John Wick 4, diretto da Chad Stahelski e distribuito da 01 Distribution, è il quarto capitolo dell’omonima serie che ha avuto origine nel 2014.
Come si può ben immaginare, il protagonista è un dinamico e, al contempo, statuario John Wick – Keanu Reeves – che brama la vendetta nei confronti della Gran Tavola , affidandosi inizialmente al sovrano di Bowery – Laurence Fishburne. Dai primi secondi, infatti, si assapora il collegamento con il titolo precedente, riprendendo chiaramente il finale che coinvolgeva i due sopra menzionati. Proprio questo inizio risulta martellante dal punto di vista sonoro e scenografico e si affianca, in maniera coerente, con quello che sarà poi il ritmo di tutta la pellicola. Veloce, dinamico, vivace, estremo e rumoroso; questi sono gli attributi che il titolo si merita e che rende ancora più evidenti rispetto ai prequel.
Il protagonista e l’amico Caine – Donnie Yen – riescono a tenere il centro delle scene, raramente ferme e statiche, trascinando lo spettatore nel combattimento e facendolo, altresì, divertire. Si, il il film risulta anche divertente, con quelle risposte secche che si affiancano alle scene tanto estreme nelle dinamiche, a volte assurde, da creare ilarità nel pubblico, compreso il sottoscritto. Il mood è questo, quello di portare all’estremo tutto, da un combattimento – più una strage oserei dire – alla caratterizzazione radicale della setta. La struttura della pellicola viene avviata e conclusa con lo stesso Caine, in un combattimento di massa prima e tramite uno scontro a due poi. Tale scelta sembra voler conferire un tono di eleganza alle scene, passando da un ‘se ne danno di santa ragione’, sempre caotico e danzante, ad un epilogo più elegante e catartico, smorzandolo con un’esibizione tête-à-tête, quasi spaesante.
Se, però, da un lato risulta divertente, dall’altro, questo, quasi onnipresente, ritmo elevato risulta monotono e rischia di appiattire quello che il dinamismo vorrebbe conferire alla pellicola. Tale appiattimento, tuttavia, risulta parzialmente bilanciato da una colonna sonora che segue il ritmo; dinamica, dai toni forti e potente, tanto da trascinare, in alcuni casi, più del combattimento stesso. A questa, seguono i bellissimi fotogrammi delle diverse ambientazioni, dall’illuminata Osaka all’elegante Parigi, con inquadrature immersive e spettacolari che si alternano a quelle ballerine e tremolanti delle tante scene di combattimento. Questo contrasto, di fatto, permette a chi si trova in sala di respirare e spezzare, per un breve periodo di tempo, il ritmo costantemente elevato. Un balletto a cui Reeves ha preso parte e di cui è protagonista, col suo abito in kevlar nero che lo mette in contrasto, in maniera chiara, col bianco degli adepti della Grande Tavola.
Di meritata menzione sono le interpretazioni di Hiroyuki Sanada, nel ruolo di Schimazu, di Ian McShane, in Winston, accomunati dal loro ruolo di direttori dei neutrali hotel Continental e dall’amicizia, pericolosa, con il protagonista e di Bill Skarsgard, nel ruolo di un villain ben costruito e caratterizzato, quale è il Il Marchese. Ruoli svolti in maniera trascinante e coerente con quello che, effettivamente, rappresentano. I primi due passano, infatti, dall’essere direttori freddi e attenti ad amici presenti e disponibili, mostrando la loro capacità di adattamento a ruoli molto delicati nell’intreccio della narrativa. Al contrario, il villain riesce a rappresentare bene un ruolo inizialmente strafottente e immerso nel potere, per poi mostrare, in maniera mai esplicita ma chiara, paura e preoccupazione, prima intangibili.
Il quarto capitolo della serie, John Wick 4, lo troverete nelle sale italiane a partire dal 23 marzo 2023, con la durata di “soli” 169 minuti che, almeno personalmente, avrei smussato volentieri.
Ps. Godetevi i titoli di coda: non fuggite subito o voi che entrate