Arriva il primo marzo Logan, l’attesa pellicola su Wolverine che segnerà la fine di un’epoca, con l’abbandono di Hugh Jackman come volto dell’artigliato mutante canadese. Per arrivare preparati a questo evento, ho deciso di farmi una bella rilettura di quelle che sono state a mio avviso le più belle storie con protagonista Wolverine, il mutante dai mille nomi (Logan, James Howlett, Patch) che ha saputo diventare uno dei simboli del mondo dei figli dell’atomo di casa Marvel. Curiosamente, anche se associato da sempre agli X-Men, la prima apparizione di Wolverine risale all’ottobre 1974 in The Incredible Hullk, quando il governo canadese lo aveva inviato a fermare il verdastro forzuto americano; il suo sodalizio con i mutanti di Xavier risale a Giant X-Men 1 del 1975, quando in Marvel si decise di ridare vita alla saga degli X-Men, arrestatasi nel 1970 con il numero 66, con il celebre Seconda Genesi. E dopo la lezione di storia, sedetevi comodi che inizia la lettura!
N.B.: la lista è rigorosamente non in ordine di preferenza
Requisiti Top 10: storie con protagonista Wolverine
1- WOLVERINE (Chris Claremont, Frank Miller), 1982
La prima vera avventura da solista di Wolverine. Fino a questo momento era difficile immaginare il mutante canadese lontano dagli X-Men, ma chi meglio di Claremont poteva offrirgli questa possibilità? L’aspetto migliore di questa miniserie è il vedere Wolverine lottare contro il proprio fallimento come samurai, cominciando a delineare il forte legame che legherà sempre Logan al Giappone; in questa storia, Logan torna in Giappone per la prima volta dopo anni, in cerca di redenzione, impegnandosi a combattere lo spietato Shingen, per l’amore di sua figlia Mariko. Nonostante oggi la storia abbia un’impostazione diversa da come siamo abituati, conserva ancora un suo fascino, ma rappresenta un punto essenziale nella creazione del mito di Wolverine. Se poi aggiungiamo che i disegni li fece tale Frank Miller, potete intuire quanto questa miniserie sia un must!
2- ORIGINI (Paul Jenkins, Andy Kubert), 2001-2002
La storia che gli appassionati di Wolverine hanno atteso per decenni. Per quasi trent’anni la Marvel ha cercato di svelare lentamente il passato di Logan, rivelando piccoli indizi che facevano solamente aumentare dubbi e curiosità. Jenkins ha avuto il (difficile) compito di svelare la vera storia delle origini di Wolverine, rivelando che il suo vero nome non era Logan, ma James Howlett, mostrando anche la prima manifestazione dei suoi poteri, il suo primo amore e l’incontro con una delle sue nemesi storiche. Questa miniserie è anche la base da cui è partito il cinecomic Wolverine: Origini. Stupendi i disegni di Kubert, che risultano quasi un’opera pittorica grazie ad una colorazione spettacolare.
3- 24 ORE (Chris Claremont, John Buscema), 1989
Storia centrale nel delineare (anni primi di Origini) il conflittuale rapporto tra Wolverine e Sabretooth (Victor Creed). Tutto nasce quando durante un compleanno Logan ricorda il suo primo scontro con la propria nemesi, mostrando come la sconfitta possa far provare anche ad un individuo come Wolverine cosa significhi avere paura e soprattutto provare la sconfitta.La storia di Claremont è la prima vera indicazione che Sabretooth sia la vera e propria nemesi del mutante canadese. Il finale apre ad una delle tante rivelazioni del nebuloso passato di Wolverine, tanto che anche 24 ore diventa una fonte da cui si attinge per la realizzazione di Wolverine: Origini nel 2009.
4- WOLVERINE : THE END (Paul Jenkins, Claudio Castellini), 2007
Dopo Origini, Jenkins torna su Wolverine per raccontare la sua fine, all’interno di una collana in cui Marvel voleva raccontare la futura morte dei propri eroi. Vissuto per anni isolato dal mondo, Logan è vecchio, paranoico e soffre di deliri da schizofrenia, ma quando riceve una lettera scritta da Sabretooth poco prima di morire deve uscire dal suo isolamento e affrontare il proprio passato. Per la prima volta si lascia intendere che il leggendario fattore di guarigione di Wolverine non sia solo fisico ma anche mentale, funzione che lo porta a rimuovere i ricordi dolorosi ricorrendo all’amnesia selettiva come se fosse parte del sistema immunitario. Spettacolari le tavole del nostro Claudio Castellini (leggendario copertinista e disegnatore del Nathan Never bonelliano), ma che perdono parte del loro fascino a causa di una colorazione di Paul Mounts non proprio eccelsa, la cui responsabilità era della Marvel che lo costrinse a lavorare con scadenze ridicolmente brevi.
5- NEMICO PUBBLICO (Mark Millar, John Romita Jr), 2005
Wolverine scatenato! Finito sotto il controllo mentale di un’alleanza di Hydra e Mano viene costretto a combattere contro lo SHIELD e i suoi amici X-Men, per adempiere ad un piano del Barone Von Strucker che vorrebbe uccidere tutti i mutanti, per farli risorgere come pedine dell’Hydra. Wolverine affronta Nick Fury, Elektra, Daredevil e gli X-Men, ma solo quando viene liberato dalla programmazione dell’Hydra e prende coscienza di cosa ha fatto (tra cui uccidere Northstar) vediamo emergere il vero Logan, quello ferino, che ha da quel momento un solo obiettivo: sconfiggere l’Hydra e la Mano, uccidendo Gorgon
6- LOGAN (Brian K. Vaughn, Eduardo Risso), 2008
Sul finire di House of M, Wolverine recupera tutte le sue memorie, e in Logan lo vediamo usare questa ritrovata conoscenza per sistemare alcune vecchie questioni, ovviamente tornando in Giappone. In questa miniserie, Vaughn inserisce diversi flashback del passato di Wolverine, tra cui scene del suo trascorso militare durante la Seconda Guerra Mondiale; i riferimenti ad altre storie si vedono, dall’ambientazione all’ennesima storia d’amore con una donna orientale, ma Vaughn riesce ad evitare la copia rendendo il tutto fresco. Risso crea delle tavole stupende, rendendo Logan una miniserie da recuperare assolutamente.
7- OLD MAN LOGAN (Mark Millar, Steve McNiven), 2008-2009
Una storia estrema, in un futuro in cui non esistono più i supereroi, dopo che i villains decisero di allearsi fra loro per ucciderli. A capo di ciò che resta degli Stati Uniti siede un invecchiato Teschio Rosso che vive nel culto del suo eterno rivale Captain America. Logan è riuscito a rifarsi una vita, vivendo con la propria famiglia isolato dal resto mondo, tenendo la testa bassa e tollerando i soprusi della famiglia Banner, gli eredi di Bruce che ora dominano la costa est. Insolitamente pacifista all’inizio, inizierà a riscoprire la propria vena violenta quando i Banner faranno un passo di troppo. Scopriremo come Logan sia stato, suo malgrado, parte integrante della creazione di questo mondo futuro. Il finale rappresenta una sorta di chiusura del cerchio della vita super-eroistica di Logan con l’ultimo duello fra Wolverine e Bruce Banner/Hulk.
8- ATTRAZIONI FATALI (Fabian Nicieza, Scott Lobdell, Andy Kubert, Adam Kubert, John Romita Jr, Greg Capullo, Joe Quaesada), 1993
Abbiamo sempre visto Wolverine sfoderare i suoi artigli di adamantio, immaginerete quindi come questa storia in cui Logan perdere questa peculiarità possa aver colpito duramente i lettori. In questo periodo degli anni 90 in Marvel si tentò di mettere i propri eroi in situazioni estreme, e per Logan si decise di privarlo del suo adamantio, un’idea che venne realizzata da Magneto, sfruttando il suo potere di manipolare i metalli. Fu proprio in questa occasione che si scoprì che gli artigli erano uno dei poteri di Wolverine, visto che rimasero in una versione puramente ossea. Come conseguenza di questo evento, Wolverine decise di allontanarsi dagli X-Men per qualche tempo, in modo da tollerare questa sua nuova condizione.
9- WOLVERINE E KITTY PRYDE (Chris Claremont, Al Mingrom), 1984-1985
Alla base di questa miniserie c’è l’idea di Claremont di lanciare il personaggio di Kitty Pryde sfruttando la popolarità di Wolverine in quel periodo; anche se gran parte dell’attenzione viene dedicata a Kitty, che appare più tosta e tormentata rispetto a storie in cui agisce in gruppo, questa run è importante per il mito di Logan perchè stabilisce quel rapporto familiare, quasi da mentore/protetto tra Wolverine e Kitty che diventerà uno degli aspetti fondamentali nella vita del canadese; sia Claremont che autori successivi renderanno canonico questo particolare rapporto, che trasforma Wolverine e Kitty in uno dei duo meglio riusciti del fumetto mondiale.
10- LA MORTE DI WOLVERINE (Charles Soule, Steve McNiven), 2014
Immaginate Wolverine costretto a non poter più sfoderare i propri artigli e combattere, visto che il suo fattore rigenerante non può più curare il suo corpo,che ora inizia a risentire di tutte le ferite e le lotte del passato. Come la notizia si sparge si apre una caccia all’uomo, con una taglia messa sulla sua testa dal dottor Cornelius, colui che lo aveva reso Arma X, costringendo Logan ad un ultimo combattimento; la sua morte diventa l’occasione per una serie di testate in cui l’evento si ripercuote sul mondo Marvel, specialmente sui mutanti (come The Logan Legacy o The Weapon X Program).
SPECIAL GUEST- ARMA X (Barry Windsor-Smith), 1991
Per me, questa è LA storia di Logan per eccellenza, il mio personale inizio del mito. La trasformazione di Logan in Wolverine, vista non dal suo lato ma con gli occhi dei suoi creatori, il Dottor Cornelius e il dottor Thorton. Tragica, spietata, magnetica, un capolavoro, la lettura obbligatoria per capire come sia nato Wolverine; lasciate perdere film, cartoon o altro, qui è dove e come nasce Wolverine, il resto non conta!
Ecco la mia personale TOP 10 delle migliori storie di Wolverine, contando che non figurano altre epiche come Circolo Vizioso, il what if Senza Poteri o il meraviglioso I cavalieri di Madripoor di Jim Lee. Queste Top 10 sono sempre una tortura quando si tratta di selezionare così poche scelte in una vita editoriale così lunga. In chiusura, un mio personale outing! Con Logan si chiude l’onorato servizio di Hugh Jackman come Wolverine e gran parte dell’attuale successo di Wolverine dipende proprio dalla bella interpretazione dell’attore australiano nel ruolo dell’artigliato canadese, ma devo confessare che personalmente, da appassionato dei comic, Jackman non ha mai trasmesso quella sensazione di trovarmi di fronte a James “Wolverine” Logan Howlett! Ma di questo parleremo presto, affilate gli artigli!