Metal Gear Solid Delta: Snake Eater – Recensione

Konami decide di riportare in vita il suo storico brand con Metal Gear Solid Delta, remake dello storico terzo capitolo della saga.

1964, nel pieno della Guerra Fredda. Naked Snake, un agente speciale della CIA, viene inviato nella giungla sovietica per salvare Nikolai Sokolov, uno scienziato costretto a lavorare per i russi ad un’arma segreta potentissima. Ma una volta sul posto, le cose per il nostro protagonista si faranno a dir poco complicate, e col tempo scoprirà che niente è come sembra.

La sinossi di Metal Gear Solid 3 apre ad una trama che non ha certo bisogno di essere raccontata dal sottoscritto: una spy story degna dei migliori film di James Bond, pregna di intrighi politici e personaggi fortemente caratterizzati, che fa da prequel a tutta la saga raccontando le origini di Big Boss.


Motivo per il quale Konami ha deciso di riproporre le cutscene, la regia e le varie animazioni senza apportare alcuna modifica, una scelta indubbiamente sensata considerato anche quanto il piglio registico di Kojima sia fortemente riconoscibile, e metterci mano avrebbe rischiato di snaturare l’opera e scontentare moltissimi fan.

Metal Gear Solid Delta
Snake Eater è tornato, più bello e ricco di poligoni che mai

 WELCOME (BACK) TO THE JUNGLE

Partiamo dunque con l’analizzare l’aspetto fondamentale di questo remake, quello su cui sono stati impiegati gli sforzi maggiori, vale a dire il comparto grafico.
Metal Gear Solid Delta è costruito completamente con l’Unreal Engine 5, celebre motore grafico che ha permesso di portare l’opera ad un realismo a dir poco notevole.

Le ambientazioni quali la celebre giungla appaiono ora rigogliose e ricche di dettagli, così come l’acqua ed i vari animali sparsi per l’ambientazione, con un illuminazione dinamica che aumenta enormemente il realismo generale regalando un’atmosfera sublime. Certo, tale atmosfera non è la stessa del titolo originale, ma questo è un discorso che si applica a tutti i remake dove proprio la scarsa quantità di poligoni e filtri molto forti rendevano il tutto unico, ma del resto, per i più nostalgici, il capitolo del 2004 è sempre lì.

I celebri personaggi quali Snake Eater, The Boss, The End e molti altri, sono stati ricostruiti da 0 con grandi quantità di dettagli, animazioni facciali realistiche e texture ad alta definizione.
Discorso diverso per le animazioni del corpo, le quali sono le medesime del titolo originale che si avvalse della motion capture, che se per i tempi era di altissimo livello, oggi non risulta al passo con i tempi con il risultato che in alcune (rare) cutscene troveremo situazioni bizzarre con personaggi visivamente realistici ma con movenze talvolta poco credibili.

UN GAMEPLAY IMMUTATO

Dal punto di vista del gameplay, Metal Gear Solid Delta ha un approccio molto conservatore, con pregi e difetti della cosa.

La novità più importante risiede nel nuovo tipo di telecamera, ovvero Modern, che riprende lo stile dei capitoli più recenti con una visuale in terza persona libera e controlli modernizzati; ad affiancarla c’è la modalità Legacy, identica in tutto e per tutto a quella del titolo originale.
Altra piccola ma impattante aggiunta risiede nel poter cambiare mimetica (aspetto fondamentale per camuffarsi) tramite la pressione della freccia direzionale superiore, senza dover aprire il menù di gioco, cosa che rallentava di molto il ritmo.

Metal Gear Solid Delta
Cambiare mimetica in base a dove ci troveremo sarà essenziale per non farsi vedere dai nemici


Le modifiche al gameplay finiscono qui: non è stata ritoccata l’ia dei nemici così come il loro posizionamento, né tantomeno il level design, per non parlare dei celebri boss, rimasti pressochè immutati.



Ed è qui che mi sento di dire che Konami avrebbe potuto mostrare più coraggio. Poichè gli aspetti sopra citati, oltre 20 anni dopo, iniziano a mostrare il fianco, a cominciare dall’ia dei nemici che è ormai antiquata con tutto ciò che esso comporta.
Anche il level design, per quanto di più difficile approccio, avrebbe potuto essere ritoccato, con livelli ampliati, nuovi percorsi e possibilità di approccio ai nemici, aspetti che tra le altre cose avrebbero permesso ai veterani della saga di provare nuove sfide.

Abbiamo anche un esempio perfetto, tra l’altro sempre di casa Konami (ma sviluppato da Bloober Team), ovvero il remake di Silent Hill 2, che è riuscito ad amplificare e modernizzare egregiamente una pietra miliare del genere.

Metal Gear Solid Delta
Per i fan storici della saga questo è molto più di un semplice ponte


OTTIMIZZAZIONE E MODALITÀ SECONDARIE

Per quanto concerne l’ottimizzazione, considerati i grossi problemi che Unreal Engine 5 tende a dare pressoché sempre, gli sviluppatori hanno svolto un buon lavoro; ho giocato il titolo su pc con una macchina abbastanza performante e non ho avuto alcun problema di sorta, nemmeno sul fronte dei bug.

Da segnalare che oltre alla Storia, Metal Gear Solid Delta include due modalità aggiuntive: la prima è Snake vs Monkey, un simpatico minigame già presente nell’originale e che fa da crossover con Ape Escape, nel quale dovremo catturare varie scimmie sparse nei livelli di gioco; la seconda e ben più ambiziosa è denominata Fox Hunt, ma purtroppo sappiamo ben poco a riguardo poichè uscirà nel corso dei prossimi mesi.

CONCLUSIONI: Metal Gear Solid Delta è un ottimo remake che riporta in vita con una veste grafica notevole una delle pietre miliari dell'epoca PS2; il titolo è ancora oggi intriso di fascino grazie alle atmosfere, ai personaggi e ad una spy story davvero ben scritta. Sicuramente un pizzico di coraggio in più avrebbe giovato all'opera modernizzandola e svecchiandola in alcuni aspetti.

VOTO FINALE: 8

  • Graficamente magnifico
  • Piccole aggiunte di quality of life apprezzate
  • Il titolo originale è una pietra miliare del genere
  • Konami poteva mostrare più coraggio svecchiando ed ampliando alcuni aspetti
  • Il gameplay più moderno lo ha reso a tratti eccessivamente facile