PERFETTI SCONOSCIUTI – Recensione

23 Mar 2016

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PERFETTI SCONOSCIUTI: CHE TRISTEZZA

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Una cena in casa fra amici, quattro coppie di mezz’età, chi sposato con figli chi in procinto di averne. Peppe (Battiston) è da solo perché la sua nuova fidanzata è influenzata. Appena seduti a tavola, chiacchierando del più e del meno, iniziano a discutere di telefonini, privacy e segreti. La padrona di casa Eva (Smutniak) propone un gioco: mettiamo tutti i cellulari sul tavolo e per tutta la sera ogni sms che arriva verrà letto pubblicamente ed ogni conversazione telefonica ascoltata in vivavoce: “Tanto nessuno ha nulla da nascondere!”. Alcuni sono titubanti come Lele (Mastrandrea), altri lo prendono come un divertimento, Eva incalza chiunque si rifiuti impuntandosi: ”Ah! Chi non vuole partecipare è perché ha qualcosa da nascondere!”. Fra imbarazzi e scherzi, il gioco ha inizio. Di lì in avanti è un susseguirsi di colpi di scena e rivelazioni scioccanti sulla vita privata/segreta dei commensali. Al termine della cena i segreti venuti a galla hanno minato la stabilità dei rapporti di coppia e di amicizia. Il finale a sorpresa sembra invece raccontare che quella sera il gioco non è cominciato e ognuno torna a casa con la propria moglie e soprattutto con i propri torbidi segreti.

Appena uscito dal cinema ero offeso e irritato, perché pensavo almeno di farmi due risate. Offeso perché le ambientazioni del film sono le stesse degli ultimi vent’anni: case bellissime e borghesi, tavole imbandite, cucine linde e immacolate dopo aver cucinato per dieci persone, quadri d’autore alle pareti, terrazzi con vista e oggetti di design.

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PERSONAGGI SEMPRE UGUALI CHE VIVONO DI APPARENZA E INFELICITA’

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I personaggi, sempre uguali, borghesi, cinici e cattivi che passata la quarantina mandano avanti una vita in-autentica di apparenza e infelicità e nel privato si perdono nell’essere pessime espressioni di umanità. Falsità, superficialità, cinismo e cattiveria, tutte caratteristiche che descrivono gli eroi del film. E infine, la ciliegina sulla torta, un bel discorso finale moralistico e figlio del medesimo punto di vista che imbarazza chi come me cerca qualcosa di più di un’ inutile commedia italiana. Buonismo e banalità s’incrociano nel descrivere un’Italia sfigata di chi guarda la televisione e di chi avalla modelli e valori tramandati dalla televisione stessa.

Sembra che il Nostro Paese sia sempre e solo tutto qui, sembra che non riusciamo a liberarci da un negativo punto di vista borghese che perpetua modelli falsi e circoscritti in ambienti poco popolari e lo stesso punto di vista si crede capace di poter lanciare e lasciare un messaggio intelligente o importante, un segnale. Quello che resta è rabbia e delusione nel vedere che gli eroi nel nostro tempo sono solo quattro fasulli e inutili burattini manovrati da regole sociali perbeniste e dalla vergogna, dalla paura di essere persone. Ma chi sono questi? La vita non è questa, la realtà nemmeno.

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Il film parte da una trovata di per sé curiosa anche se infantile: il “gioco della verità” e tiene il pubblico in sospeso fino alla fine, benché sia girato tutto in una casa. La sceneggiatura è sempre la stessa, i personaggi sempre uguali, cambia solo il canovaccio, rispetto ai pessimi film italiani degli ultimi quindici anni. Perché guardarci sempre da questo punto di vista? Perché continuano ad alimentare lo spirito del pettegolezzo, la banalità e questo buonismo borghese? Perché non possiamo raccontarci in modo diverso?

Abbiamo tanti giovani registi e giovani sceneggiatori con nuove idee e nuovi progetti che potrebbero dare al cinema e agli amanti del cinema qualcosa di più: di più vero e autentico, di più crudo anche, ma almeno vero e credibile, di più cinico magari ma con un senso autentico. Basta con queste fiction “messe al cinema”, basta con questa continua diffusione del messaggio televisivo (pettegolezzo, voyerismo, invidia e individualismo), basta con questa banalità che pretende di essere potente, autentica e legittima, basta con questa commedia italiana dove sono tutti cattivi, basta parlare di famiglie in crisi e rapporti umani penosi, basta! Liberateci e cavateci fuori da questa fossa in cui siamo scivolati e da cui non riusciamo più ad uscire; almeno fateci tirare fuori la testa!

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La morale finale nemmeno a dirlo è la conclusione inevitabile: i personaggi sono tutte pessime persone che fanno gli “amiconi” fra di loro quando in realtà sono cattivi come la peste. La morale che invece sono convinti di aver lasciato è che ognuno ha una vita segreta. Quindi ovviamente l’unico bravo cristo che è Rocco (Giallini) è quello che lo prende in quel posto dalla moglie e dagli amici, perfetto!!

Tornando all’inizio, ero irritato appena uscito dal cinema. Era irritato perché pensavo con un rimpianto da lacrime agli occhi a quei tempi in cui Monicelli, Risi, Olmi, Petri, Ferreri con Tognazzi, Manfredi, Gassman etc…  raccontavano un’Italia a cui loro appartenevano di diritto come cantori e che vivevano da protagonisti, con arte e mestiere e genio ineguagliato. E ancora a Totò, Mastroianni e Fellini e  ai film d’autore, autentici capolavori, divertenti, commedie tristi e brillanti e “Brutti sporchi e cattivi” di Scola dove c’è cattiveria e disumanità, ma tutto fatto con capacità, talento e qualità degni di un prodotto finito che resterà nella storia del cinema. La dignità sottile della miseria che faceva ridere e piangere si proiettava in un mondo senza tempo. E a noi ci tocca Genovese e queste cazzo di commedie deprimenti! Sono ancora irritato oggi che ci penso. Non andate a vederlo vi diffido e se incontro qualcuno che mi dice che è un bel film, gli spacco la faccia!!

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Non possiamo ancora rimpiangere Monicelli o Risi o Scola, ma non possiamo andare avanti finché faranno film del genere!” font_container=”tag:p|font_size:18|text_align:justify|color:%23ffffff” google_fonts=”font_family:Roboto%3A100%2C100italic%2C300%2C300italic%2Cregular%2Citalic%2C500%2C500italic%2C700%2C700italic%2C900%2C900italic|font_style:400%20regular%3A400%3Anormal”][/vc_column_inner][vc_column_inner width=”1/6″][/vc_column_inner][/vc_row_inner][/vc_column][vc_column width=”1/3″][vc_custom_heading text=”SCHEDA FILM” font_container=”tag:p|font_size:18|text_align:center|color:%23dd3333″ google_fonts=”font_family:Roboto%20Condensed%3A300%2C300italic%2Cregular%2Citalic%2C700%2C700italic|font_style:400%20regular%3A400%3Anormal” css=”.vc_custom_1443638238443{padding-top: 0px !important;padding-right: 0px !important;padding-bottom: 0px !important;padding-left: 0px !important;}”][vc_column_text]


  • RILASCIATO: 18.02.2016
  • GENERE: Commedia
  • DURATA: 97 minuti
  • REGIA: Paolo Genovese
  • SCRITTO DA: Paolo Genovese, Filippo Bologna, Paolo Costella, Paola Mammini, Rolando Ravello

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