In questi giorni non si parla d’altro se non di Thor: Ragnarok, l’ultimo cinecomics prodotto da Marvel Studios che è da poco sbarcato nelle sale dei cinema italiani. Come già sappiamo dalla sinossi, questo film vedrà l’introduzione di nuovi personaggi come Hela, la regina del regno di Hel, una sorta di ade asgardiano; ma rivedremo anche personaggi che mancano da un po’ sul grande schermo: il tonante Thor, l’incredibile Hulk e il nefasto Loki. Non è quindi strano che Panini Comics Italia, essendo l’editore della Marvel Comics qui da noi, abbia deciso di dedicare una vasta parte delle sue attuali pubblicazioni ai personaggi legati ad Asgard, è questo il caso del volume oggetto di questa recensione: Journey into Mystery – Rinascita, scritto da Kieron Gillen e disegnato da vari artisti come Doug Braithwaite, Pasqual Ferry e altri.
Kieron Gillen è uno dei migliori scrittori del panorama attuale del fumetto americano. Sotto Marvel Comics ha scritto diverse serie, tra le più note ricordiamo le sue run su Young Avengers, Iron Man e Darth Vader, mentre con Image Comics ha pubblicato la miniserie Phonogram e l’attuale ongoing The Wicked + The Divine. Pian piano Gillen si è allontanato dalle serie supereoistiche Marvel, dedicandosi alle pubblicazioni che riguardano l’universo di Star Wars, tant’è che a breve prenderà il posto di Jason Aaron alla sceneggiatura della serie principale. Con Journey into Mystery, però, non è la prima volta che Gillen si approccia al mondo norreno Marvel, bensì è stato sceneggiatore della serie Thor, durante il periodo Assedio, e della brevissima mini Beta Ray Bill: Godhunter.
Prima però di addentrarci nel volume oggetto della recensione, vorrei prima dedicarmi ad una breve introduzione storica della serie Journey into Mystery. Inizialmente nasce come rivista antologica a tema fantascientifico e, a tratti, horror, pubblicata da Atlas Comics, editore che poi cambierà nome in Marvel Comics. Con l’era Marvel, Journey into Mystery diventa a tutti gli effetti una serie regolare, pur sempre antologica, in cui vengono raccontate storie con protagonisti persone comuni che incontrano creature fantastiche come alieni, mostri e fantasmi. E’ col #83 della serie che fa il suo esordio il potente Thor, scritto da Stan Lee e disegnato da Jack Kirby, il quale rimarrà protagonista della serie sino al #125. Dal #126, per via del successo riscosso dal tonante, la testata cambia nome in The Mighty Thor mantenendo la numerazione precedente, era il 1966. La serie poi viene ripresa nel 1996 con il #503, continuando quindi la numerazione della serie di Thor, tutto ciò fino al 1998. Quattordici anni dopo, nel 2011, la serie torna al posto del mensile dedicato al dio del tuono in occasione del mega evento Fear Itself, ma solo per 21 albi. E’ quest’ultima la versione ristampata nel volume che andremo ad analizzare.
Come potete notare immediatamente dalla copertina del volume, protagonista di questa serie è principalmente Loki, ma in una versione molto più giovane del normale. Come mai? Durante gli eventi di Assedio, evento che ha portato alla distruzione di Asgard per mano di Norman Osborn e Void (il lato oscuro di Sentry) soggiogati da Loki, il dio degli inganni si sacrifica per Asgard per via dei sensi di colpa causati dalla vista di un Asgard totalmente distrutta.
Nonostante ciò Loki, anteriormente al suo sacrificio, aveva stretto un patto con Hela e Mefisto che gli ha permesso di potersi reincarnare, ma in un corpo molto giovane e senza alcuna memoria delle sue precedenti azioni. Thor ritrova il ragazzo e gli rinfresca la memoria riguardo tutti gli eventi a lui legati. Il dio del tuono, però, colpito sia dal sacrificio del fratello, sia dalla purezza fanciullesca di questa nuova incarnazione di Loki, decide di proteggerlo e riportarlo tra gli asgardiani.
Gli eventi narrati in questo volume iniziano proprio con il giovane Loki che viene visto con diffidenza e sdegno dalla sua gente, se non fosse per Thor che cerca di stargli accanto. Gli asgardiani hanno tutto il diritto di essere adirati verso il dio degli inganni, egli ha portato alla distruzione di Asgard, la loro millenaria dimora, e il suo sacrificio non basta a rinnovare il loro pensiero, in fondo stiamo sempre parlando di una divinità che fa dei tranelli il suo pane quotidiano. Il giovane Loki però vuole porre rimedio a tutte le malefatte che la sua vecchia incarnazione ha messo in atto, ma una gazza gli rilascia una chiave che lo porta ad incontrare lo spirito del precedente Loki, anche egli intento ad aiutare il ragazzo nel diventare una persona migliore, un protettore dei nove regni, e a tal fine si trasforma in una gazza che accompagnerà e consiglierà il giovane Loki per il resto del volume.
Contemporaneamente, però, una nuova entità fa il suo ritorno: il Serpente, divinità asgardiana della paura, risvegliato da Syn, figlia del Teschio Rosso. Questo nuovo nemico è il fratello di Odino, che in precedenza aveva rinchiuso il Serpente per via della sua malvagità. Questo ritorno preannuncia la distruzione di Midgard ed ecco quindi per Loki un’occasione per poter aiutare suo fratello Thor e i nove regni. Mentre gli eroi della Terra saranno occupati in prima linea a difendere il loro pianeta dalla paura portata dal Serpente, Loki agirà in secondo piano, ma non da solo. Per via della sua fama, il dio dell’inganno, non riuscirà a farsi aiutare dai paladini di puro cuore di Asgard, ma dovrà stringere alleanze con forze oscure, divinità marce tanto quanto la sua precedente incarnazione. Parliamo di elementi come Hela, Mefisto, Surtur e altre creature malvagie che Loki riuscirà ad accattivarsi grazie alla sua verve.
E’ davvero affascinante vedere un personaggio come Loki sotto una luce nuova perché, a differenza della sua versione cinematografica più vicina alla figura di un antieroe, è sempre stato un subdolo doppiogiochista e traditore che difficilmente ha mostrato rimorso e senso di giustizia. E’ curioso, quindi, come riesca a sfruttare la sua mentalità da bugiardo e ingannatore al servizio di un fine nobile, mostrando una chiara e totale evoluzione da quello che era il personaggio. Nonostante ciò la trama che viene sviscerata nei 10 albi contenuti in questo primo volume ha dei ritmi molto lenti, Gillen cerca sì di imitare la narrazione delle prime serie di Journey into Mystery, ricche di dialoghi del narratore, ma non riesce a pieno in questo escamotage e in generale la storia non presenta alcuno scossone a rinvigorirne il ritmo. Oltretutto la trama è molto legata agli eventi che si sono susseguiti sugli albi dedicati a Fear Itself, quindi per goderla al pieno è necessaria la lettura dell’evento o perlomeno una solida infarinatura.
Gli albi, contenuti nel volume che personalmente ho trovato più interessanti sono il #627 e il #630. Nel primo vediamo Mefisto entrare in un bar e discutere con il barista della piega che sta prendendo la seconda guerra con il Serpente, raccontando anche il tutto dal punto di vista delle divinità e degli schieramenti che queste hanno scelto di intraprendere in questa guerra. Il #630 invece è l’epilogo di questo primo e lungo arco narrativo di Journey into Mystery e ha come protagonista Volstagg che racconta, in maniera bizzarra e divertente, gli eventi susseguitisi in Fear Itself, dal suo prologo alla sua conclusione.
Journey into Mystery – Rinascita è il primo volume (di 3) dedicati alla serie, quindi il viaggio è ancora lungo, prendete la palla al balzo e accompagnate Loki in questa sua redenzione.