Gideon Falls prosegue la sua discesa nell’orrore e nella follia attraverso un terzo volume che preme sull’acceleratore, sostenuto da un comparto visivo sontuoso. Ma dove eravamo rimasti?
Il finale del secondo volume ci aveva lasciati in balia della confusione al pari di Padre Fred, sconvolto da una rivelazione legata ai piani dimensionali ma determinato a catturare l’essere che si cela nel Fienile Nero.
Jeff Lemire e Andrea Sorrentino danno una sferzata alla narrazione gettando il prete in una spirale di follia e orrore che lo porterà a viaggiare in lungo ed in largo attraverso varie dimensioni ed epoche. Sì poiché con questo volume diventa chiaro come “Colui che sorride nel buio” è un’essere poliedrico e onnipresente, conosciuto in tutti i luoghi e le dimensioni, che sia il Far West o la città Steampunk. Il ritmo della narrazione si rivela quindi ben più alto rispetto ai precedenti numeri, caratterizzato da pochi ma efficaci dialoghi e sostenuto da un comparto visivo incredibile, che alza l’asticella della qualità e ci catapulta da una tavola all’altra allo stesso modo in cui il protagonista viene catapultato da una dimensione all’altra. Andrea Sorrentino si conferma una garanzia e imbastisce il volume di splash page impattanti che fungono anche da strumento per raccontare la storia, il tutto contornato dagli ottimi colori di Dave Stewart.
Gideon Falls 3 si rivela quindi un volume di transizione che continua ad aggiungere pezzi ad un puzzle sempre più definito ma ancora discretamente lontano dall’essere completo, che soddisfa il lettore man mano che riesce ad avere un quadro sempre più chiaro di ciò che accade. Jeff Lemire va quindi ad imbastire quella che sarebbe una classica lotta fra bene e male, rappresentata rispettivamente dal clero e dalla creatura del Fienile Nero, dove però i classicismi del genere vengono messi da parte in favore di una narrazione caotica e intrisa di momenti mindfuck.