Conclusasi la run di Vader Down, dove si è visto il primo approccio tra Darth Vader e Luke in seguito alla distruzione della Morte Nera, che ha fatto da cornice ad un cruento scontro tra i ribelli e l’Impero, si apre una nuova minierie-nella-serie, La guerra di Shu-torun. La dottoressa Aphra, che per un lungo tempo ha affiancato il nostro Signore Oscuro, nel frattempo è rimasta prigioniera dei ribelli e Vader ha eliminato il comandante Karbin, pericoloso antagonista e suo papabile sostituto.
Nelle prime tavole un troviamo Vader diretto nei confronti del suo Maestro il quale è molto stupito dal “dono” (ovvero i resti del comandante Karbin). L’Imperatore però sa sempre girare ogni situazione a suo vantaggio. Il suo Vader, quello che lui ha seguito e plasmato a distanza da quando era un bambino, sta lentamente e colpo su colpo tornando al massimo del suo splendore. A questo punto urge una missione degna del suo rango, utile per l’Impero, per il suo allievo ma soprattutto per sé stesso. Il guinzaglio dell’Imperatore, che Larroca fa risuonare in una tavola con un “Perché?” che risulta molto espressivo nonostante la maschera indossata dal Sith, è ancora presente. Il pianeta Shu-torun, è una riserva chiave per l’Impero: si tratta di un mondo minerario. I baroni sono in rivolta contro il giogo imperiale. Tocca così a Vader, a capo di una spedizione militare, portare la situazione dal verso giusto.
Da qui i disegni e l’atmosfera cambiano. Da toni chiari, a dimostrare il lustro imperiale si passa a toni più cupi, volti a significare l’atmosfera tesa e drammatica della rivolta. Rivolta, o quanto meno prima battaglia, che non viene risolta (solo) a colpi di spada laser (giusto un paio), ma grazie all’astuzia di Darth Vader e ad una sua dimostrazione di forza, che si palesa ancora una volta in tutta la sua ferocia e perfidia. Chiunque non si sottomette al volere dell’Imperatore è perduto: non esiste Misericordia. I baroni ribelli sono schiacciati ma non ancora sconfitti. L’azione vede al fianco di Vader la regina Trios, imposta da lui stesso sul trono del pianeta. Il coraggio della regnante scesa in battaglia sfida la furia di Vader, che nonostante il suo orgoglio, la vede come risorsa importante per i propri piani. La regina ha paura di perdere il potere verso i suoi subalterni e cerca, invano, di tenere testa a Lord Vader. Bastano un paio di frasi dette al momento giusto, però, per rimettere la regina al proprio posto. Gillien cerca, e riesce perfettamente, di sintetizzare due aspetti della stessa medaglia, l’affanno di mantenere ed acquistare potere, e la paura di perderlo: il sacrificio deve essere fatto: l’Impero prima di tutto!
Passiamo ora all’ultima storia della miniserie di Kanan. Al timone, per raccontarci la storia, troviamo Greg Wiesman, mentre ai disegni il nostro compatriota Andrea Broccardo. Il successo di Kanan ci ha portati lontano in questi mesi. La miniserie, che doveva essere composta di 5 numeri grazie al successo ottenuto, ci ha tenuto compagnia fino al 12, anche se non sempre convincendo nella sua seconda parte. Gli Jedi sono stati eliminati a seguito dell’ordine 66, ma l’ex Padawan Caleb Dume è sopravvissuto e ora si fa chiamare Kanan Jarrus. Ferito in missione, nella sua mente fluiscono i ricordi della sua vita trascorsa. Ripresosi ora può finalmente ricongiungersi ai suoi compagni. Quello che mi ha colpito nell’albo è come inizio e fine si richiamino in qualche modo. Caleb/Kanan è cresciuto, alcune disgrazie (una su tutte l’eliminazione dell’Ordine Jedi) lo hanno perseguitato per tutta la vita. Ma nulla potrà mai esimerlo da quello che è nel suo più profondo: uno Jedi! La ciclicità è data dalla prima immagine – in cui un Kanan adulto ha sullo sfondo un Caleb più giovane ed ancora padawan -e dall’ultima, in cui il nuovo compagno di Kanan, Gamut Key, appare più grande e sembra essere un fiero combattente. Tutto ciò a mio parere comunica un dato: noi siamo quello che ci siamo costruiti , siamo quello che abbiamo vissuto, subito e superato,che dobbiamo prendere sempre la vita con coraggio. E soprattutto che le scelte e le azioni, in virtù della realtà che ci circonda devono essere ponderate. Un grande poeta del secolo scorso scisse “Tutte le immagini portano scritto: più in là”, così anche noi, da bambini siamo una proiezioni di noi stessi nel nostro futuro. L’importante è dare il giusto peso alle nostre azioni con saggezza.
Tornando alla storia, questa si rivela essere una missione di salvataggio di Morfizo, “amico di lunga data di Jarrus”, come egli stesso afferma, accusato di far parte di una cellula ribelle. Nel corso dell’azione, dopo esser saliti a bordo della nave Fantasma appartenente a Kanan, gli si palesa una sorpresa, il vice ammiraglio Sloane che nei tratti di Broccardo mi ha riportato subito alla timorosa e sottomessa sottotenente Nanda apparsa nella miniserie Cinque giorni da Sith, in quello che ormai è l’universo Legends. Altra nota importante è la multimedialità di questo racconto. In una nota all’interno di una tavola, in riferimento al primo incontro tra la Sloane e Kanan appare la scritta “come visto nel romanzo Nuova alba” di J.J. Miller. Oltre a ciò troviamo anche il Grande Inquisitore già apparso nei cartoni animati Star Wars: Rebels, di cui Weisman è produttore esecutivo. Ricordo che il presente albo è disponibile anche con covert art variant di Simone Bianchi.
L’appuntamento è ora per il 24 novembre su Darth Vader 16, dove continua la guerra Shu-Torun e, (udite! udite!) incomincia la miniserie in 5 numeri Obi-wan e Anankin, disegnata dal nostro Marco Checchetto. A rileggerci presto!