Gli Orchi-Dei – Mezzo Sangue – la recensione

Secondo capitolo della Saga degli Orchi-Dei!

Per chi non avesse letto il primo capitolo, Gli Orchi-Dei – Piccolo, in questo mondo fantasy, gli Orchi sono la razza dominatrice, enormi e combattivi, mentre gli esseri umani come noi sono sia servitori che alimento base della loro dieta.
Purtroppo però, la razza degli Orchi sta iniziando ed estinguersi ed indebolirsi, visto che gli Orchi, come vuole la tradizione dei nobili, unendosi tra consanguinei, continuano a generare prole sempre più piccola e con qualche ritardo mentale.

In questo volume si scopre il mezzosangue del titolo, Yori, figlio illegittimo (o bastardo, se si volesse usare un termine alla Game Of Thrones) di una plebea umana e di un Orco nobile, soggetto di scherno e prese in giro da parte della famiglia legittima del nobile. Ma grazie alla furbizia ed alla forza, riuscirà a diventare un membro della corte degli Orchi.

Anche se il protagonista è diverso, questo secondo volume in verità presenta la stessa storia del primo volume, Piccolo, anche se raccontata da un diverso punto di vista, rendendo questa storia complementare alla prima. Non è necessario quindi aver letto il primo volume per apprezzare questo, che forse è anche superiore, ma è comunque consigliabile farlo, per apprezzare al meglio la capacità della scrittura dell’autore. Ma perché dico che questo volume è migliore? Perché nel primo si sottolineava l’inutilità del protagonista, guidato da tutti ed in preda degli eventi, mentre qui Yori si dimostra furbo ed ambizioso, una sorta di Ulisse, ma più vendicativo e senza scrupoli.
Yori non è assolutamente una figura positiva, ma è una figura vera, reale e contemporanea, con difetti e malizie, spesso allo stesso livello degli orchi, se no  peggio.

CONCLUSIONI: Dal punto di vista artistico, non si può non rimanere soddisfatti nel vedere il tratto delicato ed elegante di Gatignol, che riesce a creare contrasti particolari e mai fuori luogo.

VOTO FINALE: 7

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