La seconda Civil War approda finalmente sulle pagine di Daredevil!Per il momento il maxi evento Marvel non coinvolge direttamente il nostro Matt,ma si limita ad insinuarsi nelle vite di Luke e Danny, oltre a portarci il ritorno di una figura di spicco della malavita newyorkese! Nello scorso numero si era conclusa la run de Il Bluff del cieco, con Daredevil in terra d’Asia assieme a Spider-man, permettendo così a Soule di iniziare una nuova saga, Arte Oscura.
Tornare nelle atmosfere newyorkesi è decisamente piacevole, si respira maggiormente il mondo di Daredevi, fin dalle prime battute. La passione di Matt per la sua città è ben marcata, così come la necessità di riprendere il contatto con il proprio territorio (non vengo in questa parte di città da quando sono tornato), quasi a voler scoprire quanto sia cambiata Manhattan durante la sua assenza. Tuttavia è il ruolo di Matt come uomo di legge che torna in modo preponderante nelle pagine di Daredevil. Durante il suo discorso con Sam (alias, Blindspot) emerge l’intenzione di Matt di regolarizzare la posizione del ragazzo, un riferimento all’intenzione del sindaco De Blasio di garantire l’integrazione dei clandestini sul territorio di New York purché abbiano un lavoro dichiarato (con buona pace del nuovo presidente!); altra ingerenza della sua professione nella vita di Daredevil è il trattamento di alcuni colleghi, non esattamente conciliante, ma anzi decisamente ostile, frutto della sua precedente vita come avvocato difensore e delle sue numerose vittorie, che ora vengono “punite” con una durezza nell’assegnazione dei casi. Come dice lo stesso Matt “ecco il vantaggio di aver un tuo studio..sei il capo di te stesso“, una nuova difficoltà nella sua seconda pelle di vigilante di Hell’s Kitchen. Eppure non ci sono subbi, la vera vocazione di Matt è indossare la veste di Daredevil, tutto il resto passa in secondo piano.
Soule riesce a trasmettere tutto questo nella prima parte di Arte Oscura, una storia che promette di portare Daredevil e il suo allievo Blindspot in un’indagine inquietante, che sembra partire da una situazione scomoda per il giovane Sam. Il ritrovamento di un cadavere dissanguato ai piedi di una tela immensa realizzata con il sangue di centinai di vittime è solo il primo passo in questa nuova avventura, un nuovo modo di Soule di mettere alla prova la determinazione di Matt e il suo ruolo di protettore della metropoli. Ai disegni torna Ron Garney, che si dimostra ancora una volta in perfetta forma. Le sue tavole sono la degna rappresentazione della narrazione seria e spigolosa di Soule (non me ne voglia Sodzuka), visto il tratto duro, pulito e la scelta delle inquadrature; i colori di Milla completano il lavoro, sempre perfetti, in grado di conferire alle tavole, in alcuni punti, un impatto quasi cinematografico.
Non vedo l’ora di vedere come si svilupperà questa Arte Oscura, perché ho l’impressione che il livello narrativo di Daredevil stia prendendo il volo.
Con l’arrivo della Civil War II ho finalmente iniziato ad apprezzare (ameno in parte) anche la serie di Power Man e Iron Fist, che fin’ora non mi aveva pienamente convinto. Il merito è tutto di Walker che riesce a estraniare per un attimo il duo composto da Luke e Danny dall’atmosfera più scanzonata vista fin’ora per introdurli nel vivo della lotta intestina del mondo Marvel; la scoperta della situazione dalla TV coinvolge anche Jessica Jones, moglie di Luke, e ci permette di vedere come il trio sia compatto come una famiglia. Il ricordo di Rhodes da parte di Luke e il dolore di Danny per le condizioni di Jennifer Walters (AKA, She-Hulk) sono palpabili; l’arrivo dei due al Triskelion e il discorso (accennato ma non approfondito) con Carol Danvers sono un primo riferimento alle posizioni dei due Eroi in vendita, apparentemente intenzionati a non rivivere il doloroso passato della prima Civil War. Fortunatamente per loro, sembra che un nuovo incarico li porterà a esser presi da ben altro: proteggere degli ex-criminali da una squadra di improvvisati giustizieri!
Se la storia di Walker sembra finalmente prendere una piega più seria, almeno nella prima parte, la parte grafica non mi convince ancora del tutto. I disegni di Flaviano mantengono un tono più leggero rispetto al mio gusto, mentre la colorazione di Rauch mi trasmette più il senso di cartoon che non di una storia intensa; probabilmente questo è proprio il senso dietro questo tipo di lavorazione, il dare alla serie di Power Man e Iron Fist un tono leggero, in tal caso ottimo lavoro del team, mentre lo scarso gradimento da parte mia è proprio per la tipologia di storia.
Ma non ho tempo di lamentarmi, perché con questo numero di Daredevil torna in scena uno dei villain più belli del mondo Marvel: Wilson Fisk, alias Kingpin!
Con la miniserie in quattro numero Kingpin di Matthew Rosenberg, il signore del crimine torna a New York con un obiettivo ben chiaro: riprendere il controllo della sua città. Il discorso di Fisk che ci accoglie nel primo numero (Non saresti dovuto tornare) è spettacolare (merito anche della traduzione di Luigi Mutti), figlio della Civil War II che non interessa solo la comunità metaumana ma anche i criminali, con o senza superpoteri. Fisk non intende rinunciare al suo ruolo di signore della mala di New York, e per farlo non si pone limiti, affronta sia gli eroi schierati con Carol Danvers che i criminali reticenti a piegarsi, sfruttando un uomo: Janus Jardesh.
I disegni di Non saresti dovuto tornare sono affidati a Ricardo Lopez Ortiz, che mescola il tratto americano con alcuni inserti più vicini al mondo manga (il taglio degli occhi, vene in vista ed espressioni deformate in modo eccessivo), riuscendo tuttavia a trovare il giusto equilibrio, aiutato anche dai colori di Matt Lopes, che sa come valorizzare le tavole di Ortiz.
Per la seconda storia della miniserie, La morte e la nascita di Janus Jardeesh i disegni sono di Dalibor Talajic, con i colori di Miroslav Mrva. Interessante questo cambio della guardia, che avviene quasi in modo da favorire il racconto in flashback, creando uno stacco con la prima parte. Rosenberg racconta come Janus abbia ottenuto il suo dono inumano, una ricchezza per un uomo come Kingpin: essere al riparo dalla preveggenza di Ulysses!