Prima delle festività natalizie avevamo lasciato Matt in Asia, mentre faceva due chiacchiere con un certo aracnide di nostra conoscenza su un tetto. È proprio da questo punto che ripartirà la saga de Il bluff del cieco, la prima storia di questo numero; esatto, saranno ben tre le storie dedicate al nostro Diavolo Custode, con un gradito ritorno di una delle figure storiche del mito di Daredevil. Non manca l’intermezzo comico offerto da Power Man e Iron Fist, che con On Air chiudono con una risata l’albo. Per il momento, sulle pagine di Daredevil non sembrano essere arrivate le ripercussioni di Civil War II.
In Il bluff del cieco (The blind man’s bluff), Matt collabora con Spider-Man per recuperare la misteriosa valigetta della Gatta Nera, il cui contenuto sembra essere particolarmente importante per l’avvocato di Hell’s Kitchen; vedere agire assieme i due eroi all’inizio è decisamente divertente, con Spidey che non perde occasione di metter in mostra il suo umorismo, come il citare film ad ogni occasione (da Ocean’s Eleven a Free Willy). Soule si diverte in un primo tempo a mettere a confronto il serioso Daredevil con il più scanzonato Parker, un differente approccio alla missione che incarna bene lo spirito dei personaggi; come da parecchio tempo a questa parte, la scelta di Matt di rimuovere in tutte le sue conoscenze la verità sulla propria identità torna a farsi sentire. Il valore di questa collaborazione sembra essere l’apporto che Spidey con il suo modo di fare può dare a Murdock, invitandolo a trovare un qualcosa di divertente nella propria missione, prima che il solo lavoro lo schiacci. E Parker lo sa bene, come specifica citando la difficoltà che i costumi scuri hanno sugli eroi in casa Marvel (qualcuno ricorda un certo simbionte?).
Charles Soule continua a rendere la sua permanenza su Daredevil in modo impeccabile. La sua narrazione è in grado sia di far progredire la storia di Il bluff del cieco che di approfondire l’analisi del carattere di Matt; il suo nervosismo nel combattimento, la facilità con cui rimprovera Peter alla prima difficoltà sono elementi da tenere presenti, per capire meglio l’animo di Matt. Il momento più “divertente” dell’albo coincide proprio quando Matt riesce a lasciarsi andare sull’onda dell’entusiasmo di Parker. È un momento passeggero, che viene subito smontato dallo stesso Spidey quando afferma di non riuscire a fidarsi troppo di Matt; il non sapere chi sia il volto dietro la maschera inquieta Spidey, specie visto la disperazione con cui Daredevil cerca di recuperare il contenuto della valigetta. L’atto di fiducia di Matt nel rivelare la verità a Peter può essere il primo passo dell’eroe verso una nuova consapevolezza di sé?
Nel frattempo ci possiamo godere l’ottimo lavoro del duo Sudzuka- Milla, che con tratto e colori continuano a dare a Daredevil una visione estremamente accattivante. Che sia un primo piano per mostrare i sentimenti del personaggio o una scena d’azione, il disegno di Sudzuka è sempre all’altezza, in grado di soddisfare il lettore; così come lo sono i colori di Milla, impeccabili e vero e proprio marchio di questa nuova run del nostro Daredevil!
Per la seconda storia, Il ritorno di Echo, bisogna ringraziare il ripasso che ci regala Giuseppe Guidi, che in fondo all’albo fa un breve riassunto sulla figura della donna. Parliamo di Maya Lopez, creata da David Mack e Joe Quesada, sorda dalla nascita ma dotata della capacità di leggere le labbra e replicare alla perfezione gesti e movenze di altre persone; il padre venne ucciso da Kingpin, che per rispetto ad una promessa fatta proprio al padre di Maya, la crebbe, decidendo di dirigere la sua ossessione per la morte del padre proprio su Daredevil. Dopo il dovuto chiarimento e una love story tra Maya e Matt, la donna cerca di eliminare Fisk; si unisce poi ai Nuovi Vendicatori sotto l’identità di Ronin (proprio dopo il rifiuto di Matt di entrare nel supergruppo dopo la maxi evasione del Raft e la raccomandazione fatta a Cap dal Cornetto stesso).
In questa storia, Maya si ritrova ad aiutare Matt durante un attacco sonoro di Claw, che riesce a dominare la popolazione tramite un impulso trasmesso sulle onde sonore, a cui lei scampa grazie al proprio handicap. La trama di Soule è serrata, dal ritmo frenetico, con picchi di tensione che sembrano condannare i nostri eroi al fallimento, ma con un finale poetico; i disegni di Vanesa del Rey e i colori di Matt Lopes sono il tocco finale, semplici ma efficaci.
Ma il gioiello si nasconde in Frammenti, la terza storia, ed è il nome dello sceneggiatore: Roger McKenzie. Si tratta di una figura storica per Daredevil, sia per l’impronta più dark che diede alle storie (grazie al suo passato di scrittore per testate horror) sia per il giovane che iniziò ad affiancarlo : Frank Miller. Tra i due l’idillio durò poco, tanto che Denny O’Neil fu costretto poi a scegliere chi tenere dei due, preferendo l’astro nascente Miller, che da un approccio preventivato di un Matt più spensierato rispetto a McKenzie arrivò a portare Daredevil in un periodo oscuro, a cominciare dall’introduzione di Elektra!
Tornando a Frammenti, al centro dell’attenzione c’è Gladiatore, alias Melvin Potter, personaggio nato proprio sulle pagine di Darevdevil a metà anni ’60 da un’idea di Stan Lee e John Romita Sr. Potter è un cattivo atipico, in costante lotta con sé stesso, diviso tra bene e male, al punto che spesso diventa uno degli alleati di Daredevil durante i suoi tentativi di riabilitazione ed essendo comunque presente all’interno di alcune delle saghe principali di Daredevil (come in Rinascita quando viene costretto dal Kingpin a creare una copia del costume di Matt a scopi tutt’altro che nobili). Potter non ha superpoteri, ma solo una grande forza ed un’abilità nella lotta corpo a corpo, che si accompagna alla sua incredibile capacità di designer di costumi (cosa che torna anche nel serial di Daredevil, dove compare unicamente in questa veste). Sfruttando i disegni di Torre e i colori di Miroslav Mrva, McKenzie fa nuovamente incrociare Matt e Melvin, con quest’ultimo fuori di sé, impegnato in una personale vendetta contro coloro che hanno ucciso la sua famiglia. Una storia intensa, crudele che non risparmia a Potter una nuova discesa nel suo lato più oscuro; da notare come, nascosta nelle tavole, potrebbe esser celato un riferimento a Miller, nella scelta di dare al coroner il nome di Frankie Muller.
Chiude l’albo la parte che, onestamente, gradisco meno, Power Man e Iron Fist. On Air rispetta in pieno il tono scanzonato e divertente che si vuole dare al duo (carino il riferimento al fatto che siano “il vero dinamico duo”, con buona pace di Batman), con situazioni frutto di esilaranti equivoci e raccontate in modo frenetico; l’intenzione è buona, ma a mio gusto inserite nel contesto sbagliato, visto il tono del personaggio principale della testata sarebbe meglio mantenere un tono più serio, con storie di una maggior spessore. Per lo meno posizionata in coda all’albo, l’epopea degli Eroi in Vendita non spezza il pathos delle altre storie, come in precedenza.