HAND OF STONE – Recensione

UNA BELLISSIMA STORIA VERA

13 Feb 2017

Mano di pietra era soprannominato Roberto Duran pugile panamense campione del Mondo dei pesi leggeri, welter, superwelter e medi. Il film racconta in modo sintetico la storia della sua vita. Nasce dalla periferia più povere di Panama city e già da ragazzo si mette in mostra per i colpi e la grinta di un pugile: un talento unico! Già da giovanissimo combatte sul ring e vince.

Grinta, aggressività e ottima resistenza. Per fare il salto di qualità ha bisogno di un grande allenatore e così arriva al suo angolo Ray Arcel (De Niro) il più grande allenatore di pugilato vivente, assente da parecchi dai grandi palcoscenici per problemi con la mafia italo-americana. Insomma, facendola breve, Duran vince tutto e di più e diventa una leggenda mondiale e viene santificato in patria. Passaggio fondamentale i suoi due incontri con il dotatissimo Sugar Ray Leonard, che quasi getta Duran nella disperazione sconfiggendolo moralmente e fisicamente al secondo incontro.

Hand of Stone recensione

Il film è bello, niente da dire. Robert De Niro torna a recitare in una storia degna della sua età e della sua fama. La sua è una parte chiave per l’andamento del film e lui ovviamente come un brasiliano (di tacco) recita e convince; non sembra stanco o appagato come in alcune sue ultime apparizioni. Quindi spazio ai giovani e un grande Edgar Ramirez, mandibola e spalle da pugile, grinta che sempre veramente quella che ha contraddistinto il campione Duran. E poi bella e volgare, bionda ma cazzuta Ana De Armas (moglie di Duran). Leonard (il cantante e ballerino americano Usher) sembra Leonard quello vero.

Le storie di pugilato hanno sempre regalato grandi emozioni al cinema, non faccio elenchi per non rallentare e annoiare. Le storie di pugilato hanno sempre dato forti emozioni perché il pugilato è una lotta fra persone, nella dignità e nella legalità, senza possibilità di fregare, barare, dove non vince chi è più potente o ricco ma chi è più forte e chi è più allenato.


IL PUGILATO È UNA LOTTA ANTICA E ATAVICA CHE PULSA NEL SANGUE, CHE RIPORTA IN VITA ANTICHI SIMBOLI. IL PUGILATO È LA VITA PULSANTE, REALE E TOTALE.


Ma restiamo sul pezzo!
Il film è bello ed è da vedere. Il racconto è spezzettato e frammentato, sembra in alcuni parti tagliato e cucito, il ritmo e buono e non sfocia mai in chine dal ritmo sdolcinato, scontato o noioso. Il racconto della storia di “Hand of Stone” è abbastanza completo e non tralascia alcuni fatti salienti del periodo e della sua vita: feste e generosità, conflitto con stati uniti, il padre che vuole conoscerlo dopo averlo abbandonato. Quindi prima di concludere volevo aggiungere che il film è bello, perché Roberto Duran è stato un grandissimo pugile e un eccellentissimo essere umano. La sua vita è tempestata di successi e conquiste, lotte e battaglie; sormontata da una grande generosità e coraggio.  Il suo carattere cocciuto e indomito lo rendeva completamente pazzo in alcuni frangenti ma letale in altri (sul ring). I dialoghi sono ben curati e alcuni scambi con il saggio allenatore diventano aforismi degni di essere scritti sul diario. Anche la sconfitta, dopo il famoso “no mas” (non lo racconto, bisogna vedere il film o il filmato del secondo incontro con Leonard) è raccontata bene e soprattutto la sconfitta stessa era stata gestita bene da Duran in persona, insomma aveva fatto dei disastri ma non irrimediabili.

Il pugilato cambia, cambia lo stile, meno scontro e più difesa e alcuni pugile gagliardi come Duran, Monzon, Frazier, Liston non lo hanno mai accettato; per loro la boxe era prendersi a pugni in faccia o al corpo.
Chiudendo, guardate il film e assaporate una bella storia di pugilato.

I film sul pugilato ti appassionano? Guarda questo altro nostro articolo in merito! Film per tutti: 10 film sul pugilato da guardare!

CONCLUSIONI: Forse il destino del cinema, che con difficoltà riesce ad entusiasmare, è raccontare storie vere consegnate alla leggenda. Bene anche per il giovane regista Jonathan Jakubowicz

VOTO FINALE: 7

SCHEDA FILM

  • USCITA: 2016
  • GENERE: Biografico, Azione, Drammatico, Sportivo
  • REGIA: Jonathan Jakubowicz
  • DURATA: 105 minuti
  • SCENEGGIATURA: Jonathan Jakubowicz
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