Sono pochi i libri come “Io non ti lascio solo” di Gianluca Antoni che provano a spingersi nel territorio dell’adolescenza vera e propria, non quella dei Teenager come “Tutto ciò che il paradiso permette“, ma quella dei ragazzini di 9/10 anni con tutti i loro problemi di crescita e il pessimo rapporto con i genitori.
Prima di addentrarci nella recensione, posso anticiparvi che il libro merita assolutamente una lettura, e se al primo impatto poteste essere scoraggiati dai temi, andando avanti non riuscirete più a staccarvi ed ora ne scoprirete il perché.
Io non ti lascio solo: due amici e un cane scomparso
“Il maresciallo De Benedittis, prossimo alla pensione, lo sa bene che certi casi sono come vecchie ferite mai guarite: prima o poi si riaprono. E quando gli recapitano due vecchi diari ritrovati nella casa dove viveva Guelfo Tabacci – un montanaro scorbutico e solitario che, trent’anni prima, era stato al centro della terribile vicenda della scomparsa del figlio Tommaso, di soli due anni, un giorno scomparso e mai più ritrovato – tutto il dolore di quella vecchia ferita si rifà vivo più che mai.
I due diari appartengono a Filo e Rullo, due ragazzini, amici per la pelle, e raccontano le vicende di quell’estate di vent’anni prima alla ricerca dell’amato cane Birillo e della loro incursione nella proprietà di Guelfo Tabacci dove scopriranno una realtà sconcertante che li costringerà ad affrontare prove assai più grandi di loro.
Forse, quei diari contengono la soluzione – pensa il maresciallo. Forse racchiudono il senso di tutti quegli anni trascorsi nel silenzio e nell’attesa della verità sulla sorte di Tommaso. O forse quei diari riportano un enigma ancora più profondo e inquietante.
E il maresciallo De Benedittis sa di non aver altra scelta che aprirli.”
Con questa anteprima della trama capiamo subito un particolare cardine della storia che ci accompagnerà per tutto il libro, e che si proporrà come motivazione dietro il tutto. Dopo che il padre ne ha smarrito il cane, Teofilo (o Filo come preferisce farsi chiamare) si impone di partire alla ricerca del suo migliore amico Birillo.
Il piano è ben architettato e il tutto andrà ad incastrarsi in maniera molto più solida del previsto ad una vicenda di Trent’anni prima che coinvolge il signor Guelfo Tabacci e la “misteriosa” scomparsa di suo figlio di appena due anni.
Due amici, una sola persona?
Tra i tanti protagonisti della storia di “Io non ti lascio solo” in fondo capirete che non c’è un vero e proprio cattivo, le figure più interessanti sono quelle di Filo e Rullo.
Dopo la prematura morte della madre di Filo, il ragazzo si chiude in se stesso e comincia ad immaginare una vita insieme al nuovo amico, in cui i due giocano assieme, si difendono l’uno con l’altro.
La cosa che traspare dalle loro conversazioni, è che si compensano a vicenda: Filo è temerario, audace e coraggioso; Al contrario Rullo è timido, insicuro e molto pauroso. La loro storia viene raccontata attraverso dei diari scritti da entrambi, in cui i due ragazzi parlano nel minimo dettaglio di ogni cosa a loro successa e di ogni incontro (come quello con la ragazza Amélie) arrivando persino a svelare uno dei misteri di “Io non ti lascio solo”.
Per quanto riguarda Guelfo, nell’opera viene descritto come un vecchio burbero e accusato di un crimine orrendo, ma una volta raccontata la sua storia a Rullo, il lettore capirà infine che Guelfo, con tutti i suoi difetti, non è altro che una vittima degli eventi che gli sono accaduti.
Io non ti lascio solo: una storia ben raccontata ma a volte dispersiva
Se i personaggi di “Io non ti lascio solo” sono ben delineati e seguono tutti i filo logico, lo stesso non si può dire per la storia.
Molto spesso durante la lettura del romanzo ci si trova leggermente spiazzati e confusi dal momento che l’autore cambia all’improvviso tempo, luogo e soggetto della narrazione: Un momento prima seguiamo Filo attraverso il tentativo di salvare Birillo, e quello successivo ci troviamo Rullo che si nasconde da Guelfo o un breve Flashback in cui si raccontano gli eventi accaduti trent’anni prima, si può dire che il lettore viene avvisato nel titolo del capitolo che sta leggendo ma nel complesso è una tecnica che può confondere parecchio.
Per quello che riguarda la descrizione dei luoghi in cui si svolgono le vicende, anch’essi sono soggetti al cambio rapido come accade per la storia e non sono propriamente descritti. L’autore ci descrive il bosco, la casa di Guelfo e la stalla e anche il paesino di Montagna dove i ragazzi incontrano Scacco e Amélie ma la descrizione paesaggistica non risulta profonda. Tutto ciò non è un male, poiché permette al lettore di lasciar correre la fantasia e di immaginare da se i luoghi in cui si trovano i protagonisti.
Conclusioni
“Io non ti lascio solo” di Antoni Gianluca in conclusione è un libro che riesce a garantire una lettura scorrevole e una storia appassionante: Come detto in apertura, all’inizio la storia può sembrare noiosa e potrebbe scoraggiarvi dal continuare a seguire le avventure di Filo e Rullo, ma più andrete avanti e più vi accorgerete che volete saperne di più e scoprire come va a finire la storia, anche grazie a quel pizzico di suspense che l’autore è riuscito ad aggiungere nella storia.
Il libro è presente su Amazon, anche se non disponibile al momento in formato cartaceo.