La terza e ultima stagione di Suburra – la serie, il crime thriller italiano originale Netflix prodotto da Cattleya – parte di ITV Studios – in associazione con Bartlebyfilm sarà disponibile dal 30 ottobre in oltre 190 paesi nel mondo.
Lanciata nel 2017 e concepita sin dal principio per raccontare la profana trinità – Chiesa, Stato, Crimine -nell’arco di tre stagioni, la prima serie originale italiana Netflix giunge ora al suo atto finale.
Se la prima stagione ruotava attorno al Vaticano e all’acquisizione dei terreni di Ostia per la costruzione di un porto e la seconda stagione era incentrata sulla competizione per il potere politico sulla città con
l’elezione di un nuovo sindaco, l’epilogo avrà come unico palcoscenico le strade di Roma, dove prenderanno vita nuove e inaspettate alleanze in una battaglia ricca di colpi di scena per determinare chi alla fine siederà sul trono di Roma.
Tornano i protagonisti delle prime due stagioni: Aureliano (Alessandro Borghi), Spadino (Giacomo Ferrara), Amedeo Cinaglia (Filippo Nigro), Samurai (Francesco Acquaroli), Manfredi Anacleti (Adamo Dionisi), Sara Monaschi (Claudia Gerini), Angelica (Carlotta Antonelli), Nadia (Federica Sabatini), Alice Cinaglia (Rosa Diletta Rossi), Adelaide Anacleti (Paola Sotgiu), Cardinale Fiorenzo Nascari (Alberto Cracco) e Adriano (Jacopo Venturiero).
La regia di questa terza stagione è di Arnaldo Catinari, lo story editing di Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini, la sceneggiatura di Ezio Abbate, Fabrizio Bettelli, Andrea Nobile, Camilla Buizza e Marco Sani.
Sinossi
Dopo il tragico suicidio di Lele, incapace di convivere con il senso di colpa generato dai crimini commessi, e l’inaspettato risveglio dal coma di Manfredi, capo del clan Anacleti, gli equilibri di potere tra tutti i personaggi sono di nuovo messi in discussione. La terza stagione si sposta tra le strade e i vicoli di Roma e provincia per raccontare ancora più da vicino il mondo del Crimine.
Con l’elezione del nuovo sindaco diRoma e l’ascesa in Campidoglio di Cinaglia, la Suburra si mette di nuovo in moto. Il mondo “di sopra” e
quello “di sotto” dovranno venire a patti per spartirsi il più grande affare del nuovo millennio: il Giubileo. Aureliano e Spadino sono pronti a sfidare di nuovo Samurai e reclamare il trono della Città Eterna. Chi
vincerà la battaglia all’ultimo sangue per ottenere il potere sulla città?
Curiosità dal set
Le riprese del capitolo finale di Suburra – la serie, sono durate poco meno di 3 mesi, in oltre 60 location, spaziando tra i luoghi iconici di Roma, le periferie e il litorale romano.
Tra i luoghi che hanno ospitato il set: Palazzo Patrizi, Piazza del Campidoglio, il Colosseo, Via della Conciliazione, Via Giulia e il Colosseo Quadrato, ma anche Fiumicino, il Porto Turistico di Roma e le spiagge di
Ostia e Fregene.
Le comparse hanno superato le 1800 unità, i veicoli coinvolti sono stati più di 400 e la troupe era in media composta da 120 persone; le presenze degli stunt, compreso il loro coordinatore, sono state oltre 250.
In questa stagione sono presenti alcune scene che raccontano l’infanzia dei protagonisti: Rocco Angelucci ha interpretato un giovane Samurai, Alessandro Sposi debutta in Suburra nei panni di Amedeo Cinaglia da ragazzo, Nicholas Salvatori è Spadino mentre Antonio Orlando veste i panni
di Manfredi a vent’anni.
Nell’episodio 3 Adamo Dionisi canta “La ballata di Manfredi”. Il brano è stato scritto per l’occasione da suo figlio Cristiano Dionisi insieme a Vanessa Cremaschi.
Durante la videoconferenza che si è tenuta oggi, 26 ottobre, sono emerse alcune curiosità emtoive e personali da parte del cast che ha partecipato alla produzione di Suburra, tra produttori, attori, sceneggiatori e regista.
Cinque anni di lavoro hanno inciso e fatto maturare le persone che hanno partecipato alla prdouzione della prima serie italiana presente su Netflix (190 paesi) facendoli crescere non solo a livello di esperienze lavorative, ma anche a livello umano. Infatti ad ogni attore, regista e produttore a cui è stata rivolta la domanda “Cosa ti mancherà di Suburra? cosa vi ha lasciato questa serie?” la risposta è stata semplice e diretta: i legami. Forse è proprio questo il segreto di una grande serie, è proprio questo forse, l’ingrediente più incisivo, quello, ed ovviamente il talento di chi sta davanti e dietro la telecamera.
La grande intelligenza ed umanità delle persone coinvolte in questa produzione è emersa anche durante questa conferenza, con discorsi sulla situazione attuale italiana, sul modo in cui Roma ha vissuto e sta vivendo questo periodo difficile, compresa la chiusura dei teatri ed ovviamente dei cinema, che hanno trascinato gli attori in un periodo strano e complicato visto e consideratoo che questi ultimi lavorano per film che non si sanno se e quando usciranno, lavorando per un pubblico buio che vacilla nei dubbi e nelle domande proprio come chiunque in questo momento difficile.
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