A 3 anni di distanza dal precedente capitolo, DICE ci riporta sul campo di battaglia con Battlefield 2042, il nuovo titolo della celebre saga fps che ha il compito di risollevare la saga dopo il tutt’altro che perfetto Battlefield V: missione compiuta? Scopriamolo.
BENVENUTI NEL 2042
Dopo aver saggiato i campi di battaglia dei due grandi conflitti mondiali nei precedenti capitoli, Battlefield 2042 ci catapulta in un’ambientazione post moderna, in equilibrio fra tecnologie attuali e futuristiche, senza arrivare quindi alla fantascienza più estrema.
Nonostante le brevi quanto piacevoli campagne degli ultimi due capitoli, in questa nuova iterazione è tutto votato al comparto multiplayer, che qui vediamo rimpolpato da due nuove modalità: Portal ed Hazard, che andremo ad analizzare successivamente.
Personalmente non ho certo apprezzato la scelta di non inserire alcun tipo di campagna, ma la comprendo in parte dal momento che il cuore pulsante dell’esperienza di Battlefield è sempre stato il multiplayer, e le maggiori energie profuse in esso sono tangibili per quanto concerne le nuove sperimentazioni.
ALL-OUT WARFARE
Sempre a proposito di cuore pulsante, nella sezione All-Out Warfare troviamo le due celebri modalità Conquista e Sfondamento.
Spalmate su 7 grandi mappe di gioco, in esse abbiamo subito ritrovato lo spirito che contraddistingue la saga, fatto di epicità e grandi scontri, i quali potranno essere affrontati con svariati approcci (in base alle classi ed agli specialisti) e mezzi (aerei, elicotteri, blindati, hovercraft) in un connubio di elementi commistionati non sempre alla perfezione.
Difatti a rendere l’esperienza di gioco tutt’altro che perfetta ho trovato delle mappe (quasi) sempre ben strutturate ma decisamente troppo estese e non sempre ben bilanciate, dove specie in Conquista ti porteranno a camminare per svariato tempo per raggiungere le zone di conflitto; le dimensioni delle mappe sono in parte giustificate dal numero di giocatori, che su next-gen è passato da 64 a 128 giocatori, ma nonostante ciò in più occasioni mi sono mancati i momenti caotici vissuti nei capitoli precedenti (qualcuno ha detto Forte di Vaux?).
Una delle novità più grandi è rappresentata dagli eventi climatici, dove ad esempio un tornado è in grado di risucchiare soldati e mezzi ribaltando la partita, portando ad una maggior varietà di situazioni e ad un alto grado di spettacolarità; c’è da dire però che nella mie ore di gioco non mi sono imbattuto pressoché mai in essi, e le poche volte che è accaduto non ho vissuto chissà quali grandi momenti spettacolari.
Altro elemento importante di cui fare menzione sono gli Specialisti, che vanno ad ampliare il concetto di Classe dotando il giocatore di gadget unici in base allo specialista selezionato, quali droni da ricognizione, barricate mobili, pistole con dardi guaritivi e non solo.
Non sono un’aggiunta che va a stravolgere gli equilibri del gioco ma comunque portano una ventata di aria fresca permettendo al giocatore di creare build decisamente più variegate rispetto al passato, andando però in questo modo a togliere un po’ di identità alla singola classe: per farvi un esempio, sarà possibile creare un medico equipaggiato con un fucile da cecchino ed un lanciarazzi.
ALLA SCOPERTA DI HAZARD ZONE E PORTAL
Passiamo ora ad analizzare le due nuove modalità di Battlefield 2042, nate con l’obiettivo di estendere l’esperienza di gioco attraverso un connubio di novità e ritorni al passato.
Hazard Zone vede 8 squadre da 4 giocatori competere per individuare e raccogliere degli hard disk sparsi per la mappa di gioco: una delle peculiarità di questa modalità è dovuta al fatto che tali hard disk sono presidiati da gruppi di bot che faranno di tutto per impedirci di raggiungere l’obiettivo.
Questa amalgama di PvP e PvE ed una grande spinta al gioco di squadra rendono Hazard Zone una gradita aggiunta, ideale per prendere una pausa dai conflitti su vasta scala delle modalità principali.
Portal invece punta tutto sul fattore nostalgia, riproponendo alcune celebri mappe dei vecchi titoli: sarà possibile giocare ad alcune mappe di Battlefield 1942, Bad Company 2 e Battlefield 3, il tutto supportato da una 40ina di armi ed accessori contestualizzate al capitolo ed al periodo storico di turno.
In aggiunta a ciò viene fornito ai giocatori un potentissimo editor (al momento disponibile solo su PC) col quale creare delle partite totalmente personalizzabili, dove ad esempio sarà possibile fondere elementi da varie epoche e sbizzarrirsi in tanti modi.
Il potenziale è indubbiamente presente, tuttavia solo il passare dei mesi e l’applicazione di tale editor ci permetteranno di dare un giudizio concreto.
TRA MANCANZE E SBILANCIAMENTI
Veniamo ora alle note dolenti di Battlefield 2042, rappresentate da feature assenti e grossi problemi di bilanciamento, più che dai bug.
Sì perché se effettivamente i bug sulla versione PS5 sono presenti, non minano l’esperienza di gioco in modo tangibile.
Ciò sulla quale DICE deve intervenire riguarda ad esempio l’assenza della scoreboard finale, di una pagina del profilo riepilogativa, del browser server e non solo, tutti elementi facilmente aggiungibili con le prossime patch ma inspiegabilmente assenti.
Altro elemento che necessita di un grosso lavoro di rifinitura riguarda il bilanciamento, in particolar modo quello delle bocche da fuoco, dato che oltre ad essercene un numero esiguo, alcune di esse sono esageratamente più efficaci di altre, portando i giocatori a combattere non con gli avversari, ma con la frustrazione.