PosAIdon: così è stato ribattezzato il nome del dio del mare della mitologia greca, per quello che è il primo tatuaggio nato dall’incontro tra creatività umana e intelligenza artificiale. L’iniziativa di Gabriele Pellerone, 30 anni, tatuatore di fama internazionale, è destinata a cambiare per sempre il modo di creare quelle opere d’arte che adornano la pelle di un numero sempre crescente di appassionati. “Fino a ieri le immagini tatuate nascevano da precise richieste dei clienti, che sceglievano da appositi cataloghi di motivi classici, o volevano copiare figure già viste su libri, sul web o altri tatuaggi indossati da celebrity”, spiega Pellerone. “L’utilizzo dell’Artificial Intelligence permette invece di focalizzarsi su una forma di narrazione unica. Il cliente può spiegare al tatuatore i temi, i ricordi, gli eventi che vorrebbe riassunti in un’immagine e l’artista può affidare agli algoritmi, attraverso l’utilizzo di parole chiave, questo intimo storytelling per ottenere un’immagine che non è mai esistita prima, utilizzandola poi come base per effettuare ulteriori modifiche, guidate dalla propria sensibilità artistica ed esperienza”.
Pellerone, già espositore degli originali quadri tatuati su pelle sintetica alla Biennale Arte e inserito nella classifica 2022 di Forbes Italia dei 100 giovani under 30 che cambieranno il mondo, è un pioniere che da tempo cerca di promuovere la cultura digitale e le opportunità delle nuove tecnologie nel suo settore. E grazie all’incontro con LAB9, studio di progettazione di Stefano Santomauro e Alessandro Galli che dal 2001 opera nel campo del lighting, concept e visual design, è riuscito a realizzare le sue idee, diventando il primo artista italiano a realizzare un tatuaggio virtuale nel Metaverso col progetto MetaINK 3D, e a pubblicare una collezione privata di NFT, la cui punta di diamante è l’opera NFT Head ⅕, esposta nella mostra Dart 2121 al Museo della Permanente di Milano.
PosAIdon è nato grazie al dialogo tra il tatuatore, il suo cliente e l’AI: “Un ragazzo si è presentato da me chiedendomi di rappresentare la forza e potenza di Poseidone mentre esce dall’acqua”, spiega Pellerone. “Lo immaginava con capelli lunghi, barba folta e fisicamente imponente, con in mano un arpione. Per dare forma alla sua immagine abbiamo affidato agli algoritmi questa descrizione e ricavato una serie di immagini. È stato attraverso un processo di affinamento e selezione del risultato che siamo arrivati alla scelta di quella di partenza, che ho successivamente rielaborato aggiungendo dettagli e un’ulteriore personalizzazione per arrivare al disegno definitivo”.
La storia dei tatuaggi è lunga e diversificata, con origini che risalgono a migliaia di anni fa. E nel corso del tempo, la tecnologia ha sempre giocato un ruolo importante nella sua evoluzione, dalla creazione di nuovi materiali alla scoperta di nuove strumentazioni e ai relativi miglioramenti nella tecnica.
A differenza di molti artisti che vedono nello sviluppo dell’Intelligenza Artificiale un pericolo, Pellerone vuole lanciare un messaggio positivo: “Sono convinto che l’intelligenza artificiale oltre a potenziare la creatività, possa trasformarsi in un valido supporto, per me e i miei colleghi, nel creare opere uniche e personalizzate, basate sulle preferenze e le esigenze individuali dei nostri clienti. Certo l’AI non possiede un’anima, ed è per questo che il tocco finale spetta sempre all’artista”. L’utilizzo di questa nuova tecnologia permetterà dunque di eliminare i confini creativi che i tatuatori incontrano, consentendo loro di creare disegni che altrimenti sarebbero troppo complessi o difficili da realizzare a mano su carta.
PosAIdon è solo il primo di una serie di tatuaggi che Pellerone si prepara a realizzare con l’ausilio degli algoritmi, per rispondere alle esigenze di chi vuole imprimere per sempre sulla pelle un’immagine che ne rappresenti compiutamente la personalità. Si prospetta così una nuova era per il mondo del tattoo: opere uniche, sofisticate e personalizzate, con una qualità e precisione che non è possibile ottenere attraverso i metodi tradizionali. “Crediamo da sempre nelle potenzialità della tecnologia unita all’abilità creativa per generare nuove idee da trasformare in progetti”, spiega Stefano Santomauro, fondatore di Lab9. “Aver contribuito a sviluppare le idee e dare forma ai progetti di Gabriele è stata una sfida impegnativa ma gratificante. L’intelligenza artificiale potrà aiutare molte aziende ad accelerare e sviluppare la crescita del proprio business”.