Civil War 2 inizia a prendere sempre più slancio, con questo secondo numero in cui la situazione sembra dirigersi verso una presa di posizione in cui si inziano a vedere gli schieramenti.
Come sempre, è centrale la figura di Tony Stark, l’ago della bilancia che come da copione scuote la trama, dando quel taglio definitivo alla possibilità di trovare una soluzione pacifica alla questione. Questo secondo albo della Civil War 2 è diviso in tre atti, il primo che si inserisce direttamente nella maxi trama della saga, mentre gli altri due sono delle storie legate a due figure “minori” che in originale sono contenute nella saga parallela di Choosing Sides, che in Italia partirà da febbraio.
Se lo scorso numero finiva con un Tony fuori controllo per la morte di Rhodes, questo albo prende il via esattamente da quella scena, con Iron Man che si dirige verso Attilan, patria degli Inumani, per affrontare direttamente il problema alla base di tutto: Ulysses.
Tony è guidato dal dolore, una perdita che viene bene ribadita dalle tavole di David Marquez, che alternano il ricordo dell’amico War Machine a momenti in cui sotto l’armatura vediamo il miliardario con le lacrime, quasi che il peso della situazione sia troppo anche per lui. Tutto questo viene presentato in modo che il lettore non capisca quanto sia la sete di vendetta e quanto una reale preoccupazione di Tony per il futuro a guidare le sue azioni, specie quando decide di rapire Ulysses dal regno degli Inumani, creando un incidente diplomatico che inasprisce ulteriormente gli animi.
TONY STARK PRENDE IN MANO LA SITUAZIONE !
Bendis enfatizza molto sull’aspetto umano di Tony, presentandolo come lucido nelle intenzioni, ma che in realtà pare essere totalmente fuori controllo, vittima ancora una volta di quella sua tendenza a prendersi l’onere delle decisioni cruciali in modo autonomo, rinnegando l’appartenenza di una più ampia comunità metaumana. La trama ricalca proprio questo aspetto, con Stark che trasforma Ulysses in una cavia, dopo avere pianificato ogni mossa per avere quanto più tempo possibile da solo con lui e scoprire l’origine dei suoi poteri.
Ovviamente, l’altra grande tematica è la reazione degli Inumani. In una particolare in cui la loro esistenza diventa un motivo di tensione mondiale, con una forte diffidenza e paura nei loro confronti, la regina Medusa decide di aprirsi alla comunità mondiale offrendo il proprio sostegno, il comportamento di Stark viene visto come l’ennesimo torto, facendo sentire gli Inumani traditi da coloro di cui hanno provato a fidarsi, aumentando la tensione e la scarsa considerazione nei confronti di Avengers e Ultimates.
Ma sarà la rivelazione finale di Ulysses a mettere tutti sul chi vive, con una visione che tira in ballo uno dei grandi assenti del mono Marvel che non è ancora apparso in Civil War II: Hulk. Il finale della storia di questo mese con Carol Danvers faccia a faccia con Banner è tutto un programma! Più si prosegue la lettura, più si insinua il vero, ferreo dogma di questa nuova Civil War: fin dove ci si deve spingere per proteggere il futuro?
Civil War II è stata giustamente affidata a Bendis. Il talento nello sviluppare le trame del buon Brian si sente, la caratterizzazione dei personaggi si sposa bene con la tensione crescente dell’imminente tragedia, perché sarebbe un errore pensare che la morte di Rhodes e la condizione clinica precaria di Jennifer Walters siano i punti di massimo disastro. Il taglio spesso cinematografico nelle inquadrature e nel presentare le situazioni sono frutto della sinergia fra la sceneggiatura e i disegni di Marquez, su cui poi passa la mano di Sponsor per i colori.