacopo Venturiero), uno speaker radiofonico apparentemente fascista, che gestisce un suo programma sportivo in radio. Come personaggi secondari invece, si percepisce sempre la presenza di Boiardo (Alessandro Bernardini, visto, tra le tante, in 647KM).
In questa stagione tutti i personaggi sono più maturi: se prima combattevano per emanciparsi dai padri, ed emergere in una famiglia ingombrante, oggi sono più adulti e combattivi, visto che la loro sfida non è solo un piccolo spaccio di droga nei quartieri, ma Roma.
Adesso qualche curiosità sulla serie e sulla conferenza stampa: per qualche motivo sconosciuto dallo scrivente, l’interpretazione della Gerini è stata giudicata ottima, in un ruolo di donna cinica e potente. Al contrario, io l’ho considerata una ottima interpretazione, in un ruolo più tridimensionale, diviso tra la lotta per il guadagno, ed una sensibilità che si manifesta in più modi.
Le riprese sono durate 117 giorni, le location sono state più di 100, e sul set si sono trovate 110 risorse, 4000 comparse e 200 veicoli di scena. Inoltre si mostreranno molti flashback, su Aureliano, Spadino, Lele ma anche su Samurai.
Altro personaggio di spicco, rimasto in silenzio nella prima stagione, è Adelaide (Paola Sotgiu), madre di Spadino e Manfredi. Anzi, sembra quasi un peccato non averla fatta esprimere al meglio nella stagione precedente. In questa situazione si trova uno scontro perfetto: Spadino (Giacomo Ferrara), ormai cresciuto e senza il peso del fratello Manfredi sulle spalle, ha raggiunto consapevolezza sulla propria sessualità, e grazie ad Angelica, anche del suo ruolo all’interno della famiglia, della quale vorrebbe prendere le redini. Al contrario, Adelaide, tira fuori la propria personalità e la propria predisposizione al comando, avendo totalmente perso la fiducia nel figlio, che potrà trovare sostegno nella moglie Angelica, altro personaggio che anche qui riesce ad esprimersi al meglio (grazie a Carlotta Antonelli in splendida forma dal punto di vista attoriale, che si è presentata con un gradevole capello biondo platino alla conferenza).
Durante il rinfresco, ho avuto modo di chiacchierare con gli sceneggiatori, ed ho posto loro una domanda che, per quanto semplice, mi incuriosiva parecchio:
Una serie come Suburra, che è un prequel del film (che quindi va vissuto come puntata finale di tutto) vi condiziona in maniera positiva (quindi dandovi un binario) oppure vi sentite quasi tarpati nella creatività e nella gestione dei personaggi?
La risposta ovviamente è andata a tendere verso il positivo, per non rischiare mai di cadere fuori dalle righe o di cambiare troppo un personaggio.