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RETROGAMING: IL MULTIPLAYER GIÀ ESISTEVA
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Ricordate i tempi nel quale dovevate uscire per visitare un vostro amico d’infanzia e giocare con il suo Super Nintendo? Certo, questi tempi sono andati avanti così per parecchio tempo, almeno fino all’avvento dell’ADSL e i circuiti fatti apposta per giocare online come Xbox LIVE e Playstation Network. Adesso è possibile giocare con più persone online, senza muoversi di casa. C’è sempre l’eccezione di giochi che richiedono la partita espressivamente in locale, ma è ormai una pur semplice eccezione. Indovinate un po’ : era possibile giocare in rete già da prima, fra console. Volete indovinare qual è stata la prima console ad ottenere un tale pregio?
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Questa per intesa tecnica: era il 1992 quando venne fuori l’idea di utilizzare un modem per far giocare i più fanatici della Nintendo online. L’ispirazione è venuta dal Famicom Modem, ideato già anni prima (1988, solo in Giappone!). C’era però un problema: la potenza del modem non superava i 300 bits al secondo, perciò qualsiasi gioco che avesse bisogno del movimento dell’intero schermo era off limits. Giochi semplicissimi e a turni potevano essere adatti. Il modem non è mai stato rilasciato al pubblico.
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Ed ecco che ci siamo: 1994. L’idea ha preso finalmente la sua evoluzione finale in forma d’un modem più evoluto e un sistema che per l’anno ha del sorprendente. L’Xband era compatibile con il Sega Genesis e il Super Nintendo e permetteva al 100% di giocare contro un giocatore online. Poteva tenere fino a quattro utenti memorizzati per essere contattati ed era possibile mandare e-mail tramite il servizio (era inclusa una tastiera per fare tutto ciò). Insomma le attività non mancavano, e parte del sistema era programmato bene. Nonostante tutto non era esente da difetti, e per via del fattore di concorsi e tornei spesso si vedevano giocatori staccare il proprio modem o alzare la cornetta del telefono per interrompere la partita (a quei tempi, alzare la cornetta del telefono significava interrompere la connessione dati). XBand non era capace di prevenire simili problemi, senza mancare che qualche tempo dopo diversi atti di Hacking furono attuati (usando un Game Genie). Come se non bastasse non tutti i giochi erano davvero compatibili e soffrivano di lag e problemi.
Se tutto ciò suona familiare, complimenti: anche nel 1994 c’erano problemi dovuti ad Hackers che truccavano le partite e di “ragequitters” che chiudevano il proprio gioco all’improvviso.
XBand ha chiuso poi i battenti nel 1997, dopo aver tentato anche di creare una seconda generazione (con un modem più potente). Ormai Nintendo e Sega ne avevano abbastanza d’una faccenda simile e bloccarono ogni contatto.
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