Il gaming in Italia è un fenomeno in costante crescita e le cifre raggiunte negli ultimi anni attestano un numero sempre maggiore di giocatori. Ciò che accade in territorio nostrano fa da specchio a quella che è la tendenza globale: nel 2021 le analisi riguardanti il giro d’affari messo in moto dal gioco mediante smartphone è stato pari a 116 miliardi di dollari: soffermando l’attenzione solo sui numeri del contesto italiano, la cifra record toccata è stata di 2.2 miliardi di dollari. Parallelamente, oltre alla crescita dal punto di vista economica, crescono anche le figure professionali che sono strettamente collegate al mondo dei videogiochi. Il videogiocatore è ad oggi un lavoro a tutti gli effetti grazie soprattutto al mondo delle competizioni internazionali, in grado di offrire montepremi anche molto elevati. Esistono però tante altre figure dietro alle quinte di questo mondo: game designer, art director o programmatori sono tutte occupazioni che rientrano, a livelli diversi, nella produzione dei videogiochi. Per poter comprendere al meglio questo argomento è importante conoscerne il linguaggio: i termini utilizzati da gamer ed esperti del gaming molto spesso sono frequenti anche nella conversazione più comune. È il caso, ad esempio, di “bug”, che sta ad indicare un malfunzionamento.
Il settore in Italia sta avendo un incremento generale anche se è importante andare a diversificare questo trend in base ad alcuni parametri: tra tutti, è necessario tener conto del dispositivo che si va ad utilizzare durante il gioco. Nella penisola è lo smartphone a farla da padrone, con una crescita generale che però richiede una precisazione. L’aumento dei giochi per chi possiede un telefono con sistema operativo Android è stato del 9% mentre è in doppia cifra l’incremento per i possessori di uno smartphone iOS, si tratta infatti del 36%. Analizzare i dispositivi maggiormente utilizzati è fondamentale soprattutto in chiave di investimenti: in tal modo è possibile andare ad investire somme maggiori nei settori in cui il ritorno economico potrebbe essere più immediato. A farla da padrone in quanto a cifre investite nel mondo del videogioco, per il momento, continuano ad essere gli Stati Uniti: da loro proviene oltre il 50% della spesa globale per il settore, quantificati in 14.5 miliardi di investimenti annui.
Una delle tematiche che attira maggiori attenzioni da parte degli esperti del settore riguarda la privacy degli utenti. È infatti necessario andare ad individuare un equilibrio tra gli investimenti fatti e la tutela della privacy del singolo fruitore del gioco. Si richiede a gran voce un intervento legislativo volto a riempire questo vuoto, tenendo conto anche del pubblico particolarmente giovane che si approccia al mondo dei videogiochi. Al momento solo le grandi aziende del settore, dove operano già da decenni come Sony e Nintendo, hanno avviato una regolamentazione ma manca un coordinamento a livello generale. Il rischio riguarda principalmente la raccolta dei dati degli utenti, un problema che è però trasversale a prescindere dall’età del giocatore che utilizza il dispositivo ed il relativo gioco online. Un problema che è comune a tanti colossi presenti nel mondo digitale, tra tutti Meta, recentemente condannato dal garante della privacy irlandese ad una multa da quasi 400 milioni di euro. L’accusa: violazione del Gdpr.