Eccoci qui, verso la fine di questo percorso che ha voluto, senza troppe pretese, approfondire una minima parte di quel vasto mondo che sono i manga. Avrei voluto parlare ancora di tantissime cose: dei primi manga, di come si sono evoluti i racconti illustarti, come sono cambiate le narrazione e quali sono stati i manga che hanno fatto da snodo centrale per l’evoluzione del genere. Purtroppo sono così tanti argomenti che ne aprono sempre di più, quindi parlare di tutto in unica rubrica risulterebbe noioso e rindondante. Quindi per “Il Fantastico Mondo dei Manga” il viaggio si chiude con quella che ho chiamato provocatoriamente la “Social War”. Con questo termine intendo quella guerra in senso lato, che esplode spesso sui social! Posizioni contrastanti e prive, a mio parere, di logica e contenuto ma come si è ormai capito per molte cose, il web 2.0 ha reso tutto il mondo onnisciente! Non parlo della facoltà di esprimere liberamente il proprio parere, cosa che non dovrebbe mai essere privata, nemmeno su Facebook, Twitter e affini. Parlo di quel modo di esprimersi…mmmhh…aspettate un attimo…esprimersi è troppo umano ed è un termine errato per i social…mmmhh…ok! Diciamo postare che rende meglio il rapporto impersonale e distante che vi è sui social, comunque il modo di “postare” deve essere libero e non vincolato, ognuno ha un’opinione e tutti devono essere liberi di esprimerla (lo scrivo giusto per fare il “corretto”, molte persone non dovrebbero avere la libertà di postare certe cose ma vabbé) ma se nell’esprimerla si diventa guru o meglio semi-dei scesi in terra per rivelare al mondo la verità…beh…forse qualcuno sta sbagliando qualcosa. (più di qualcuno forse)
FORMULA GENERALE DEL “SO TUTTO IO”:
(TASTIERA ARROGANTE + SCHERMO IMPERSONALE) X SOCIAL = SO TUTTO IO!
Perchè dico questo? Semplicemente il motivo risiede nella rete, quella che tanto unisce e da (così dicono) ma che tanto toglie. Partiamo dal gusto di apprezzare e leggere un buon manga. Ok le manga scan hanno dato la possibilità a tutti di leggere un manga senza dover spendere soldi, quindi ha facilitato e sdoganato questo genere facendolo arrivare a tutti. Vero è, però, che ha tolto il gusto di avere una collezione di volumi su uno scaffale, il gusto di aver comprato ed assaporato ogni singola pagina di quel volume e soprattutto il gusto dell’attesa! Si i manga ti forgiavano la pazienza e ti obbligavano a dosi di xanax di tanto intanto, per chi comprava i takonbon sa bene che uscivano 1 volta al mese e ti duravano un’oretta scarsa. Non, solo a volte si balzava di un mese, a volte di più se parliamo per esempio di “Hunter x Hunter” c’è gente ancora che ha convulsioni violente e si batte la testa negli angoli delle fumetterie aspettando il suo volume. Ora tutto questo non esiste più, un click ed ogni settimana hai il capitolo del tuo volume, qualche giorno prima le scan “spoiler” e qualche giorno prima ancora le anticipazioni. Insomma non c’è più attesa ed aspettativa. Un altro aspetto era la selezione. Già quando le serie erano lunghe, bisognava comprare tanti volumi e non erano (tutt’ora non lo sono) economici, quindi bisognava selezionare con attenzione cosa si voleva leggere, si chiedeva in giro agli amici se lo avevano letto, se era bello oppure al fumettaro di turno se sapeva darti qualche informazione in più. Fatta questa ricerca che in confronto la CIA era un’agenzia di poppanti, decidevi se comprarlo o no mettendo a bilancio gli anni che sarebbe durato e i cash che avresti preso nelle varie festività, praticamente preparavi una piccola finanziaria con una precisione ed accuratezza che avresti potuto fare il ministro dell’economia. Adesso questo non succede più, infatti potendo accedere a mille scan di mille manga diversi, non vi è più il gusto della ricerca di quello giusto, dell’investire energie ed economie in una direzione. Da qualche anno a questa parte, basta cliccare leggere qualche pagina per diventare esperti di quel manga tanto da dire <<si è over 9000!!>> o <<buu è merda!>>, questo ha reso la selezione senza senso, infatti non viene più fatta ed i risultati si vedono…purtroppo.
Altro aspetto che è mutato molto, sempre grazie al web 2.0 è l’approccio alle serie. Mi spiego meglio. Una volta si leggeva un determinato manga, se eri fortunato la Gazzetta dello Sport o qualche altra testata ne faceva una DVD collection, oppure ad ore non comodissime ti seguivi Jtv, Italia 7 Gold, TMC etc…e allora potevi vedere l’anime del tuo manga preferito! Cos’è l’anime? Beh per chi non lo sapesse, è un cartone animato! Ebbene sì nonostante l’autismo selettivo di molti, diversifichi cartoni da anime, vi svelo un segreto…non c’è nessuna differenza!! Torniamo al punto centrale va. L’approccio era quindi prima leggi manga e poi se la fortuna era su di te al 100% trovavi un modo per vedere l’anime. Adesso si è stravolto tutto, non esiste quasi più la lettura dei manga, si guarda qualche puntata dell’anime e tac! In un attimo si decide se la serie merita o no. Gli anime infatti sono stati sdoganati ovunque e sono ormai di qualsiasi tipo: girano immagini, gif, clip, action figure e altri franchise su personaggi di anime più o meno a caso. Facebook è invaso da immagini di copertina e di profilo raffiguranti personaggi di anime. Questo non dico che sia sbagliato, per carità se uno preferisce guardare un cartone che leggere è giusto che lo faccia, io stesso alcune serie le ho viste come anime e non ne ho letto il manga. Il problema (o meglio il fastidio) sorge quando uno si vuole improvvisare tuttologo, profetizzando su anime di cui non conosce ne la storia ne la natura o la provenienza. Pensate che esistono persone che giudicano il manga dicendo <<…ehhh ma l’anime è meglio nel manga la cosa x non è resa molto bene…>>. WTF?!? Nel cosa non è reso cosa meglio di chi!?! Arghhhhh!!?? AL MASSIMO L’ANIME NON RENDE BENE QUALCOSA DEL MANGA!! (caps lock necessario sorry). Questo perchè si è stravolto tutto, è cambiata la forma mentis della fan-base nipponica, diventando drogati di tutto ciò che il Giappone sputa.
Non ho idea di cosa sia successo nel tempo, ma il fenomeno fan è diventato incontrollabile. Ad oggi i cosidetti Otaku o anche i fan accaniti del Sol Levante sono pronti a lodare senza tregua e senza esitazione qualsiasi cosa esca dal Giappone, cosa ridicola ed assurda perché…udite…udite…la maggior parte della roba che esce da là è letteralmente (scusate) merda! Non avete idea della quantità di manga e di anime che escono mensilmente, sono veramente una marea e una piccolissima percentuale di questi, attecchisce sul pubblico. Una parte ancora minore di quelli che attecchiscono sul pubblico giapponese viene esportata oltre oceano ed arriva a noi. Pensate che quella piccola parte che arriva qui non sarà la totalità di ciò che vera apprezzato e venduto, infatti solo una piccola parte dell’esportato verrà seguito dal pubblico estero. Quindi affermazioni come <<io divoro ogni serie che esce, non mi perdo nulla>> oppure <<tutto quello che arriva dal Giappone lo adoro, perchè è bellissimo>> sono delle emerite idiozie: non puoi seguire tutto quello che esce, è impossibile e soprattutto non tutto ciò che arriva è bellissimo, anzi molti lavori non arrivano alla mediocrità! Questo è importante da tener presente, perchè parlare a vanvera è ridicolo e stupido a mio parere. Facciamo un esempio lampante: Elfen Lied. Questo manga (ebbene sì nasce come manga) è una merda! Indiscutibilmente e categoricamente uno schifo! Allora perchè è esploso il fenomeno sul web? Perchè bacheche, foto diario, foto profilo e stati su questo obrobrio si son sparsi su Fb come un virus? Per un semplice contrasto esistente all’interno della serie: assassina dalla violenza estrema più ragazzina dolce e ingenua. La gente è impazzita per questo accostamento, ma il manga non ha capo ne coda, l’anime ancora meno. La gente battagliava su Fb a chi ne sapesse di più, a chi fosse più fan e pensate che più del 90% aveva visto solo l’anime non cogliendo l’essenza della serie, che almeno nella sua versione cartacea da qualche aspetto psicologico più accurato e profondo. La clip che è andata più in condivisione sui social è quella dove Lucy in aula, sventra tre bimbi suoi compagni di classe che hanno lapidato un cane. Tutti a gridare <<brava! Avessi io i vettori avrei fatto di peggio>> o <<se lo sono meritati l’uomo è una merda Lucy si che ci tiene agli animali!!>>. Unico commento possibile è: togliete Facebook ad alcune persone. Partendo dal presupposto che ho un cane e trovo che la violenza sugli animali sia deprecabile e dovrebbe essere punita, credo che sventrare 3 bambini e spargere le loro interiora sui muri, sia da psicopatici e chiunque pensi anche solo per battuta che sia giusto dovrebbe essere rinchiuso per tutta la vita in qualche eremo inaccessibile. Detto questo sull’esempio di Elfen Lied molti altri anime e manga son stati presi ad esempio per dire <<guardate che valori ha il Giappone>>. Esattamente i fan col tempo hanno proprio fatto questo, esaltato una terra che non conoscono in base a cose fittizie e che sono poco chiare anche a loro.
Una spaventosa metonimia ha investito la fan base di questo mondo, hanno usato una parte del prodotto di una terra lontana come il Giappone, usandola come metro per giudicarlo nella sua complessità. Questo ha portato una branchia di fan a definirsi Otaku ed esaltare il Giappone, come la terra migliore in assoluto non conoscendone nulla. Vorrei far notare un’altra cosa, il termine Otaku da noi viene usato per indicare chi è appassionato di qualcosa in modo ossessivo e in particolare di manga, anime e in senso più lato di ciò che produce il Giappone. Ma sapete cosa significa Otaku? Da dove arriva? No? Ve lo dico io. Otaku è il termine che i giapponesi usano come sfottò, per indicare quella sotto cultura che è ossessionata dai loro lavori in campo di manga e anime. Contenti voi di definirvi Otaku contenti tutti! Bè questi cosidetti Otaku sia nella vita che sui social portano avanti la loro battaglia per difendere il Giappone terra di grandi valori, sostenendo che quello che si legge nei manga sono valori di lealtà, amicizia, forza di volontà, si vedono personaggi virtuosi e altruisti, quindi il Giappone è un posto bellissimo in cui tutti sono bravi, belli e felici. Questa è un’altra c…..a, ma bella grossa! Il Giappone che tanto osannate è quel paese dove su alcune linee ferroviarie, ci sono i vagoni divisi per uomini e donne per evitare che vengano stuprate durante i viaggi ma non serali o notturni, anche di giorno! Il giappone è quel paese dove la gente è così sola e de-umanizzata che gli uomini pagano donne, che dormano in un letto matrimoniale con loro accarezzandogli la testa per fargli sentire del calore umano. Un luogo dove esistono negozi che vendono intimo sporco di vari fluidi corporei per il piacere della gente. Luogo dove ci sono molte altre cose che non funzionano e che vanno male, guardate alla mafia. Non è solo nei film la mafia giapponese che ammazza la povera gente esiste davvero ed è influente a livello territoriale e politico. Ma queste cose chiaramente nei manga di punta non si possono mettere, chi darebbe credito al Giappone se tutte le cose brutte che ci sono venissero scoperte e portate all’attenzione dei fan e del mondo?
<<Ehhh ma non servono dietrologie, io guardo al prodotto non a chi lo produce>> Sicurooooo! Ammettiamo che sia vero, se guardi al prodotto allora non fare il giappo-minchia sottomesso al potere fumettistico e d’animazione del Sol Levante non ce n’è motivo! Goditi i tuoi fumetti e i tuoi cartoni senza dover per forza far trionfare il Giappone sul mondo.
“IN OCCIDENTE OTAKU È GENERALMENTE AFFINE A GEEK, È SINONIMO DI NERD O IN ALCUNE ESTREMIZZAZIONI DI DEVIANZA SOCIALE”
La domanda che mi ha sempre ronzato in testa, ma perché bisogna battagliare su Facebook per chi ha l’anime più bello o il manga più affascinante? Secondo me per il puro piacere di scambiarsi informazioni culturali che possano accrescerci vicendevolmente su una passione che è di tutti. Soprattutto la battaglia o discussione sarebbe bellissima se fosse argomentata, invece non vedo altro che anatemi lanciati sul nulla. Frasi buttate addosso l’uno all’altro su cose che alla fine dei conti nessuna delle due parti conosce veramente. Usato così il web 2.0 non è simbolo di crescita ed evoluzione ma semplicemente di una ristagnante cultura basata sul nulla, che si fa portavoce quindi di messaggi scorretti e fuorvianti. Non trovo che sia una cosa corretta e giusta, visto che il vasto mondo dei fumetti appassiona milioni di persone e per le stesse è una passione, quindi dovrebbe essere unificante delle generazioni, conciliante sulle opinioni che pur essendo diverse possono essere punti di crescita invece che trincee di guerra.
Quest’ultima parte forse si perde un pò in pensieri liberi, rispetto agli schemi presentati nelle parti precedenti. Ma parlando di questo mondo in maniera generica non potevo non affrontare le criticità che vengono per lo più dal mondo dei fan. Il tutto vuol riportare ad un unico pensiero: è importantissimo che di qualsiasi cosa si parli che sia una passione, politica, economia o altro essere informati e bene! Non basta guardare una decina di anime per essere esperti di Giappone e delle opere che da esso vengono, come non basta seguire una notte di votazioni per diventare esperti di politica estera (senza polemica sui post anti-Trump). Spero che questa piccola analisi molto soggettiva del rapporto tra manga-world, web 2.0 e Fan-base vi sia piaciuta e possa avervi stimolato. Bene Gaters per “Il Fantastico Mondo dei Manga” è tutto, commentate se siete d’accordo pure se non lo siete e su come la pensate, al prossimo speciale!! #staytuned