Parlare di fumetti nel nostro Paese significa parlare di Bonelli. Chiunque abbia questa passione ha avuto fra le mani un albo Bonelli almeno una volta nella vita; la casa editrice milanese ha iniziato a deliziare gli appassionati di western col mitico Tex, ma ha saputo, col passare degli anni, attrarre anche i cultori dell’horror con Dylan Dog, gli avventurosi con Mister No, i fanatici della fantascienza con Nathan Never e i più attenti ai mille misteri del mondo con Martin Mystere. Oltre a questi nomi, nella scuderia Bonelli sono nati e transitati molti altri titoli, alcuni ancora in vita, altri hanno dovuto arrendersi alle logiche di mercato e chiudere i battenti.”
La tendenza degli ultimi anni è stata quella di creare nuove collane sottoforma di miniserie, riuscendo così a dare al pubblico storie brevi, accattivanti e non rischiare di creare una base di fan che si sarebber potuta deludere in caso di mancato successo.”
Da questo presupposto che sono approdati in edicola serie come Greystorm, Caravan, Demian e Brad Barron, nate come storie con un inizio e una fine ben precisa. Altre miniserie hanno invece avuto un tale successo da spingere la Bonelli ad accontentare il pubblico e portarle avanti, come nel caso di Orfani e Lukas; esiste però una piccola eccezione, un personaggio nato già per essere serie Bonelli: Dragonero.
La storia della nascita di Dragonero inizia da un’altra serie, quella dei Romanzi a Fumetti: si tratta di uscite mensili in cui veniva raccontata una storia fine a se stessa, pensata come un one shot, sul modello di un romanzo, appunto, in autori già in forza alla Bonelli potevano presentare nuove idee, indipendenti dalle testate già note su cui lavoravano. In questa collana abbiamo potuto leggere racconti come Darwin o Sygma (che meriterebbero anche loro una serie propria, secondo me), e soprattutto la prima storia di Dragonero, ideato da Stefano Vietti e Luca Enoch.
La novità di questa storia è che per la prima volta la Bonelli decide di confrontarsi col fantasy classico,”
Stiamo parlando di qualcosa che non è una piccola incursione di una sua testata storica o con una serie soggetta alle regole del fantasy moderno (come possono esserlo Gea o Lilith); in questo volume tutti i classici elementi di un fantasy tradizionale vengono mostrati in pieno splendore, dalla trama coi temi canonici alle ambientazioni.
Il Romanzo a Fumetti di Dragonero (datato 2007, disegnato da Giuseppe Matteoni) ci trasporta nell’Erondar, in un tempo simile al nostro Medio Evo, in cui l’Impero domina su un vasto territorio; per esercitare un controllo preciso e affidabile, oltre all’esercito viene utilizzato il Corpo degli Scout Imperiali, i cui membri vagano per l’Erondar al fine di mappare il territorio, mantenere i rapporti con tutte le varie etnie che vivono nei confini dell’Impero, e portare la giustizia anche nei luoghi più remoti. Ian Aranill è uno Scout imperiale, dopo aver scelto questa vita in seguito alla rinuncia al suo rango di ufficiale nell’esercito imperiale; vive ritirato in una casa su una scogliera in un remoto paesino e ha come inseparabile amico un orco, Gmor; all’inizio del volume di lui sappiamo solo questo, e leggendo il resto scopriremo alcuni indizi sul suo misterioso passato e sulla storia della sua famiglia. Dirvi di più ora sarebbe una vera cattiveria, la storia che si sviluppa in questo balenottero (usando un termine caro all’ambiente Bonelliano) è avvincente, piena di stupendi personaggi e che ci porterà a vagare per posti incredibili.”
La vera forza di questo volume è la cura con cui gli autori hanno dato origine all’Erondar. Siamo di fronte a un mondo nuovo, originale, pieno di vita e di diverse realtà: i nostri eroi incontreranno elfi e orchi, creature mitologiche e utilizzeranno mezzi di trasporto davvero fantasiosi. Tutto quello che si legge nelle pagine magistralmente disegnate da Matteoni ha il gusto della miglior letteratura fantasy, per quanto in certi frangenti alcuni dettagli possano dar il senso di già visto, leggendo e gustandosi i disegni questa sensazione viene meno, vedendo come tutto viene reinterpretato in modo del tutto originale e gradevole.
Il mondo di Dragonero presenta uno deli più classici contrasti della letteratura fantasy: magia verso tecnologia. Mentre molto del mondo dell’Erondar si affida ancora alle vecchie credenze popolari e alla magia (rappresentati dal mago Alben e dal suo ordine, i Luresindi), inizia, specie nelle città maggiori, a farsi strada l’uso di nuove idee e invenzioni, sotto lo sviluppo e l’attento controllo della Gilda dei Tecnocrati, cui appartine la sorella di Ian, Milva. Durante il viaggio dei nostri eroi spesso questo contrasto avrà la voce di Alben e Milva, ognuno pronto a diminuire il valore delle idee dell’altro; la ricerca di un equilibrio fra le due diverse scuole di pensiero è uno dei temi più affascinanti della futura serie, quasi si abbia paura che la magia possa venire annullata dal sempre maggior impiego della nascente tecnologia, spesso sviluppatta senza controllo o troppo affrettata in nome del progresso.
Ma questo non è l’unico motivo di confronto; tramite le parole dell’elfa Sera potremo ascoltare come la natura stessa si senta minacciata dall’espansionismo umano, che non si cura delle foreste e degli animali quando questi si frappongono ai propri interessi.”
Dragonero non è solo un albo in cui potremo deliziare lo sguardo con tavole di azione pura, rese sempre con tratti precisi e realistici, magistralmente inchiostrati: tra le mani abbiamo un universo che sta muovendo i primi passi, un mosaico di personaggi affascinanti che stanno iniziando le loro avventure, forse all’insaputa dei loro stessi autori. Il successo di questo Romanzo a fumetti è incredibile; viene portato nel mercato americano, la patria del comic, dalla Dark Horse e ottiene anche oltreoceano consensi e pareri positivi.
La Bonelli inizia a pensare a un seguito, caso unico per un volume di quella serie; le voci di corridoio si susseguono, sembra tutto deciso quando nel febbraio del 2009 Vietti annuncia che un secondo volume è in lavorazione. Dopo questa notizia tutti coloro che hanno apprezzato Dragonero attendono con ansia l’uscita di una seconda storia, ma nel 2010, ad ottobre, i supporter di Ian vengono colti di sorpresa: niente secondo volume, serie regolare mensile! La storia prevista per il secondo volume viene suddivisa in quattro parti, e la prima parte compare nel numero uno della serie regolare di Dragonero, uscito il 10 giugno 2013 e intitolato Il sangue del drago.”
La serie regolare è una meraviglia
Se già nel volume del 2007 si era intravisto il potenziale dell’ambientazione, adesso l’Erondar può esser presentato al meglio; gli autori sono ora in grado di approfondire certi aspetti del passato di Ian, dare corpo alle storie dei suoi amici e iniziare a tessere trame spesso tanto complesse da richiedere più di un albo per svilupparsi.”
Non mancano dei brevi racconti messi al termine di alcuni albi, in modo da dare uno spessore maggiore a certi personaggi secondari (per il momento!) presenti nella storia: è un modo sorprendente per far apprezzare ai lettori tutti i personaggi che ruotano attorno a Ian, aiuta chi legge a sentirsi parte del mondo in cui si sviluppano le storie. Vietti ed Enoch iniziano a inserire Ian in un contesto molto più ampio, ci mostrano come sia un personaggio conosciuto nell’Impero e di come sia visto non sempre con rispetto; gli autori riescono a ricreare una vita politica e sociale complessa e credibile (come nei volumi ambientati a corte), non temono di affrontate problemi attuali della nostra società (la difficoltà di Gmor di farsi accettare è uno specchio dei problemi dell’integrazione). Le dinamiche interpersonali tra i personaggi sono curate e vere, ci fanno sentire emotivamente coinvolti, portandoci a parteggiare ora con l’uno ora con l’altro, ma sempre lasciandoci il tempo per pensare su cosa viene detto, quasi ci fosse una volontà di non far solo divertire, ma anche di spingerci a riflettere.
In contemporanea all’uscita nelle edicole viene presentato il gioco di ruolo cartaceo di Dragonero (basato su Pathfinder, di cui sono già uscite ben due espansioni), facente parte di un progetto per creare un universo espanso, in cui le avventure di Ian e soci non siano le protagoniste, ma parte di un tessuto narrativo più ampio in cui i lettori possano diventare gli attori principali. Per non farsi mancare nulla, è stato dato alle stampe anche un romanzo vero e proprio Dragonero – la maledizione di Thule, scritto da Vietti, e di cui è già in lavorazione un seguito.
L’operazione sembra dare i suoi frutti. La serie piace, i lettori del Romanzo a fumetti corrono in edicola, e chi si è perso il volume del 2007 lo cerca ora spasmodicamente, arrivando a pagare cifre da capogiro per un fumetto; dopo due anni di storia editoriale, Dragonero conta 24 numeri mensili, uno speciale a colori che narra la prima missione di Ian e Gmor come Scout Imperiali, e in Bonelli è stato deciso di dare vita al primo tie-in della serea, in un albo speciale che metterà Ian fianco a fianco a una delle leggende della Bonelli, Zagor! “
La sicurezza con cui la Bonelli affronta la nascita della nuova serie mensile è stupefacente
Per celebrare questo successo, ad ottobre verrà resa disponibile una nuova versione della storia originale del 2007, in un volume completamente a colori. Attualmente Dragonero viene venduto anche oltre confine, riscuotendo un buon successo specie nei paesi del nord Europa.
Il successo di questa produzione italiana è una piacevole conferma della vitalità della Bonelli, spesso criticata anche dai suoi sostenitori più accaniti per certe operazioni spregiudicate (come l’attuale rilancio di Dylan Dog); Dragonero è al momento il miglior esponente del fantasy a fumetti nostrano, è nato da persone che hanno investito molto nel progetto, creando un mondo in cui il lettore può sentirsi a casa, conoscendo a poco a poco quanto di meraviglioso e inquietante si nasconde nelle foreste dell’Erondar.
Con Dragonero la Bonelli torna a proporre una nuova serie di ampio respiro, con ottimi presupposti per diventare una pietra miliare del fumetto italiano. Passare da uno one shot come il Romanzo a fumetti ad una serie mensile poteva essere rischioso, ma il coraggio di Bonelli e dei creatori di Dragonero ha decisamente pagato! Osare creando un universo espanso tutto insieme fa ben sperare nelle intenzioni serie e di lungo corso dei curatori della testata, che intendo dare vita a una collana di libri e hanno già creato un discreto GDR con relative espansioni. Personaggi ben caratterizzati, ambientazioni rese alla perfezione sia come tratto come ideazione, storie coinvolgenti e ben strutturate; con questo DNA il nostro Ian potrà fare molta strada nell’Erondar. PURO FANTASY”