Quando parlo di elementi importanti di un film, spesso mi riferisco alla colonna sonora, in quanto permette, in base alla sua realizzazione, un’immersione più o meno strutturata nella narrativa. Se dico “la classica colonna sonora” sicuramente non mi riferisco a Guardiani della Galassia. Un connubio di musiche anni 80/90 che ci permettono di vivere momenti intensi, dinamici, importanti e, soprattutto comici. Si, Guardiani della Galassia vol 3, film distribuito da The Walt Disney Company Italia, prodotto da Marvel Studios e che vede alla regia sempre James Gunn, ci vuole far battere i piedi a tempo di musica sulle poltrone cinematografiche.
Trama
Peter Quill – Chris Pratt – non sta affrontando di buon grado quanto successo a Gamora – Zoe Saldana – rifugiandosi nell’alcool e, di fatto, destabilizzando il gruppo. Quanto spoilerato dalle scene post credit del vol 2, la generazione di Adam Warlock – Will Poulter – da parte di Ayesha, sarà proprio la causa scatenante della trama della pellicola, trasformandosi da chiusura fuori dalla narrativa ad origine della trama. Si, proprio qui l’amatissimo Rocket viene colpito a morte da Adam, inviato dall’Alto Evoluzionario, bramoso di possedere il procione antropomorfo per eccellenza. La missione, dunque, sarà proprio quella di salvare il “secondo miglior amico” (cit) di Star Lord, iniziando un’avventura alla ricerca di una password che potesse sbloccare un meccanismo di protezione, causa della mancata possibilità di curare il procione.
Costruzione
Il lungometraggio si basa sulla contrapposizione emozionale, musicale e di atmosfera in cui veniamo immersi, partendo da una scena complessivamente malinconica per arrivare poi a una situazione in definitiva gioiosa, musicalmente coinvolgente e movimentata, oltre che molto emotiva. La presentazione della trama avviene fin dai primi istanti, senza girarci troppo intorno e facendo, effettivamente, riprendere piuttosto rapidamente il capitano dei Guardiani. La sua repentina ripresa fisica e il rapido e brutale ferimento di Rocket vogliono da subito buttarci nel vivo della storia. Vivace e simpatica, anche se piuttosto semplice e prevedibile, questa riesce a coinvolgere emotivamente tutti i Guardiani. La scelta di improntare la narrativa da un punto di vista per lo più comico rischia, in alcune scene, di banalizzare la situazione e di non fornire una certa solennità ad alcuni contesti. Tuttavia, Guardiani della Galassia Vol 3 risulta essere un film veramente simpatico e divertente, tendenzialmente allegro e ben costruito. Coerentemente, questo lato e in quello della musica ben si contrastano alla serietà delle riprese per lo più computerizzate, un po’ come quel contrasto tra dolce e salato che accende le papille gustative.
Quanto però fa più effetto è il ruolo conferito a Rocket, simbolo della squadra. Il procione, mi raccomando non lo chiamate tasso che si in@#[za, verrà messo al centro della storia, tanto in maniera passiva quanto attiva. Questo contrasto concettuale viene intelligentemente fornito dai flashback che ci descrivono, a discapito delle volontà di Rocket, il passato dello stesso. Un passato, davvero arduo, che fa avvicinare lo spettatore alla figura antropomorfa e sottolineando la brutalità del villain, l’Alto Evoluzionario – Chukwudi Iwuji – che tutto crea e tutto distrugge, permettendo di architettare la storia come un cerchio che si conclude nel modo che più ci si poteva aspettare.
Rocket, che si trova sdraiato su un letto in fin di vita, risulta, tuttavia, essere sempre presente, come un velo che viene costantemente mosso alle spalle di tutti i protagonisti. La serietà e la drammaticità di questa situazione vengono, però, quasi del tutto annullate dalla costante comicità dei Guardiani.
Personaggi
Analogamente, vengono sviluppate le crescite emotive, psicologiche e di legame dei membri della squadra, tirando fuori da tutti, come sempre, l’utile e il dilettevole. Dall’ex distruttore Drax – Dave Bautista – alla fredda ma sempre presente Nebula – Karen Gillan – da Star Lord a Cosmo, riusciamo a vivere il ruolo, chi più, chi meno, che hanno nell’effettiva costruzione della storia. Insomma, tutti coloro che sono Guardiani della Galassia verranno messi al centro della storia. Tutto il cast, di alto livello e dai volti, ormai, più che noti, riesce ad avvolgere lo spettatore dentro la storia e in un’ambientazione che tende, come sempre, alla simpatia, senza mai cadere nel banale e nello scontato.
Colonna sonora
La colonna sonora è meravigliosa. Non si dovrebbe dire così, in quanto non è un’analisi, bensì un mero pensiero soggettivo, però lo sottoscrivo, perché mi ha davvero, costantemente, travolto durante lo svilupparsi della pellicola. Un plauso particolare, e sentito, va quindi a John Murphy che si è occupato delle musiche della pellicola, riuscendo a inserire canzoni di diversi periodi storici in diverse scene, accompagnando la crescita della narrativa e del gruppo. Tale accompagnamento viene garantito dall’inserimento di testi anni 80, per poi arrivare a quelli degli anni 2000. Insomma, un’azzeccatissima scelta che incalza costantemente e coerentemente le singole scene, i personaggi e il film tutto.
Come al solito, arriva alla conclusione? Tocca vederlo?
Si, senza dubbio, per il mio pensiero, è un film che vale la pena vedere. 150 minuti divertenti, dinamici e anche toccanti, che ci faranno ballare sulle poltrone, andando contro il detto che dice come i terzi film di una saga facciano quasi sempre schifo. Qui ovviamente no, e dal 3 maggio 2023 potremo vederlo nelle sale italiane con popcorn e bevande, fino alla fine fine… comprendente di due scene post-credit!