MAD MAX: FURY ROAD – Recensione

30 Set 2015

MAD MAX: FURY ROAD: CON MAX TORNIAMO NELLE WASTELAND, VIOLENZA E MEZZI ASSURDI SARANNO I NOSTRI COMPAGNI!

Lo confesso, al passaggio nei cinema qualche mese fa mi sono perso Mad Max: Fury Road.

Lo so è un’indecenza, ma la paura di vedere smatellare l’ennesimo mito degli anni ’80 da un nuovo reboot mi ha frenato; a sentire il giorno dopo gli amici mi sono perso un capolavoro, un qualcosa di epico e che non avrebbe fatto rimpiangere il Max di Mel Gibson.

Complice il buon lavoro fatto dagli Avalanche Studios nel portare il folle Max sui nostri PC, mi sono deciso a rimediare a questa mia mancanza acquistando il Blu-ray, sperando in due ore di sano intrattenimento.

Iniziamo col dire che alla Warner non si sono sprecati nell’allestire il menù del disco, uno stile minimalista che può risultare gradevole nell’estetica, ma qualche contenuto speciale in più male non farebbe…

Non mi lascio certo distrarre da queste quisquilie, inforco gli occhialini e mi butto a capofitto nel mondo del dopobomba ideato da Miller.

In Mad Max: Fury Road troviamo un Max (anche se non ci viene espressamente detto) solitario e rassegnato a vivere come un eremita, schiavo dei suoi tormenti e dei suoi incubi. La sua stessa voce roca ci introduce ai suoi pensieri cupi, piegati da un costante senso di colpa per la morte dei suoi cari. Il difficile rapporto con se stesso e la sua coscienza prende vita nelle allucinazioni di cui pare soffrire Max, che spesso si manifestano nei momenti meno opportuni; proprio durante uno di questi episodi allucinatori Max si accorge di essere la prossima vittima di un gruppo di predoni del deserto. La fuga non ha un esito positivo, e il nostro protagonista finisce vittima dei Figli di Guerra, la milizia della Cittadella, che lo portano nella loro fortezza, dove Max diventerà una Sacca di Sangue, ovvero una fonte di sangue per i soldati feriti.

All’interno della Cittadella il potere è amministrato da Immortan Joe, un ex militare, un eroe della guerra per il petrolio e l’acqua, riuscito a conquistare questa oasi e a governarla con il pugno di ferro; il suo bene più prezioso sono le Riproduttrici, donne con cui cerca di aver figli sani e forti, cosa che fin’ora non gli è riuscita. Durante la tentata evasione di Max assistiamo alla cerimonia della partenza della blindocisterna verso Gastown, dove l’Imperatrice Furiosa farà il carico di petrolio per la comunità. Peccato che Immotan Joe e Furiosa non paiono proprio d’accordo su cosa vada fatto per il bene della propria comunità, dando origine a una faida casalinga mica da poco!

Dire di più della scarna trama sarebbe uno spoiler sicuro, quindi mi fermerei a questo punto, lasciandovi il piacere di scoprire quale piega prenda la vicenda; vi posso solo dire che per due ore mi sono goduto un concentrato di adrenalina, con un impatto visivo impressionante, ma ho potuto notare anche qualche piccolo difetto.


LA TRAMA NON È IL FORTE DI FURY ROAD MA L’ADRENALINA È DA PAURA!


Mad Max: Fury Road non fa della trama un punto di forza, dandoci già tutti gli elementi della storia nel primo quarto d’ora del film; si potrebbe dire che in un film del genere la storia non ricopra tutta questa importanza, però qualche dettaglio in più per una maggior profondità, avrebbe di sicuro giovato all’impianto narrativo. Chiedere allo spettatore di accettare che tutta la trama si basi su un lungo, eterno inseguimento sembra un po’ troppo, eppure, nonostante la trama scheletrica, Miller riesce a tenerci incollati al divano grazie al suo marchio di fabbrica; la spettacolarità!

Aiutato anche dall’ambientazione desertica e dai colori vivi e intesi, Miller ci porta in un’ambientazione che teoricamente dovremmo già conoscere (avete visto tutti la Trilogia di Mad Max, vero?), eppure riesce a rivisitarla, rimodellarla e presentarla in una chiave nuova, attuale; le nuove generazioni che non hanno conosciuto il Max “classico” possono appassionarsi a questa sua seconda vita grazie alle scene di azione eccessive, agli effetti speciali sempre presenti.

Ma la parte del leone del film spetta ai mezzi usati, mostri meccanici potenti e fragorosi, nati dalla fusione di vari pezzi di auto dismesse e riassemblate per essere resistenti e divorare la strada a velocità folli! Sullo schermo ci saranno spesso decine di questi bestioni intenti a darsi battaglia, tra sportellate ed esplosioni, abbordaggi e fughe rocambolesche tra dune e tempeste.

Oltre all’impatto visivo bisogna anche avere dei protagonisti che sappiano reggere il film, che gli diano vita.

Tom Hardy deve prendersi l’impegno più grande, riportare Max Rockantansky nei cuori dei vecchi fan e far breccia nelle nuove generazioni; per farlo deve impersonare un uomo distrutto, mosso dall’inerzia dell’istinto di sopravvivenza e rassegnato a soffrire ogni giorno.

La vera difficoltà nell’impersonare Mad Max è stata dover recitare per la parte iniziale del film senza parlare, con una museruola sul volto da cui si intravedevano solo gli occhi, spiritati ed espressivi in modo impressionante; anche una volta libero dalla maschera metallica, Max non si è prodigato molto nei dialoghi, affidando tutta la sua recitazione alla mimica facciale, minima ma efficace, e alla espressioni durante le scazzottate.


ESAGERATO, VIOLENTO, FOLLE: MILLER CI RIPROVA!


Ad affiancare fin dall’inizio Max troviamo uno dei Figli di guerra, Nux, che prima tratta Max come il suo centro trasfusionale personale, salvo poi iniziare a dubitare delle sue idee e provare a cercare una nuova strada, di sua scelta e non per costrizione altrui; Nicholas Hoult riesce a dare a Nux una tale carica emozionale, dagli eccessi di fanatismo alla disperazione, che rende il suo personaggio il più interessante dell’intera pellicola.

Furiosa ha le fattezze di una sempre splendida Charlize Theron, donna forte e indomita, nonostante carente di un braccio, mai doma e pronta a tutto per compiere la sua missione; le dinamiche fra lei e Max passano rapidamente dalla diffidenza alla totale complicità, dando un ritmo nuovo e mai piatto al film.
Curiosamente nel film vengono presentati male e con scarsa profondità i cattivi di turno, primo fra tutti Immortan Joe, che sappiamo essere un desposta con forte istinto paterno e con problemi resipratori (il primo che mi nomina Darth Vader verrà pesantemente punito!); insomma, dargli più spazio, renderlo più partecipe sarebbe stato preferibile, anche nelle scene di battaglia compare pochissimo e mai in maniera efficace… una vera delusione, se pensiamo che a dargli vita è Hugh Keays-Byrne, che nel 1978 aveva impersonato alla perfezione il perfido Toecutter in Interceptor, l’origine del mito di Mad Max!!

Ad arricchire le fila dei cattivi ci sono parecchie figure secondarie, poco usate e delineate e dalla vita estremamente breve; il lato negativo di questo nuovo Mad Max è che si punta tutto sull’azione, senza perdersi la briga di dare qualcosa in più, quello spunto che potrebbe rendere il film da divertente ad epico.

Non mancano nemmeno delle situazioni tendenti all’inverosimile in Mad Max: Fury Road.

Max riesce a passare quasi la prima mezz’ora del film a fare da fonte di sangue per Nux, con una trasfusione fatta con un semplice tubo, sopravvivere ad una (spettacolare) tempesta di sabbia dove muoiono a decine, e riuscire alla fine a trascinare Nux svenuto, più una pesante portiera di automobile; insomma, quanti litri di sangue ha??? Senza contare che in un futuro privo di tecnologia, dove la medicina è a livelli medioevali, il medico della Cittadella scopre in tempo zero che Max è un donatore universale di gruppo 0: ma come, mi scopri una cosa del genere, e non riesci a salvare un ferito alla gamba???

Meglio non aprire il discorso sul braccio finto di Furiosa, attaccato al corpo con una bretella, MA in grado di muoversi e funzionare come una vera e propria mano….MADDAII!

Va bene che in certi casi lo spettatore deve accettare di non badare a ogni dettaglio, ma su certe cose non ci si può voltare dall’altra parte, nemmeno se il personaggio è un pazzo come Max!

Tutti questi difetti vengono però annullati dall’adrenalina che il film pompa, duelli al volante frenetici, zuffe colossali e grandiosi inseguimenti; per rendere questa atmosfera al meglio, Miller ha optato per il 3D, scelta azzeccatissima e di grande impatto, forse uno dei 3D meglio usati negli ultimi tempi. Gli scenari in cui si muovono i personaggi sono stupendi, una bellezza naturale e ferita delle Wasteland che sembra soffrire e lottare con Max e compagni.

A rendere il tutto ancora più coinvolgente ci pensano le ottime musiche, puntuali e d’atmosfera in ogni momento, un valido supporto alle scene che scorrono sullo schermo!

Mad Max: Fury Road non va paragonato con il Mad Max classico, non fatelo. Anzitutto perchè non ne è all’altezza in nessun aspetto, non ne ha né la profondità né il carisma, uscirebbe sconfitto senza diritto di appello. La storia, il mito di Mad Max è nella Trilogia con Mel Gibson, in questa nuova incarnazione Tom Hardy ha rivestito un ruolo di cui porta il nome ma non il fascino e lo spessore, per quanto dia un’ottima prova come attore.

Anche Miller non riesce a ricreare le atmosfere dei suoi precedenti capolavori, sacrificando un po’ della storia in nome di una spettacolarità che ha più del Fast and Furious che di Oltre la sfera del tuono. È un ‘occasione persa, ci si limita ad offrire un film di buona fattura, quando seguendo la tradizione delle pellicole precedenti si sarebbe potuto offrire al pubblico un capolavoro; in certi occasioni, sarebbe meglio lasciare gli eroi come li ricordiamo, prima di distruggerli, e offrire ai nuovi spettatori nuovi idoli, ma sembra che ormai le nuove idee siano estinte.


  • RILASCIATO: 23 giugno 2015
  • GENERE: Azione
  • DURATA: 120 Minuti