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ORFANI NUOVO MONDO: PREDATORI

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Il numero scorso di Orfani Nuovo Mondo Benvenuto nella giungla ci ha salutati con un finale drammatico e violento, al limite dell’ingiustizia; la morte di John, il fratello di Paul, è stato un duro colpo non solo per i sopravvissuti, ma anche per noi lettori, che avevamo iniziato ad affezionarci a John.

Aprire Predatori con la scena della morte di John è come riaprire una ferita, lasciando che il dolore della perdita sia come un ponte tra i due volumi, quasi si volesse riportare il lettore a quella sensazione di tensione ed ansia che aveva segnato la fine dello scorso albo; è una scelta vincente, ci aiuta a entrare in sintonia con le emozioni che affliggono i nostri eroi, le fanno nostre con una profondità tale che non serve recuperare la storia precedente, ci torna in mente con forza!

Ma in Predatori tutto torna drammaticamente all’atmosfera senza respiro della fuga, il salvarsi dall’attacco delle tremende belve che popolano i boschi di Nuovo Mondo; non basta l’odio e la sete di vendetta per sopravvivere, a volte l’unica via di scampo è la fuga, disperata e spesso tragica.

Proprio durante una corsa per la vita, Rosa e Paul si separeranno dal gruppo, spinto da Cesar ad abbandonare l’addolorato Paul, che sembra aver perso la voglia di vivere; a far cambiare idea al giovane sarà l’arrivo prematuro del figlio di Rosa, costretta ad affrontarlo mentre sulle loro tracce si muove un nemico che sembra arrivare come una nemesi dal passato di Rosa.

La nostra attenzione non viene portata solamente sulle vicende di Rosa, ma si sposta sulla Juric; nonostante la gravidanza, la presidente non sembra aver perso minimamente il pragmatismo dittatoriale che la contraddistingue. Nelle pagine che la vedono protagonista, la Juric riesce a diventare ancora più spregevole di quanto sia mai stata; il merito è di una sceneggiatura che presenta le motivazioni della sua politica senza più coprirle dalla retorica e dalla propaganda, mostrandole al lettore come sono realmente.

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SU NUOVO MONDO I PREDATORI NON SONO SOLO NELLE FORESTE, SPESSO INDOSSANO ABITI CIVILI PER NASCONDERE I PROPRI PIANI ESTREMI

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La scelta di abbandonare i meno validi sulla morente Terra, la spiegazione della grande verità dietro la lotteria e la sua lucida spiegazione sono un momento catartico, una sorta di rivelazione che se da un lato lascia inorridire il lettore per la sua fredda logica, dall’altro non può evitare di insinuare il dubbio sulla liceità delle azioni della Juric. Per quanto assurdo, la scelta di chi salvare non è paragonabile ai nostri precedenti storici, non viene costruita sul razzismo (come spiega la donna stessa), ma solo sul piano di garantire i migliori auspici per la rinascita della razza umana. E nonostante questo piano, la Juric cinicamente ammette che sarà comunque difficile ricreare una razza umana più salda, a causa dei difetti stessi della nostra specie.

Il personaggio di questa donna glaciale e a tratti squilibrata è magnetico, la si odia facilmente ma in un certo modo attrae per la sua forza e la sua tenacia; combatte a modo suo, manipola ma sempre per un fine in cui crede fortemente, senza farsi scrupoli nel trattare anche chi le sta più vicino come un oggetto. La stessa Mocciosa, ormai ridotta ad una macchina senza anima, è diventata un semplice strumento, un fastidio quando non adempie come previsto i modi; nelle tavole in cui la Juric le esterna il suo disappunto si respira il veleno che la anima, che si contrappone alla disperata richiesta di amore che la Mocciosa cerca di ottenere dalla Jurici, adempiendo ogni sua richiesta a prescindere dal prezzo che le costerà.

In tutto questo Rosa deve far fronte all’arrivo prematuro del suo piccolo, cercando di addestrare John come suo guardiano finchè non sarà ricongiunta al suo gruppo; la sceneggiatura di Recchioni e Monteleone è inappuntabile, intensa e strutturata in modo tale che ogni aspetto toccato sia ben sviluppato, completo e che aiuti il lettore a prepararsi agli eventi in arrivo. Il crescente interesse della Juric per Rosa e il suo sgorbietto è febbrile, traspare dalle parole della presidente e dalla decisione con cui ne ordina la salvaguardia ed il recupero. I due autori riescono a creare un equilibrio di tensioni familiari estremo, mettendo da un lato Rosa e il suo gruppo e dall’altro la Juric e la Mocciosa; proprio quest’ultima sembra essere la più umana, nella sua disperazione e nell’attaccamento alla propria missione come estremo tentativo di compiacere la propria madre.

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Questa incredibile carica emotiva si accompagna all’ottimo lavoro di Davide Gianfelice e Annalisa Leoni, rispettivamente matita e colore di questo albo; le espressioni dei personaggi sono incredibilmente vive, offrendo tutta la gamma dei sentimenti umani con un’intensità totale e coinvolgente, capace di assorbire il lettore all’interno dell’albo. Il tocco finale lo mette la Leoni, che con la sua abilità aggiunge il tocco cromatico, riuscendo a dare maggior vitalità all’albo, specialmente durante le scene di lotta, in cui le sue scelte cromatiche danno appieno il senso di violenza e disperazione che sembrano essere la base di questo albo.

La copertina di Matteo de Longis ci porta in una dimensione di ansia e sfida, mettendo in primo piano lo scontro tra Rosa ed il suo misterioso nemico!

Alla fine di questo albo Rosa riuscirà a ricongiungersi al suo gruppo, alla sua famiglia? La risposta vi attende in edicola, all’ultima pagina di Predatori. Con noi l’appuntamento è per la recensione del settimo numero di Orfani Nuovo Mondo, E non avrà paura, previsto per il 16 marzo.

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• USCITA: 16.02.2016
• SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Roberto Recchioni e Michele Monteleone
• DISEGNI: Davide Gianfelice
• COLORI:Annalisa Leoni
• COPERTINA: Matteo de Longis
• CASA EDITRICE: Sergio Bonelli Editore

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