Torniamo a parlare di uno degli universi cinematografici più belli riportato nel mondo videoludico: Indiana Jones e l’antico Cerchio, con il suo DLC: L’Ordine dei Giganti. Come ben sappiamo, è sviluppato da MachineGames e pubblicato da Bethesda ed è uscito il 4 settembre.
Scuserete il ritardo ma stavo in ferie, fuori Italia e senza controller.
Lo stile, la bellezza, la colonna sonora, i problemi e il gameplay sono rimasti totalmente invariati da quello che è il gioco originale. Vi rimando, dunque, alla recensione fatta ad aprile, dalla quale trarrò spunto per fare dei confronti.
Inizialmente, il titolo mi ha rapito nella sua totalità, anche con quel combat design un po’ rigido ma coerente con la cinematografia. Tuttavia, i ragazzi di MachineGames, con il dlc, non sono stati così tanto coraggiosi come mi aspettavo (o, forse, come speravo). È fondamentale sottolineare che alla mia osservazione voglio accostare la natura dei dlc, limitata all’aggiunta di pochi contenuti nel filone principale della storia… ma andiamo a giustificare quanto detto. Il titolo, purtroppo, non aggiunge nulla di davvero interessante all’arco narrativo, lasciando la storia in secondo piano. Ovviamente, la trama ben si inserisce nel contesto generale dell’arco principale, cercando di approfondire l’epica Nephilim e, quindi, dei giganti.
Infatti, quelli che sono stati il focus di queste poche ore di gioco (quasi 5) sono i puzzle ambientali, ben sviluppati e stimolanti (“Quattro puzzle ambientali per poterne risolvere uno”). La scelta, quindi, è stata indirizzata al voler aumentare i contenuti di gioco affini allo spirito del titolo e che, su larga scala, hanno convinto. Ecco perché definisco poco coraggioso questo dlc, un po’ in controtendenza con il mio pensiero sul titolo e sull’universo di Indy in generale. Si è percepita la paura – o la mancata possibilità organizzativa o economica dello studio – di introdurre nuovi argomenti o nuovi strati narrativi che avrebbero osato maggiormente.
Rimane il fatto, ovviamente, della bellezza delle ambientazioni, ben realizzate e altamente rievocative negli interni, come catacombe e gallerie, i più caratteristici della serie. In questo caso, vorrei sottolineare quanto si siano concentrati su ambienti più chiusi, anche se, a mio avviso, è stata sacrificata la componente stealth. Infatti, molte più occasioni in cui picchiarsi risultava più facile e, a volte, obbligatorio.
Quindi, oggi più che una recensione sul dlc stiamo facendo un commento dello stesso, in quanto questo risulta come l’aggiunta di una missione non principale al costo di 20€. Anche qui, parliamo di un altro neo del prodotto. Un costo abbastanza elevato se si pensa alla longevità del titolo, appunto nel mio caso quasi 5 ore, tra l’altro per colpa di uno degli enigmi finali che mi ha ucciso l’anima. Diciamo che in questo frangente, hanno provato ad ottenere un risultato accettabile con il minimo sforzo e il massimo guadagno possibile.
Ultima nota, che relativamente a chi lo gioca può essere negativa o meno, è la collocazione della storia dei giganti nell’arco temporale del gioco. Inserire una secondaria giocabile a priori da dove si è arrivati nella trama principale, permette di darle un ampio spazio applicativo. Tuttavia, nel mio caso – gioco completato con i vari travestimenti disponibili – le difficoltà di infiltrazione tra le camicie nere ha un livello nullo di difficoltà. Ecco, dunque, come un bilanciamento della difficoltà e un pizzico di coraggio in più, oltre ad un prezzo leggermente inferiore, avrebbero potuto fare la differenza.