La natura e i suoi cicli, la rinascita, le stagioni che si rincorrono come parte di un grande cerchio: la minaccia della morte che incombe al passo col freddo, e che viene sopperita da una nuova vita quando un’altra ci abbandona. Neva è tutto questo.
Il Nomada Studio ci trasporta fin dai primi momenti della loro nuova fatica, con la stessa facilità e di Gris tempo addietro. Una spinta al gioco che ci accompagna mediante una direzione artistica fin da subito estremamente ispirata, che fa della poetica e della semplicità i suoi cavalli di battaglia. C’è, infatti, una donna e la sua lupa, entrambe volte a fronteggiare la minaccia dell’oscurità incombente. Sono determinate, ma qualcosa non va. La battaglia è persa, e quando la donna rinviene la lupa ha lasciato questo mondo. La sofferenza genera un seme, non tutto è perduto: la lupa era una madre e questa ha una cucciola, Neva, nuova compagna della donna. Insieme, affronteranno il caos… o l’ineluttabilità di quel ciclo che in realtà è la vita stessa? Colori a tratti vividi, a tratti pastellati. Sfumature che giocano sulla prospettiva degli spazi e che creano un senso di piacevole profondità di campo. In questi meravigliosi dipinti si muovono le nostre eroine e lo fanno grazie a un platforming sequenziale, a tratti verticale, mai del tutto impegnativo. Così come gli scontri che anche a difficoltà più elevata, non soffrono di chissà quale complicanza. E come immaginarsi il contrario? Già, perché Neva non è un titolo ideato per le sfide quanto più per il relax che può derivare da uno storytelling silenzioso, calmo seppur dinamico. Una fiaba che fa il giro delle stagioni per ricordare al giocatore che non è necessario farsi venire il sudore in fronte quando si vestono i panni dell’eroe.
La direzione artistica va a braccio con una colonna sonora di certo non memorabile, ma che fa il suo nell’accompagnare le gesta dell’eroina e della sua nuova lupa. Amabile è il character design di personaggi e nemici, sempre intrigato da un tratto delicato e che coniuga egregiamente originalità ed essenzialità.
CONCLUSIONI: Neva diventa, quindi, un percorso dalla narrativa circolare, adatto a chi cerca un’esperienza che punta più sull’emozione che sul gameplay effettivo, e che non supera le, forse un po’ poche, 4 ore di gioco.