Le volte che ho la possibilità di intervistare l’autore di un fumetto c’è sempre una domanda che presto o tardi devo fargli: come hai avuto questa idea? Sono i momenti in cui lo sceneggiatore si mette al suo tavolo da lavoro che mi intrigano, immaginare le idee che si rincorrono nella sua mente, l’ispirazione che prende forma. Ora, dopo avere letto Airboy non dovrei più fare quella domanda a James Robinson, che ha deciso di fregarmi in modo superbo, ideando un comic in cui racconta la genesi di un suo fumetto. Airboy è un viaggio nella vita e mente di Robinson, quasi una seduta da psicanalisi in cui noi siamo gli increduli terapisti e lui si mette a nudo (credetemi, letteralmente!). La trama del volume di saldaPress è tutto considerato semplice: James Robertson viene incaricato dalla Image di riportare in auge un personaggio della Golden Age dei comics americani, Airboy, e della sua ricerca dell’ispirazione (grazie, James, bruciami la domanda!) per iniziare a lavorare a questa rinascita.
UN AUTORE PROSSIMO AL FALLIMENTO CERCA IL RISCATTO RIANIMANDO IL MITO DI UN VECCHIO EROE DEI COMICS, MA COME REAGIRÀ AIRBOY?
Fin dalla prefazione, sono rimasto colpito dal tono di intimità che l’autore ha voluto instaurare con il lettore, facendolo sentire parte integrante della sua vita, senza nascondere nulla. Iniziare la sua narrazione sulla tazza del cesso, con una telefonata in cui traspare tutta la sua disperazione e il suo senso di inadeguatezza è l’ultima cosa che mi sarei aspettato, abituato a vedere sceneggiatori e disegnatori come creature lontane creatori di mondi. Sorpresa, questo sceneggiatore il suo mondo lo ha distrutto, tra alcol e droghe, con una futura ex moglie che sta cercando di aiutarlo un’ultima volta. Coinvolto in questa rinascita è anche Greg Hinkle, il disegnatore che Robinson vorrebbe per dare nuova linfa al dimenticato personaggio. Sin dal loro primo incontro, Hinkle capisce che si prospetta una dura collaborazione, complicata dalla vita sregolata di James, ma la fortuna vuole che arrivi un aiuto insperato, il duro sveglio dopo una notte di follie: l’arrivo di Airboy.
Il fumetto diventa metafumetto, con il personaggio che entra fisicamente nella vita dei due autori, quasi un visione della loro follia lisergica. Il contrasto tra la loro vita e quella legata al mondo retrò di Airboy diventa un modo con cui si confrontano le diverse mentalità, con una sottile critica sociale (Nite Owl direbbe “Che ne è stato del sogno americano?“), ma tutto mantenuto in un tono molto easy, con una massiccia presenza di ironia e dissacrante sarcasmo. Ma cosa accade se il personaggio si oppone a chi dovrebbe renderlo nuovamente vivo? Ecco che i due autori hanno una possibilità unica per comprendere il loro incarico, finendo nella vita di Airboy, nel suo mondo. Vedere come affrontare le grandi minacce dell’eroe a fumetti sembra illuminare Robinson, come se l’adrenalina di essere un uomo temerario gli dia quella spinta necessaria per uscire dal tunnel dell’autodistruzione per riemergere. Ci riuscirà? Beh, scopritelo da voi, posso mica svelarvi tutto no?
Airboy è una visione psichedelica dell’ammissione di colpa di Robinson, il miglior modo per raccontare la propria caduta. Non è un caso se l’unico tocco di colore vero e realistico del volume è Airboy (al secolo David Nelson) quasi a rappresentare il mondo reale che si insinua nella delirante visione di sé che ha Robinson. Anche nel momento in cui i due artisti si ritrovano nella realtà di Airboy, tutto il mondo ha i giusti colori, mentre loro due mantengono la colorazione verdognola, malata; il mondo di Robinson è reso con colori violenti, come il tipo di vita che conduce, che lui stesso racconta da due diversi punti di vista, sempre suoi, come se il vecchio James cercasse di spiegarsi e resistere alle critiche del James che vuole rinascere, raffigurato con il viso di Airboy. Non mancano l’ironia, a tratti cinico sarcasmo, che emerge anche nelle scene più ridicole e caricaturali, ma il sottotesto è sempre lo stesso: Airboy è un supereroe, e salva Robinson da sè stesso.
Greg Hinkle si occupa dei disegni, con uno stile molto peculiare, dettagliato ma non iperrealistico, quasi deformato in alcuni casi, ma sempre in grado di dare una precisa connotazione alla trama di Robinson, ma soprattutto lontanissimo dall’idea delle matita che ci immagineremmo per un albo di supereroi, ma più che adatto per una tragicomica storia di rinascita.
Airboy è una piacevole sorpresa, ingannevole eppure riesce a mostrarsi come una storia umana in cui il supereroe è solo marginale, metafora del coraggio necessario a combattere i nostri errori; Robinson parte come un perdente, ma pagina dopo pagina ha la forza di ripartire, di andare oltre sé stesso. SaldaPress sceglie di sfidarci con questo volume, offrendoci una lettura che non sia il solito comics, ma che ci mostra il lato sconosciuto, quello vero e umano di chi lavora dietro i personaggi dei nostri fumetti. Ed è un’esperienza da fare assolutamente!