Prima di iniziare è però doveroso fare una premessa: nonostante la presenza di Ryan Reynolds, questo film NON ha nessuna influenza comico-satirica alla Deapool, difatti le scene di quel tenore sono o nel trailer, o solo agli inizi. Ma si può tranquillamente paragonare a Chi ha incastrato Roger Rabbit senza alcun problema, togliendo i contenuti per gli adulti.
Pikachu è sempre stato l’icona dei Pokémon, della nintendo, e bene o male di tutti i videogiochi degli anni ’90, assieme al noto idraulico italiano baffuto, con un merchandising che non tocca solo videogiochi e smartphone, ma peluche, carte da gioco, tamagochi, merendine, vestiario ed altre 300 cose. Ma andiamo adesso a parlare del film, visto che la storia del brand, nato nel 1996 grazie a Satoshi Tajiri, la conoscete tutti,.
La Warner Bros ha quindi realizzato il sogno di molti, portando nelle sale nostrane, il 9 maggio, Detective Pikachu, il primo film in live action, diretto da Rob Letterman, che non è nuovo nel cinema d’animazione (Shark Tale, Piccoli Brividi, etc…).
Ambientato a Ryme City, una città che ricorda un misto tra Londra e (decidere se Tokyo o New York), si narra la storia di Tim Goodman, interpretato da Justice Smith (Città di carta, Jurassic World – il regno distrutto, etc…), che si reca in città quando scopre della morte del padre poliziotto, Harry, e si ritrova catapultato in un mondo dove lui è unico: l’unica persona senza Pokémon. Perché se è vero che vive in un mondo come quello dei videogiochi, Ryme City è una città nuova, dove i mostri tascabili sono integrati alla perfezione, ed ogni persona ha un Pokémon, che funge quasi da spirito guida, scegliendo liberamente con chi fare coppia.
Arrivato in città, farà coppia con il Pikachu del padre, doppiato da Ryan Reynolds, che ha la particolare capacità di comunicare con Tim, oltre a quella di bere litri infiniti di caffè.
Il film nasce forse con l’idea di mostrarsi ad un pubblico di giovani, per poi virare verso gli adulti, grazie alla presenza di Ryan, una presenza che però non spicca come vuole far credere dai trailer e dalle varie dichiarazione, perché oltre ad un paio di battute sulle droghe, non decolla questo tipo di comicità più matura, quindi non aspettatevi un tipo di umorismo ai livelli di Ted (Seth MacFarlane). Aspettatevi però dei temi più maturi, come il rispetto della natura e degli animali, i cambiamenti climatici, l’integrazione e la violenza.
Un punto altissimo di questo film è l’animazione di tutti i Pokémon, una cura pazzesca, dal singolo pelo di Pikachu al riflesso degli occhi di quello psicopatico di Psyduck, mentre il punto negativo di questa cosa è che vengono mostrati sì i pokémon più famosi ed iconici, ma è pur vero che non vengono tutti realmente mostrati: spesso ci si ritrova in mezzo a riprese tanto frenetiche e veloci, che neanche si riescono a vedere tutti, e questo è un gran peccato, facendo desiderare allo spettatore di avere quei venti minuti in più, di sola CGI animale, apprezzata da molti, anche da John Mathieson, direttore della fotografia di questo film, che era stato anche reclutato per Sonic, lasciando questa dichiarazione:
“Mi avevano offerto di lavorare a Sonic e dopo aver visto il trailer sono contento che Detective Pikachu non abbia quell’aspetto. Almeno visivamente il nostro film è sicuramente migliore di Sonic e mi dispiace, non mi importa se qualcuno si offende, ma il nostro è decisamente di un altro livello. Io guardo Sonic e penso ‘Ok, lasciamo stare”
Io ringrazio la Warner Bros per avermi fatto andare a Cinecittà World, e per questo regalino.