A celebrare un forte rilancio voluto per il brand di Captain Tsubasa (noto in passato in Italia col nome di “Che campioni Holly e Benji“), oltre ad una serie animata nuova di zecca realizzata dallo studio d’animazione giapponese David Production (Le Bizzarre Avventure di Jojo, Hyperdimension Neptunia), giunge anche il telefonatissimo nuovo videogioco made in Bandai Namco. Chi segue gli adattamenti videoludici di Captain Tsubasa già sa che in passato questi prodotti fecero piuttosto fatica ad arrivare sino a noi, vuoi per la mancanza di un pubblico statunitense realmente interessato al franchise (praticamente assente sui loro palinsesti), vuoi per un’ovvia fatica, a livello di richiamo mediatico, di una serie che spadroneggiò negli anni ’80 e nei primi anni ’90 senza mai davvero scoppiare se non al di fuori di alcuni paesi europei e dell’America latina.
Con questo nuovo Captain Tsubasa: Rise of New Champions, la serie animata può affrancarsi finalmente della relativa “puzza di nicchia” che prima interessava i suoi adattamenti videoludici, approdando in un colpo solo, e in tutto il mondo, su Nintendo Switch, PlayStation 4 e PC.
Proprio di quest’ultima versione, affidataci da Bandai Namco Italia, oggi vi posso parlare con una certa amarezza di fondo, perché il titolo in sé rappresenta una vera gioia per gli occhi se si è stati anche solo per un attimo della propria esistenza affezionati ai personaggi che fanno di Captain Tsubasa una storia senza tempo. La scelta di affidare a Tamsoft (Senran Kagura) lo sviluppo del videogioco, infatti, potrebbe non essere stata la più azzeccata, al di là dell’evidente comparto estetico tirato a lucido ed astutamente confezionato ad uso e consumo degli appassionati: una notevole fronte di attrattiva che paga il prezzo di un gameplay… forse un po’ troppo goffo.
Allontanandosi dalle influenze JRPG dell’emulo Inazuma Eleven di Level-5, Captain Tsubasa: Rise of New Champions si dimostra infatti un vero e proprio gioco di calcio arcade di quelli che non si vedevano da diverso tempo sui nostri schermi. Offrendo due campagne single player, un comparto online dedicato e un editor sulla falsariga di quanto visto in tutti i recenti adattamenti videoludici di franchise anime di successo made in Bandai Namco (il cui esponente più riuscito, malgrado tutto, rimane Dragon Ball Xenoverse 2), il videogioco che ci troviamo tra le mani non si fa troppi problemi a proiettare i giocatori nel bel mezzo della storia di Captain Tsubasa, dimostrando fin da subito di voler parlare unicamente a chi è familiare con la serie animata o il manga di Yoichi Takahashi. Senza troppi preamboli, se non si considerano le parti diegetiche in stile visual novel, il gioco si racconta attraverso brevi tutorial che costellano la campagna single player.
Ogni giocatore in campo ha dalla sua una barra della resistenza (denominata “Spirito”) che viene utilizzata per scattare ed eseguire ogni azione sul campo, mentre i personaggi chiavi delle squadre di calcio possono sfoderare colpi speciali un po’ in tutti i ruoli sul campo, con tanto di super colpi conditi da sequence in tempo reale realizzate in modo eccelso. Se la prima campagna, Episode Tsubasa, non permette di modificare poi molto quanto succede sul campo nel tentativo di inseguire i binari della storia del manga e della serie animata, è l’episodio “New Hero” la vera offerta di questo nuovo videogioco dedicato al cannoniere della Nankatsu: un vero e proprio “what if” in cui un nuovo calciatore, creato dal giocatore, può muovere i propri passi in diverse linee narrative a contatto con tutti i volti più famosi della saga.
Una vera e propria occasione per conoscere vecchi (e nuovi) eroi d’infanzia stringendo amicizie basate sulla lealtà e la voglia di migliorarsi nella disciplina che più fa loro palpitare il cuore: il gioco del calcio. Fin qui, tutto bene, al di là di alcune scelte forse un po’ singolari per estendere artificalmente la durata dell’esperienza.
Filerebbe tutto liscio se… non si mettesse poi piede sul campo di gioco, perché proprio in questa istanza il titolo si dimostra spesso ingiusto e anche piuttosto “rotto” sul piano dell’intelligenza artificiale dei giocatori. Oltre alla già citata barra dello spirito, ogni squadra ha dalla sua un’altra barra da riempire a suon di controllo di palla, dribbling e via dicendo. Partita dopo partita, giunge quindi palese che al di là di meccaniche calcistiche di stampo arcade (nel gioco non esistono i falli, per dirne una), ciò che va veramente tenuto sotto controllo e usato con parsimonia è il pool di tecniche speciali da sfoderare contro gli avversarsi, al di là della propria bravura effettiva pad alla mano. In tal senso, anche la celata struttura RPG del titolo, che si evince dalle statistiche e dalle qualità uniche dei calciatori più importanti della storia presente nel gioco, non aiuta nel duro compito di rendere l’esperienza accessibile a chi non voglia effettivamente studiarsi per benino le tecniche a disposizione di ogni rosa di sportivi. Anche seguire l’azione sul campo comporta qualche grattacapo, tanto che il titolo offre diverse telecamere per adattarsi allo stile di gioco di ognuno: il consiglio di chi scrive è di usare in modo intelligente la minimappa dall’alto che si trova in basso sullo schermo durante le partite.
Il comparto online permette di lanciarsi nella creazione di un proprio team con tante opzioni di personalizzazione estetiche, ma anche e soprattutto beneficiando del gran numero di rose di calciatori famosi (in Captain Tsubasa, s’intende) presenti sin da subito e sbloccabili giocando alla campagna single player, ma anche su questo fronte non potevamo che aspettarci qualche brutta sorpresa: se è vero che i propri avatar possono apprendere mosse e abilità di protagonisti, è solo tramite un oneroso sistema di lootbox (carte collezionabili sbloccabili a suon di sola valuta in-game, fortunatamente) che il tutto prende forma, senza lasciare troppa possibilità a chi vorrebbe solamente fare ciò che vuole senza impegnare troppo tempo nella tediosa collezione di punti. Oltretutto la modalità single player prevede diverse scene sbloccabili – con premi anche significativi, specie per gli appassionati – a cura del giocatore, che dovrà ricreare tutte le situazioni previste dalle partite di calcio raccontate nella serie animata.
Detto così potrebbe anche risultare molto interessante per alcuni, ma ritrovarsi a dover subire gol da parte degli avversari in particolari situazioni solo per dare il via ad una breve scena cinematica non è esattamente ciò che i giocatori interessati ad un’esperienza calcistica spensierata potrebbero ricercare in un prodotto simile. Di certo, in questo modo, il videogioco Tamsoft offre davvero tanto da fare, ma l’estrema semplicità del motore di gioco calcistico definito solamente dalle detestabili barre a schermo potrebbe in qualche modo venire a noia velocemente, specie se non si è nemmeno pronti a digerire un sistema di controllo inutilmente macchinoso, specie quando si tratta di dover gestire dribbling e azioni difensive col dovuto tempismo.
Detto questo, come citato in apertura, Captain Tsubasa: Rise of New Champions è sicuramente il videogioco dedicato all’omonima serie animata più spettacolare che mi sia capitato di vedere su console – e addirittura PC -, con tanto di inserti extra sbloccabili che raccontano i retroscena della storia utilizzando spezzoni del recente adattamento animato. Duole ammettere che il videogioco, in sè e per sé, potrebbe essere sicuramente migliore di quanto non sia, ma se questo potesse in qualche modo essere migliorato e bilanciato con future patch correttive (soprattutto la versione PC, da me testata assieme a quella console, afflitta da diversi problemi tecnici oltre a quelli ludici già descritti) ci potrei anche mettere una pietra sopra. Venire a compromessi con un gameplay non propriamente rodato è praticamente il muscolo più allenato di ogni amante di animazione giapponese quando si tratta di avere a che fare con prodotti Bandai Namco (o nel passato, da Bandai), ma in questo caso è un altro il vero punto della questione: il videogioco è ormai stato lanciato in tutto il mondo, venduto a prezzo pieno, e questo nonostante sia platealmente incompiuto, non propriamente bilanciato e poco ottimizzato. Si potrebbe comprendere se si stesse parlando dell’ennesima produzione AAA open world, o di uno di quei titoli GaaS tanto in voga ora, ma questo è un semplice tie-in di una serie animata popolare solo in specifiche parti del mondo.
E quando per l’ennesima volta vedrete i calciatori in campo mossi dalla I.A. reagire in modo anomalo ad un passaggio, vi ricorderete come mai giocavate con molto più piacere gli adattamenti videoludici di Captain Tsubasa sviluppati da Tecmo negli anni ’90 su Nintendo Famicom. Almeno il comparto online funziona come dovrebbe, ma la community ora attiva reggerà lo scorrere del tempo?