Dopo una lunghissima attesa, estremizzata da una feroce e a tratti eccessiva campagna promozionale (perfino le arance a marchio Star Wars!) finalmente ieri era il grande giorno, le sale italiane hanno proiettato il tanto desiderato (e temuto!) settimo episodio della saga Disney, Il risveglio della Forza.
Per essere obiettivi e dare una recensione il meno fazioso possibile, dobbiamo fare un lavoro non dei più semplici; anzitutto, la recensione verrà divisa in due parti, come se fossero due diversi spettatori a vederlo, per evitare che il fan sfegatato che è in me possa influenzare in un modo o nell’altro la valutazione della pellicola. Quindi abbiate pazienza e seguitemi in questo viaggio nell’universo di Star Wars.
TORNA STAR WARS E COME SEMPRE I FAN SONO IN TREPIDANTE ATTESA, PUNGOLATI DA UNA BATTAGE PUBBLICITARIO SENZA PRECEDENTI
La storia è sempre un buon punto da cui iniziare a parlare di un film.
Sono passati trent’anni dalla fine di episodio VI (Il ritorno dello Jedi) e la Repubblica non è riuscita a debellare completamente l’ombra dell’Impero, che anzi è rinato come Primo Ordine ed ora minaccia la Repubblica. A ergersi difensori del Senato troviamo la Resistenza, che dopo una dura lotta pare essere giunta all’ultima battaglia senza più risorse, prossima all’annientamento; ma l’ultima speranza sembra essere custodita in un robot che ha nella sua memoria il pezzo mancante per ritrovare il disperso Luke Skywalker, la sola possibilità rimasta alla Resistenza di fermare il Primo Ordine.
Come da copione (letteralmente!), il Primo Ordine vuole dare il colpo di grazia alla Resistenza utilizzando una nuova arma, un immenso cannone solare in grado di colpire interi sistemi solari e annientarli; questo cannone è costruito su una gigantesca base spaziale sferica (questa cosa sbaglio o la abbiamo già vista?) chiamata Starkiller.
Da questi due punti focali si sviluppa la storia, in cui si inseriscono un soldato del Primo Ordine che non crede più nella sua causa, una giovane riciclatrice di rottami e il presunto cattivo turno, il tanto chiacchierato Kylo Ren.
Ora vi parlo da spettatore imparziale.
Il film è uno spettacolo visivo, è una pellicola di Abrams in tutto e per tutto. Il film (re)maker americano riesce ad infondere alla sua creatura un’anima intensa, colpisce con precisione il cuore dello spettatore con scene emozionanti e ricche di pathos; la sottile ironia che permea Il risveglio della Forza non toglie serietà ad una trama cupa e spesso dura, ma riesce a integrarsi alla perfezione nel tessuto del racconto, dando il giusto ritmo alla storia.
La forza della pellicola non sono solo le ambientazioni e la componente sci-fi, ma i personaggi.
Gli attori più datati (Ford e la Fisher in primis) sono semplicemente monumentali, perfetti in ogni scena, calati nei propri personaggi con una perizia senza eguali; vedere gli scambi di battute fra Solo e Leia è divertente ed appassionante, e l’immenso carico emotivo che la loro relazione rappresenta per il film è semplicemente strepitoso.
Stesso apprezzamento va anche a John Boyega e Daisy Ridley, rispettivamente Finn e Rey.
L’attore di colore riesce a dare al suo Finn credibilità e realismo; seguiamo il suo personale percorso verso la propria riscossa, il discostarsi dal destino che lo vedrebbe arma del Primo Ordine a prescindere dalla sua volontà. Ma Finn non è un personaggio tragico, riesce a dare alla vicenda un apporto divertente ed eroico, nonostante non sia esattamente l’eroe classico che ci potremmo aspettare; la sua anima è quella dell’uomo volenteroso, appassionato e altruistico.
E una compagna migliore di Rey non poteva trovare. La ragazza è un’eroina classica, pronta a ergersi da una vita difficile ma piena di speranza, anche se rimane legata alla sua vita dalla perenne attesa del ritorno della propria famiglia; Rey è appassionata e meravigliosa, una persona che improvvisamente scopre che ciò che riteneva una fantasia è invece realtà, che prepotentemente entra nella sua vita.
Ma se Finn e Rey sono riusciti, il fallimento ha il volto piatto e inespressivo di Adam Driver, che presta il volto a Kylo Ren. Il cattivo di turno è inutile, patetico e assolutamente privo di mordente, fallisce in ogni suo piano e sembra quasi essere messo li per necessità di copione e come brutta copia di Darth Vader. Nelle poche occasioni in cui la sua presenza ha una minima utilità è quando Kylo Ren è inquadrato con la maschera, perchè le capacità recitative di Driver sono assenti o inesistenti.
Nonostante il difetto di Kylo Ren, Il risveglio della Forza rimane comunque un film spettacolare, adrenalinico ed emozionante. Abrams dimostra di sapere lavorare benissimo sul piano emozionale con lo spettatore e gioca sapientemente con la storia, riuscendo a condurre la nostra attenzione su certi aspetti salvo poi stupirci con scene a sorpresa; come sempre, il regista si diverte a lasciare allo spettatore dei dubbi su certe scene, lasciando la speranza che i futuri registi diano le risposte attese.
Peccato che Abrams abbia nuovamente deciso di cimentarsi con un saga venerata in mezzo globo, cercando di offrire al fan un prodotto all’altezza delle sue aspettative.
E il gioco, come con Star Trek, presenta sempre le stesse pecche; Abrams è incapace di regalare non tanto allo spettatore ma al fan di Star Wars una storia nuova, completamente innovativa e che mantenga una linea di coerenza con la saga senza per forza copiare a man bassa dalle pellicole precedenti.
Il risveglio della Forza ricalca fedelmente la trama di Una nuova speranza, il che offre lo spunto per una riflessione: possibile che prima l’Impero e ora il Primo Ordine continuino ad accanirsi a fare armi (chiamala Morte Nera o Starkiller) e puntualmente le perdano allo stesso modo?
La trama de Il risveglio della Forza e di Una nuova speranza è identica, non giriamoci attorno; questo difetto è grave, perchè significa che Star Wars ha potenzialmente già detto tutto. La realtà è che ci sono, o meglio c’erano, decine di storie nuove e già pronte per esser usate, ma il buon Abrams preferisce come sempre giocare sul sicuro. Con la nuova pellicola di Star Wars, Abrams ha deciso di cavalcare il sicuro entusiasmo dei vecchi affezionati, ormai padri, che sarebbero corsi al cinema portando anche i figli, per poter trovare nuovi fan e sfruttare la nostalgia degli aficionados più datati.
Ma l’operazione riesce solo in parte, perchè i difetti di Il risveglio della Forza diventano ancora più grandi se visti con gli occhi del fan. Se la storia è un immenso “già visto” con giusto due o tre piccole varianti (e un colpo di scena davvero notevole, devo ammetterlo), il totale fallimento di Kylo Ren come personaggio assume un connotato ancora più negativo; l’unico personaggio addestrato nelle arti Jedi riesce a perdere miseramente il confronto con chiunque si approcci per la prima alle vie della Forza, risultando un personaggio inutile e ridicolo. Non aiuta il fatto che ne Il risveglio della Forza sembra che tutti sappiano brandire una spada laser come se la usassero da anni; aggiungiamo che Rey scopre la propria affinità alla Forza e dopo nemmeno un minuto riesce a padroneggiare poteri che nella saga solitamente devo essere insegnati ed affinati in anni, ma la giovane brandisce la spasa laser con una bravura che farebbe invidia a Mace Windu!
Altra forzatura è la presenza della prima spada laser di Luke, appartenuta in origine ad Anakin Skywalker; la suddetta spada laser compare a metà film, come se fosse ovvio trovarla in quel posto, ed un personaggio rivela che fu Luke a lasciarla in quel luogo. Peccato che fu proprio Luke a perdere quella spada laser in L’impero colpisce ancora, quando l’arma cadde nelle profondità di Bespin con attaccata la mano di Luke ( JJ, hai presente “io sono tuo padre”?); far comparire quell’arma , senza spiegazione e pretendere che il fan (non lo spettatore) lo accetti passivamente è un’offesa al fandom di Star Wars.
ANCORA UNA VOLTA ABRAMS SCEGLIE DI GIOCARE SUL SICURO, PRENDENDO UNA TRAMA APPREZZATA IN PASSATO ED ADATTANDOLA PER CATTURARE NUOVI SPETTATORI CERCANDO AL CONTEMPO DI SFRUTTARE LA NOSTALGIA DEI VECCHI FAN
La fortuna di Abrams è che i brand storici della sci-fi come Star Trek e Star Wars godono di una base di affezionati seguaci massiccia, che patisce l’assenza dei propri beniamini dallo schermo, e che spesso preferisce un prodotto mediocre alla totale assenza di un film che ne narri le gesta. La paura di non avere più storia con protagonista Luke spinge molti fan ad accettare questo film come un magnifico ritorno, senza voler vedere che in realtà si tratta di Una nuova speranza 2.0.
La verità è che Abrams è un maestro nel creare emozioni visive intense, ma non ha la capacità di creare nulla di originale o nuovo, deve lavorare su un qualcosa che ha già funzionato, preferisce giocare facile e non rischiare su un progetto innovativo; è un peccato, perchè sono sicuro che il creatore di Lost abbia delle immense potenzialità, ma ostinatamente si occupa di remake e reboot, non vuole osare e proporre un qualcosa che sia completamente e totalmente suo.
Star Wars merita di meglio, non tanto dal punto visivo, ma da quello narrativo, servono novità e la speranza, la nostra nuova speranza, è che i futuri episodi riescano a sfruttare il finale di abrams per portare la storia di Rey e Finn verso nuovi lidi!