Come molti di voi sapranno, Capitan America: Civil War ha dato un nuovo slancio al personaggio di Pantera Nera che, anche nella sua controparte a fumetti, è rimasto sin troppo nell’ombra, almeno fino al 2016. Due anni fa, infatti, Marvel Comics decide di rilanciare il personaggio tramite una serie a lui dedicata e scritta interamente da Ta-Nehisi Coates, giornalista politico nonché scrittore di diversi saggi. La critica e il pubblico accolgono a braccia aperte questa nuova direzione del personaggio, Coates parla dei problemi politici di Wakanda, un regno che ha accusato sin troppo la discontinua presenza del suo regnante per via di impegni “vendicativi”. Da questa produzione nascono diverse serie di accompagnamento, come World of Wakanda e The Crew, che però riscuotono scarso successo e chiudono dopo poco. La serie di Coates, però, continua ad essere pubblicata e sembra avere ancora tanto da raccontare sul re di Wakanda. Tutte queste pubblicazioni sono anche servite a pubblicizzare ancora di più il personaggio in occasione di Black Panther, lungometraggio che a breve sbarcherà nelle sale. Per celebrare la pellicola, Panini Comics ha deciso di ristampare diversi volumi dedicati al personaggio e noi di Nerdgate abbiamo scelto di recensire per voi una delle storie più acclamate ovvero Pantera Nera: Nemico Pubblico, scritta da Cristopher Priest e disegnata (principalmente) da Mark Texeira.
Attualmente sceneggiatore della serie dedicata alla Justice League e a Deathstroke, Christopher Priest inizia la sua carriera come editor per Marvel Comics, nel 1979, sotto il nome di Jim Owsley, il suo nome di battesimo. Poco dopo comincia a sceneggiare alcune serie dedicate principalmente a supereroi di colore, come Falcon o Power Man. Jim, verso la fine degli anni 80, lascia Marvel (per via di vari disaccordi) e inizia a lavorare per DC Comics dove si dedicherà, quasi esclusivamente, al personaggio di Lanterna Verde, oltre a lavorare al comparto editoriale di alcune testate. Nel 1993 si aggiunge al collettivo di artisti di Milestone Media, un’etichetta DC Comics che diversificò fortemente il mercato, focalizzandosi esclusivamente su eroi di colore e trattando tematiche sociali molto controverse, tanto da portare alla sua chiusura dopo pochi anni. In questo periodo Owsley cambia nome in Christopher Priest e tornerà in Marvel per lavorare su personaggi come Deadpool e Pantera Nera, ma contribuirà anche alla creazione di Quantum e Woody in Valiant. Mark Texeira è stato, invece, uno dei disegnatori più acclamati durante gli anni 90, lavorando a personaggi come il Punitore, Wolverine, Ghost Rider, Moon Knight, Jonah Hex; contribuendo in maniera fondamentale a quello che era l’immaginario visivo supereroistico dell’epoca.
Il volume pubblicato da Panini, in realtà, non contiene solo lo story-arc omonimo, ma anche il suo più lungo preambolo “Il Cliente”, che crea un quadro preciso degli eventi che T’Challa affronta in “Nemico Pubblico”. Gli eventi di questo volume ci vengono narrati dal povero agente del U.C.P. Everett Ross (interpretato nel MCU da Martin Freeman), accompagnatore del re del Wakanda durante il suo soggiorno a New York. La Pantera giunge alla Grande Mela per investigare sull’assassinio della bambina simbolo di una fondazione finanziata dallo stato di cui è a capo. Mentre T’Challa affronterà una detective story in cui sono parecchio palpabili le somiglianze con alcune storie dedicate all’Uomo Pipistrello, Ross si ritroverà coinvolto in eventi mistici e fuori di testa per un comune umano. Everett, inizialmente, ci racconta il tutto in maniera disordinata, saltando da un periodo temporale all’altro, dando per scontato eventi di cui noi lettori siamo all’oscuro e Priest gioca molto con questo escamotage per incuriosire il lettore, per invogliarlo a comprare l’albo successivo. Col passare dei capitoli il racconto diventerà sempre più lineare, ma gli eventi di cui Ross sarà vittima rimarranno allo stesso modo folli.
Seppur la narrazione possa sembrare (apparentemente) verbosa, soprattutto in alcune tavole tappezzate da balloon, Priest scrive dei dialoghi sagaci e leggeri che strappano anche più di un sorriso durante la lettura, farciti da continui riferimenti alla cultura popolare, tra musica e cinema. Ciò vale anche per il suo classico imprint narrativo che troviamo persino in questa storia, tramite la suddivisione in sotto capitoli che, pur più di una volta, citano pellicole che hanno fatto la storia del cinema. Il contesto urbano, però, non allontana Pantera Nera dalle sue radici anzi, gli eventi ci porteranno a rivivere le origini del giovane re, così come gli avvenimenti di NY sono strettamente collegati alla situazione che il Wakanda sta vivendo, in preda a rivolte e colpi di stato. Christopher Priest ci rende partecipi di un turbinio di eventi lasciandoci pochi attimi di respiro tra un pagina e l’altra, anche se verso gli ultimi capitoli, in particolare nello story-arc “Nemico Pubblico”, la narrazione perde parecchio mordente, risultando sin troppo diluita.
L’azione non manca a condire la trama di questo volume, ci ritroveremo più volte nel mezzo di combattimenti a base di arti marziali o di armi iper tecnologiche, marchio di fabbrica del Wakanda. Tutti questi scontri vengono magnificamente rappresentati dalla matita di Texeira e dal suo stile che riesce ad essere dinamico e dettagliato nei combattimenti, ma allo stesso tempo statico, quasi plastico nei momenti prettamente dialogati, oltre a inserire delle splash page che lasciano a bocca aperta. Altri disegnatori si affiancano a Texeira in questo volume, ma non tutti riescono a mantenere il ritmo della storia. Tra tutti spicca Joe Jusko, che cerca di non virare troppo dalla matita che lo ha preceduto, mantenendo uno stile molto simile a quello di Texeira anche per via dei colori di Brian Haberlin.
Le “mazzate”, però, non sono il fulcro della storia che seppure piena di eventi, tra investigazioni, chiacchierate con Mefisto, risse con Kraven e team-up con i Vendicatori, cerca comunque di approfondire quella che è la figura di Pantera Nera e ciò che rappresenta. Nel sesto capitolo del volume, per eventi di cui non entrerò nei dettagli per evitare possibili spoiler, Pantera Nera è ospitato ad un evento a porte chiuse tra persone di potere, mentre all’esterno dell’edificio, in cui tutto ciò avviene, si raduna un’immensa folla composta principalmente dalla comunità afroamericana di NY, giunti in massa per poter vedere il re del Wakanda. Così facendo, Priest mette in atto una similitudine tra la comunità di colore che vive nel mondo Marvel e quella che legge l’albo. Pantera Nera è sempre stato un simbolo in cui i lettori afroamericani potessero rispecchiarsi, il primo eroe di colore ad essere indipendente, scaltro, intelligente, abile e non una macchietta comica o un sidekick. T’Challa era un punto di riferimento, un chiaro messaggio di Stan Lee e Jack Kirby contro il bigottismo razziale degli anni 60, un personaggio che ha ispirato tutti i suoi lettori, portando alcuni di questi ad approfondire e ad espandere quel concetto in Milestone Media.