Ci sono fumetti che purtroppo non hanno il giusto apprezzamento, vengono privati della considerazione del grande pubblico perché affrontano con coraggio temi più seri del solito; in questo periodo mi sono appassionato ad uno di questi (s)fortunati comics, Great Pacific. Edito da saldaPress in tre volumi, il fumetto di Joe Harris e Martin Morazzo ha voluto spingere la narrazione di un comic verso una dimensione più morale, mettendoci di fronte ad uno dei problemi più sentiti e al contempo ignorato del nostro tempo: l’inquinamento, specificamente quello dei mari.
GREAT PACIFIC, SALVARE GLI OCEANI DALL’INQUINAMENTO CREANDO UNA NUOVA NAZIONE!
Si tratta di una tematica che il duo di autori ha voluto usare come punto di partenza per la propria storia, scelta come dicevamo molto coraggiosa, che ha portato anche all’introduzione di altri spunti narrativi piuttosto complessi ma che ad una lettura attenta si rivelano essere dei passaggi fondamentali. Nel creare la sua nuova nazione, Chas Wothington III deve affrontare il momento critico del riconoscimento internazionale, l’ingresso nella comunità mondiale che rappresenta il pieno compimento del proprio progetto; il profetico titolo, Come costruire nazione, lascia presagire come questa sfida si sviluppi su diversi livelli, dai rapporti con l’estero alla gestione delle problematiche interne.
Quello che colpisce è vedere come Chas sembri animato da buone intenzioni, ma senza una preparazione che sostenga la sua visione di Nuovo Texas; il suo atteggiamento da capo di stato lo avvicina ad una versione più edulcorata di un dittatore, spinto da apparentemente buoni intenti ma con una ferrea volontà a seguire il proprio intento ad ogni costo. Nella recensione del primo capitolo, Rifiuti!, avevo citato l’approccio machiavellico di Chas, e in questo secondo albo questo aspetto diventa ancora più marcato; non esistono limiti a ciò che farebbe il giovane miliardario pur di dare vita al proprio sogno.
GREAT PACIFIC CON IL SECONDO NUMERO SI INFILA NELLA DIFFICILE POLITICA INTERNAZIONALE
La realtà è che in Come costruire una nazione iniziano a vedersi in modo palese tutti i problemi che seguono una simile impresa, dalla resistenza di alcune frange della popolazione alla reazione internazionale, comprese le conseguenze di alleanze strette con discutibili personalità. Anche il lavorio che solitamente si assoccia alle ombre nelle stanze del potere si insinua in questa narrazione.
Rimane ottima la caratterizzazione dell’ambientazione, che si arricchisce continuamente di nuovi personaggi, inseriti sempre in maniera adeguata, nei momenti giusti della storia; vale per i due loschi figuri a cui si associa (in modo molto diverso) Chas o per come vengano introdotti gli eco-terrorristi attraverso l’azione di Zoe. Proprio la ex pirata rappresenta un punto essenziale del grande piano di Chas, siamo di fronte a un personaggio in costante sviluppo, tormentato e che sembra collaborare con il signore del vortice più per costrizione morale che non per fede nel suo progetto.
Great Pacific è una continua rivelazione, con poca azione e molta costruzione delle situazioni, una cura maniacale per ottenere un senso di intrigo e segretezza che si spande su ogni pagina. A contribuire a questo risultato ci sono i disegni di Martin Morazzo, che sta mostrando una capacità incredibile nel realizzare gli ampi spazi dell’insediamente di New Texas, aiutato anche da una colorazione che rende in pieno le atmosfere della trama.