La presenza di Tony Stark in Civil War II è sicuramente centrale, ma per apprezzarne in pieno la complessità e rilevanza bisogna prima valutare l’impatto psicologico ed emotivo che l’evento Marvel sta avendo sul miliardario. La morte di Rhodes, la difficoltà in cui si trovano le Stark Industries e la complicata relazione con Amara stanno gravando non poco sulle spalle di Tony, che si trova a dover sopportare tutto questo mentre la comunità metaumana è nuovamente in guerra. Se nella miniserie di Civil War II la pressione psicologica di Iron Man viene marginalmente sfiorata, è nella sua serie solista, Invincibile Iron Man, che ci si dedica con maggior attenzione a quello che alberga nell’anima di Stark.
TONY STARK AFFRONTA LA MORTE DI RHODES E NELLA SECONDA STORIA CONTINUA IN INTERNATIONAL IRON MAN LA RICERCA DELLE PROPRIE ORIGINI
Il titolo che campeggia sulla copertina, L’ultimo saluto, rende in pieno l’atmosfera che Bendis ha costruito per il nostro eroe. Dopo che Destino lo ha portato in Inghilterra per offrirgli la chance di chiarirsi con Amara, Tony si ritrova a dover affrontare veramente la perdita di Rhodes. Preparatevi, perché la lettura di queste pagine è toccante, Bendis ci porta a rivivere momenti cruciali del passato di Tony e Rudy, battaglie combattute assieme, sia nei cieli con le loro armature che nelle debolezze più umane, dove la sconfitta di Tony si trasformava nel trionfo della loro amicizia. Questo numero di Iron Man ci mostra Stark incredibilmente umano, sconfitto, non a caso in un flashback si vede uno dei suoi momenti di massima debolezza (l’alcolismo); merito di questo carico empatico è anche di Mike Deodato e Frank Martin, matita e colore di questa storia. Il primo piano di Tony nel suo sanctum sanctorum durante i funerali di War Machine è il simbolo di questo numero, lo specchio perfetto dell’anima di Tony, sorprendendo una Mary Jane che arriva furente e che esce dalla stanza pienamente consapevole di cosa stia vivendo Tony. Ma i veri problemi di Tony sembrano passare anche per la presenza di Victor von Doom nella sua vita, questo suo continuo comparire nella vita di Stark; il finale di questo numero sembra presagire ad un definitivo confronto tra i due nel prossimo numero!
Bendis è anche autore del nuovo capitolo di International Iron Man, che racconta le vere origini del nostro Tony. Quasi a richiamare la storia precedente dell’albo, si inizia con il funerale di Howard Stark, in un flashback in cui vediamo Tony giovane e cinico discutere del proprio rapporto con il padre insieme all’allora capitano Fury; la visione del ragazzo sembra non tenere conto della figura paterna e delle azioni intraprese dal genitore, ma il buon Nick cercherà di mostrare a Strak una diversa visione della realtà. Stacco, e ci troviamo di nuovo con Tony assieme alla Gillespie, situazione apparentemente complicata ma che il nostro genio ha già risolto in anticipo, come mostrano le splendide tavole di Alex Maleev, colorate da Paul Mounts.
Il vero punto di svolta in questa run è però il ritrovamento di una pista che conduca alla possibile madre biologica di Tony, un incontro atteso e carico di emozioni. Bendis nella sua attuale gestione di Iron Man sta cercando in ogni modo di mostrare il lato più umano di Tony, ricostruendo in un certo senso il personaggio con la storia delle proprie origini, partendo dalla famiglia. International Iron Man è, in tal senso, un passo essenziale per il mito di Iron Man.
A chiudere l’albo, la parentesi dedicata al personaggio di Ulysses, pietra dello scandalo dell’attuale Civil War. Continuando il suo addestramento, il giovane inumano di scontra con la ferrea disciplina imposta da Karnak, che non sembra pensare ad altro che trovare il modo di controllare il suo potere, senza badare a come evitare che si realizzino le sue profezie. Tutto sommato è una run utile ai fini di Civil War II, ma che ha poca attinenza, almeno ad oggi, con la figura di Iron Man.