Con Assassin’s Creed: Valhalla i ragazzi di Ubisoft proseguono sul percorso tracciato da Origins nel 2017 portando sul mercato un titolo immenso dove la componente gdr la fa ancora una volta da padrona, immergendoci nei panni di Eivor, uno spietato vichingo.
IN PRINCIPIO VI FU LA MORTE
Il titolo si apre con un Eivor bambino intento a godersi il banchetto insieme alla sua famiglia, la quale regna sul Clan del Corvo; ben presto però il giocatore si troverà investito da un piano sequenza tramite il quale vedremo perire i genitori del protagonista sotto i colpi d’ascia del clan nemico, mostrandoci il bambino salvarsi solo grazie all’aiuto di Sigurd, il figlio del capo.
È con questa premessa che la nostra avventura ha inizio: un incipit tutt’altro che originale ma perfettamente in linea con lo spirito dell’epoca vichinga, dove battaglie e cospargimenti di sangue erano all’ordine del giorno.
Una cosa che salta subito all’occhio è la scelta del sesso del personaggio, dato che potremo scegliere tra maschio, femmina o addirittura non identificarsi in alcun sesso, sottolineando come le politiche di Ubisoft siano sempre più inclusive.
L’EPOPEA DI UN VICHINGO
Tornando all’avventura principale, ciò a cui ci troveremo di fronte è un’epopea che ci porterà dalla Norvegia all’Inghilterra passando per luoghi decisamente “meno terreni” e ricchi di fascino, il tutto spalmato su una mappa incredibilmente vasta e ricca di contenuti secondari.
Narrativamente parlando Assassin’s Creed: Valhalla mette in scena una storia suddivisa in Saghe, ognuna delle quali caratterizzata da un obiettivo principale diverso, donando varietà al tutto, mescolando alla perfezione personaggi, luoghi ed eventi storici davvero esistiti con elementi di fantasia: in questo Ubisoft si riconferma maestra, immergendoci nelle atmosfere di quell’epoca in modo magistrale.
A tal proposito grande cura è stata riposta nel delineare la cultura dei vichinghi, che a differenza di ciò che molti pensano non erano dei semplici barbari, ma erano caratterizzati da una gerarchia, un forte senso della famiglia ed una religione profonda e sfaccettata, tutti elementi che sono stati fedelmente trasposti portando l’immersione ad alti livelli.
Per portare a termine la storia principale saranno necessarie circa 40 ore, un quantitativo di tempo che a nostro parere poteva essere ridotto, visto che in alcuni momenti si avrà come la sensazione che la trama sia stata un po’ diluita, ma nel complesso ci troviamo di fronte ad una storia ben scritta e contornata da personaggi di spessore.
UN MONDO DI RICCHEZZE E BOTTINI
Come accennato in precedenza, Assassin’s Creed: Valhalla offre una mappa enorme e ricca di attività secondarie di ogni tipo, che porteranno la longevità del titolo ad un numero di ore molto elevato.
Tornano i luoghi di sincronizzazione dai quali ammirare il panorama, un buon numero di missioni secondarie che ci faranno incontrare npc talvolta bizzarri, bottini da depredare e misteri da scoprire.
Grande novità è rappresentata dalle razzie, con le quali deprederemo villaggi e monasteri insieme al nostro clan attraverso enfatizzanti battaglie ricche di personaggi a schermo.
Nel complesso esplorare il mondo di gioco è divertente ed appagante, grazie alla varietà di situazioni in cui incapperemo, attraverso degli scenari splendidi che aspettano solo di essere fotografati (la modalità foto fa il suo ritorno e saranno numerose le occasioni per utilizzarla) ed esplorati a fondo.
EIVOR ED IL SUO INSEDIAMENTO
Ma in che modo tutte le ricchezze ottenute verranno utilizzate? Beh, in due modi: per potenziare il nostro protagonista e per la novità assoluta di questo capitolo, ovvero l’insediamento.
Per quanto concerne Eivor, sarà possibile potenziarlo attraverso un sistema di equipaggiamento un po’ rivisto rispetto a quello di Odyssey, che puntava su un looting forsennato e pieno di armi ed armature; Valhalla si concentra invece su pochi pezzi di equipaggiamento che andranno però potenziati a dovere, permettendo al giocatore di portarsi dietro gli stessi abiti col quale ha iniziato il gioco, ma andando così a porre un grosso limite a quella che è la personalizzazione estetica.
Torna poi lo skill tree che in questo capitolo è più ricco e sfaccettato che mai, permettendo ad ogni giocatore di scegliere lo stile che più gli si addice, puntando ad esempio totalmente sulla forza bruta o prendendo la via dello stealth.
Riguardo allo stealth è bene specificare che ci sarà un’opzione che permetterà di uccidere qualsiasi nemico all’istante a prescindere dal suo livello, una scelta chiaramente indirizzata ai fan di vecchia data che però andrà a distruggere tutti i meccanismi legati al potenziamento delle abilità furtive.
L’insediamento si rivela invece una feature molto godibile senza risultare invasiva, nella quale potremo investire le nostre risorse per ampliarlo e potenziarlo sbloccando numerose funzioni: la stalla per gestire il cavallo, il fabbro, missioni secondarie e varie possibilità di personalizzazione.
Questo ci darà una spinta in più ad esplorare in lungo ed in largo, dandoci anche un hub centrale in cui fare ritorno per riposarsi e potenziarsi, senza obbligarci però a stargli eccessivamente dietro.
PAROLA D’ORDINE: COMBATTERE
Come ben sappiamo il popolo vichingo era un popolo di guerrieri alla continua ricerca di combattimenti e spargimenti di sangue, con la speranza ultima di morire in modo glorioso per raggiungere così il tanto agognato Valhalla.
I ragazzi di Ubisoft sono ben consapevoli della cosa ed hanno quindi riservato grande cura nel rifinire il combat system, prendendo quanto di buono fatto con i due titoli precedenti ma aggiungendo importanti modifiche.
Ad esempio è stato totalmente rivisto il sistema di cure, che ora poggerà le sue basi su un sistema di razioni da ricercare in giro per la mappa ben bilanciato che ci costringerà ad una maggior attenzione in battaglia.
A livello di equip il titolo si basa su un sistema di dual wielding, col quale sarà possibile creare combinazioni di vario tipo che cambieranno lo stile di gioco: si potrà optare per due asce veloci ed aggressive oppure mettere lo scudo come elemento primario favorendo uno stile difensivo.
In generale si può affermare che i combattimenti risultano soddisfacenti e divertenti, specie per quanto concerne gli scontri 1vs1 dove la tattica e lo studio dell’avversario saranno fondamentali; a minare in parte il tutto troviamo delle hit-box talvolta imprecise (mi è capitato di trapassare dei nemici con delle frecce) ed una intelligenza artificiale spesso deficitaria con nemici che rimangono immobili o si incastrano da qualche parte.
ANALISI TECNICA
Per quanto concerne l’aspetto grafico, Assassin’s Creed: Valhalla su old-gen non mostra grandi passi in avanti, sfoggiando comunque un’ottimo comparto visivo che dà il meglio di sé nell’esplorazione e nei panorami grazie ad un sistema d’illuminazione incredibile.
Purtroppo, almeno su PS4 Pro, il titolo è minato da una quantità di bug davvero elevata che in più di un’occasione è andata a rovinare l’esperienza di gioco.
Stiamo parlando di compenetrazioni, audio fuori sincrono, hit-box fallate, personaggi incastrati e non solo; come ciliegina sulla torta a tutto ciò troviamo delle animazioni facciali spesso insufficienti che in alcuni casi smorzano il senso di immersione.
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