Figlia di Luna, la prima graphic novel di Greta Xella, scava nella nostra anima, e ci proietta nella profondità delle nostre emozioni, attraverso un racconto fiabesco e sofferente.
BAO publishing, pubblica nuovamente una storia pregna di cuore e significati sulla vita, narrati in maniera dolce e appassionata da Greta Xella, l’autrice che si mette in gioco con la sua prima graphic novel, che sarà disponibile a partire dal 30 settembre 2021.
STORIA, PERSONAGGI E SIGNIFICATO
Tia, la protagonista della storia, è ancora fanciulla quando la madre si ammala, quindi si trova a crescere, a tratti, in profonda solitudine: la malattia pare sempre più insondabile e il padre è lontano per cercare una cura o preso ad accudire la compagna. Nel momento in cui questo male misterioso sembra diventare troppo grande, i genitori spariscono come per sortilegio. Toccherà quindi alla piccola farsi coraggio e partire a sua volta per un viaggio irto di pericoli per capire come aiutare la sua famiglia e, soprattutto, essere forte per se stessa, grazie anche all’incontro con Olivio, suo mentore, che si porrà al suo fianco, nel corso dell’avventura.
Il tema della malattia è fortemente presente nel racconto, e nonostante l’enorme fardello che la protagonista deve affrontare, è descritto e narrato in maniera delicata e comprensiva, senza pesantezza verso il lettore, che cambia la comprensione dei dialoghi e delle immagini, a seconda dell’età. Un pensiero ricorrente che riguarda le opere introspettive infatti, sempre parlando di interpretazione, significato o simbolismo, dipende sempre a che età si affronta una determinata lettura o visione, che muta quindi, ad ogni nuovo rewatch o rilettura (in base alle esperienza di vita); la struttura e la concezione di Figlia di Luna tange pienamente questo discorso, visto che i temi trattati sono molto spesso profondi e soggettivi.
L’ambientazione e lo stile (di cui parleremo successivamente) ricalcano in maniera definita le favole classiche (sia scritte che animate), che vanno in contrasto con i forti temi della storia, che avvicinano non solo la malattia che deve affrontare una famiglia, ma anche molteplici analisi interiori ed esteriori, che prendono forma grazie alle interazioni di Tia con alcuni personaggi della storia, come i ragni che popolano la foresta dove la protagonista è diretta (dove si svolgerà la parte centrale dell’avventura) e uno su tutti Olivio, l’uomo che aiuterà la ragazzina a percorrere la strada della consapevolezza, che altrimenti sarebbe stata impraticabile (simboleggiata dalla barca dell’uomo). L’incontro tra i due, ricorda molto “Star Wars – A New Hope” quando i protagonisti del film cult, escono alla ricerca di un mezzo che possa aiutarli a “salpare” nello spazio: la scena nella taverna irta di mostri e alieni dai toni satirici e cupi allo stesso tempo (George Lucas proprio come Greta voleva presentare a grandi linee le razzie che avrebbero popolato la pellicola), ricorda abbondantemente l’incontro con Olivio (come già accennato in precedenza) rendendo il parallelismo con Han – Solo inevitabile. Nonostante la protagonista abbia incontri con persone (e insetti) adorabili durante il suo viaggio, quest’ultima soffre di solitudine, uno stato psichico dovuto alla sua situazione familiare che non si assesta, e che fa scorrere nel cuore della ragazzina un senso di malinconia dovuto a una mancanza, dovuto alla sua mamma, che l’ultima volta ha eliminato il suo ricordo, per via della sua malattia.
L’ipotesi che la protagonista della storia, ovvero Tia, sia un alter ego dell’autrice, forse è banale e scontata, ma spesso, un tale livello di analisi emotiva, che vira fortemente sulla sofferenza, il dolore e la ricerca di un equilibrio scosso da una bilancia che pende spesso, dalla parte sbagliata, non si riesce a raccontare, se prima non è stato vissuto, e quindi anche per questo movente, i temi affrontati, sono addolciti e accompagnati con un tratto delicato e un roster di personaggi, che di cattivo, non hanno veramente nulla. Il forte valore simbolico infine, come trattato nelle righe scorse, subisce una ambiziosa metamorfosi, che lascia carta bianca al lettore, che pagina dopo pagina scopre se stesso (oltre che la storia e il cuore dell’autrice).
TRATTO STILISTICO, COLORE E MESSAGGI VISIVI
Come discusso nella prima parte riguardante la storia e il valore simbolico di essa, in questa seconda analisi, andiamo a vedere quello che Greta Xella ha voluto raccontare con il suo stile e la sua colorazione. Quello che si percepisce leggendo le prime pagine di Figlia di Luna, di certo non è quello che si scopre leggendo la storia per intero, ma si è ben consapevoli, che un racconto va strutturato e impostato in questa maniera. Il discorso intrapreso, voleva virare sul rapporto sceneggiatura/disegni, che forse, è il punto focale dell’intera graphic novel: La scrittura malinconica va spesso in contrasto con le tavole, che da come vedete in calce, accompagnano il lettore in un viaggio complesso, angusto, incerto, insicuro, ma che darà una risposta alla protagonista, e forse anche a tutti noi, che di domande ne abbiamo in abbondanza, ma di risposte, come succede da sempre, ne siamo spesso e ricorrentemente “nudi”, scialbi.
Non esiste cattiveria nella colorazione e nei volti, ma anzi, esiste solamente la lotta, la consapevolezza e la forza che dobbiamo trovare davanti ad ogni cosa, di fronte ad ogni giorno: studio, lavoro, amore, malattia, fanno parte della vita e spesso, se ne vogliamo uscire, dobbiamo renderci conto di cosa ci affligge, e non cercare spesso una riposta, ma neanche una cura; il vero segreto forse, è semplicemente vivere, farsi forza, e sopportare il male che l’esistenza ci pone davanti, e per farlo dobbiamo essere consapevoli di noi stessi, dobbiamo trovarci prima di andare avanti o semplicemente, se vogliamo aiutare o stare vicino ai nostri cari, dobbiamo prima stare vicino a noi stessi.
Questo messaggio è esplicato alla perfezione in questa graphic novel, che oltre un indiscusso talento, comprende forti metafore simboliche sull’esistenza, sull’essere, espresse in maniera egregia quindi, anche attraverso tavole “fiabesche” delicate e sincere, che nascondo una forte malinconia e forti sentimenti che vanno in contrasto con l’impatto visivo iniziale, che passo dopo passo, pagina dopo pagina, diventa sempre più nitido e allegro, grazie alla comprensione e l’illuminazione che si raggiunge alla fine di esso.
Seguite Nerdgate sui social per rimanere sempre aggiornati: