Un titolo strano da veder recensito vero? Ma perché risulta strano che si parli di Doraemon? Risposta facile, non è uno shonen quindi per l’utente medio non è neanche un manga. Ma Doraemon è un manga a tutti gli effetti, solo che è un Kodomo, quindi rivolto ad un target di bambini. Ma cominciamo con qualche curiosità sull’opera. Il nome “Doraemon” se tradotto, il significato risulta all’incirca: “gatto randagio”. Fatto strano risiede, invece, nel modo in cui è scritto il nome “Doraemon”, che è un misto di due scritture giapponesi diverse: il katakana e l’hiragana. “Dora” proviene da “dora neko” che significa gatto randagio, ed è una “sporcatura” di nora che vuol dire randagio. “Emon” è un componente tipicamente usato nei nomi maschili, come per il famoso ninja Goemon, è una corruzione che risale al passato non più molto diffusa (il manga è del 69). Abbiamo detto, sopra, che “Dora” non proviene da “dora”, che in giapponese significa gong, ma approfittando dell’omofonia (stesso suono), gli autori spesso compongono giochi di parole o riferimenti su questo fatto, a partire da Doraemon che si fa scorpacciate di dora-yaki.
La trama non è particolarmente complessa, trattandosi di un manga per bambini è infatti di struttura lineare come tutti i Kodomo. Gli episodi sono auto-conclusivi, ovvero iniziano e finiscono all’interno del medesimo volume, o episodio se stiamo parlando dell’anime. Questo per dare ai bambini la possibilità di divertirsi e capire la storia, anche se dovessero perdersi dei capitoli o delle puntate, ogni narrazione, inoltre, ha una “morale”. La struttura della narrazione è la seguente: Nobita, il protagonista, ha un problema o viene bullato dai suoi amici e Doraemon gli dona un ciuski per tirarlo fuori dai guai. Ma di questi ciuski, che semplificano la vita notevolmente, Nobita ne abusa e viene sempre punito dal “karma” che gli fa pagare l’abuso di comodità. Ogni puntata è infatti volta a mettere in guardia i bambini da un certo atteggiamento o comportamento e ci riesce con brillante humor e sarcasmo leggero.
Nel dicembre del 1969, il manga di Doraemon approdò contemporaneamente su di 6 differenti riviste con cadenza mensile, rivolte ai bambini. Queste riviste giapponesi avevano come titolo, il nome dell’anno scolastico frequentato dai propri lettori, ovvero: Yoiko (nido), Yōchien (asilo), Shogaku Ichinensei (prima classe scuole primarie) e Shogaku Yonnensei (quarta classe scuole primarie). Dato il successo riscosso, dall’anno 1973, il manga venne pubblicato su altre due testate, Shogaku Gonensei (quinta classe scuole primarie) e Shogaku Rokunensei (sesta classe scuole primarie). La cosa “figa” era che le storie pubblicate su queste 6 riviste erano molto diverse, questo significa che gli autori stavano creando più di sei fumetti ogni mese, di natura e trama differente per 6 target lievemente diversi. Nell’anno 1977, la CoroCoro Comic fu lanciata ufficialmente come rivista di Doraemon. Presto fecero dei film sul gattone robotico, e dai film ricavarono altri manga anche essi pubblicati su CoroCoro Comic. Tutte le storie attualmente conservate con il marchio della Tentōmushi sono le storie che originariamente si trovavano nelle 6 riviste sopraelencate.
Dal boom di Doraemon nel 1969, è stata fatta una selezione delle varie trame e le più degne di nota sono state raccolte in 45 volumi, pubblicati successivamente tra il 1974 ed il 1996, che hanno avuto una tiratura da capogiro di oltre 80 milioni di copie nel 1992. Dato il successo planetario della seria, il gattone robot è arrivato anche a conquistarsi un posto in parecchie serie manga della Shogakukan, cosa rara per un Kodomo. Nel 2005 la Shōgakukan ha pubblicato di suo pugno, cinque volumi intitolati “Doraemon +”, un tributo extra che comprende alcune delle trame che sono state escluse dai 45 volumi originali.
“UN GATTO SPAZIALE, UN BAMBINO SFORTUNATO E TANTISSIME AVVENTURE, SONO GLI INGREDIENTI CHE HANNO COLTIVATO PER ANNI LA FANTASIA DI MILIONI DI BAMBINI”
I fan di tutto il mondo si sono sempre posti una domanda fondamentale, come cavolo finisce Doraemon?? Bè il web si è scatenato in merito a questo punto, quindi tra le curiosità inerenti al gatto robotico, andiamo a sfatare i miti sul finale!
Ultimamente quello che ha fatto parecchio polverone, ed ha fatto cadere all’amo il popolo internauta è stato questo:
“Nobita è un ragazzo malato terminale in coma, si risveglia ad un certo punto capendo che Doraemon e tutte le sue avventure sono state solo un sogno, una fantasia, forse provocata dal pupazzetto di un gatto blu portatogli in ospedale.” Molto romantico e drammatico devo dire, ma purtroppo scordatevi che sia realtà, bufala numero 1.
Altro tumulto c’è stato un po’ di tempo fa, per il falso episodio finale di Doraemon, pubblicato da un autore. Il manga, infatti era disegnato e scritto così follemente bene che è bastato pochissimo per far pensare al mondo che fosse la reale conclusione delle avventure del gatto pancione. Il finale non originale è il seguente: la batteria di Doraemon si è esaurita, rendendo impossibile la riattivazione del robot se non con la cancellazione di ogni memoria riguardo Nobita e di tutte le avventure passate insieme. Il protagonista del manga diventa una persona adulta, sposa Shizuka e diventa un ingegnere robotico che potrà così riparare il suo amico robot-gatto ciccione. Bufala 2.
Altri finali sono stati dati dai loro creatori, o meglio idee sugli eventuali finali mai attuate e confermate in realtà, queste idee sono 3:
Nella prima, si rispecchia molto la Bufala 2 con una differenza Nobita si impegna negli studi diventando un ingegnere robotico in grado di riparare Doraemon e sarà proprio lui a resuscitare il gatto ma sarà pure l’artefice del viaggio del tempo che poi manderà Doraemon nel passato ad aiutare se stesso…un ciclo infinito insomma. E’ un finale da urlo, rispetto agli altri due…
Il secondo ipotizzato, sostiene che Nobita sia un bambino autistico e che Doraemon e tutte le avventure che Nobita vive con lui, non sono altro che delle sue fantasie…che tristezza sob…sob…
Il terzo vede Nobita coinvolto in un terribile incidente, che purtroppo lo riduce in coma. Doraemon, a quel punto, comincia a vendere tutti i suoi ciuski per avere abbastanza soldi per l’intervento che salverebbe Nobita dal coma. Purtroppo l’intervento è un insuccesso e Doraemon è deve usare il suo ultimo ciuski che permette così allo spirito di Nobita di vivere in un epoca o in posto qualsiasi…il bambino però sceglierebbe il paradiso rendendo il ciuski inutile…altro finale…da vomito.