Messiah – la recensione della serie TV Netflix (prima stagione)

29 Gen 2020

E se Gesù Cristo tornasse sulla Terra oggi? Unirebbe le masse o causerebbe il caos di massa in tutto il mondo? Probabilmente possiamo tutti dire la nostra sui modi in cui un moderno messia verrebbe trattato nell’era dei social media, fake news e altro, ma perché preoccuparsi quando Netflix lo sta facendo per noi?

Messiah è una serie tv creata da Michael Petroni (The Book Thief). Questa serie che possiamo vedere su Netflix, sta accumulando una buona dose di pareri contrastanti, il che è ciò che accade quando mescoli insieme ebraismo, islam e cristianesimo e ci aggiungi un Messia.

La gente gli dà un nome: Al-Masih, che si traduce in “Messia” in arabo. È il vero figlio di Dio, o un terrorista intenzionato a scatenare l’anarchia in tutto il mondo? Questa è la grande domanda che guida il pubblico attraverso ciascuno dei 10 episodi che compongono la prima stagione di Messiah. Invece di fornire qualsiasi prova concreta reale che lo identifichi come il Messia o un truffatore epico, la storia si articola su più livelli che esplorano il bisogno intrinseco di connessione dell’umanità e l’estrema polarizzazione che può venire dall’isolamento.

Durante questa prima stagione, ci vengono presentati diversi personaggi, tutti prodotti della loro stessa forma di isolamento; tutti loro, hanno bisogno di connessione. In apparenza, Eva Geller (Michelle Monaghan) potrebbe apparire come un funzionario governativo eccessivamente dedicato, ma uno sguardo al suo background ci dà una comprensione più chiara di ciò che la sta guidando: il dolore persistente riguardo il defunto marito e i molteplici aborti avuti. Il dolore profondo di solito ha un legame diretto con il modo in cui chiunque vede il mondo. La risposta di Eva a questo stimolo è di immergersi profondamente nel suo lavoro che finisce per portarla in Israele. Ma invece di rintracciare Al-Masih, si trova faccia a faccia con un ufficiale dell’intelligence israeliana di nome Avrim (Tomer Sisley) anche lui alla ricerca dell’uomo misterioso, ma per diversi motivi.

messiah-netflix recensione

Nell’episodio di apertura, Al-Masih guida un gruppo di rifugiati siriani attraverso il deserto fino al confine Israele / Palestina. Naturalmente, questo è visto come un atto di provocazione e Israele manda Avrim a rintracciare il leader del gruppo, che viene preso in custodia. Avrim interroga i sospetti in luoghi sconosciuti, usando metodi estremi per estrarre le informazioni che cerca. È torturato da queste azioni, incluso l’omicidio vendicativo di un giovane ragazzo, che ha ucciso per il fatto che il padre era un terrorista che in passato ha ucciso sua madre e suo fratello in un attacco terroristico. Questo è il suo tragico retroscena e lo affronta quotidianamente attraverso abbondanti quantità di alcol e violenza. Ma quando Avrim incontra Al-Masih, si trova di fronte a un uomo stranamente calmo che sembra avere tutte le risposte. Quando il suo prigioniero sfugge inspiegabilmente alla custodia, questa particolare figura del Messia diventa anche la “balena bianca” di Avrim. Eva e Avrim sono collegati attraverso il loro scetticismo e le vite isolate auto-imposte. Entrambi continuano a indossare le fedi nuziali anche se la loro vita familiare è morta. Mentre le indagini sulla vera identità di Al-Masih continuano episodio dopo episodio.

Tra questi due scettici si inserisce un predicatore del Texas di nome Felix Iguero (John Ortiz). Quando un tornado minaccia la sua piccola città, Felix e la sua famiglia assistono a ciò che credono essere un miracolo vedendo Al-Masih che fronteggia la tempesta distruttiva, imperterrito. Una volta finita la tempesta, la chiesa di Felix è l’unico edificio rimasto in piedi della città, fatto che porta l’uomo a riabbracciare la sua fede in Dio. Più i video dell’uomo misterioso diventano virali tramite i social media, portando a un’amplificata copertura delle notizie, più Felix viene catapultato sotto i riflettori. Quando il predicatore del Texas guadagna questa celebrità istantanea, viene messo in un dubbio morale dove deve scegliere tra fede e denaro, raffigurato abbastanza bene nella sua relazione travagliata con suo suocero, il predicatore superstar Edmund DeGuilles (Beau Bridges).

La narrazione delle diverse storie si intrecciano senza soluzione di continuità, sia che si tratti della famiglia di Felix che guida la loro santa carovana attraverso il paese verso Washington DC o del tragico dispiegarsi dell’amicizia palestinese dei rifugiati Jibril (Sayyid El Alami) e Samir (Farès Landoulsi).

Naturalmente, quando religione e isolamento vengono messi insieme, l’estremismo prolifera e Messiah non rifugge da quello. Le implicazioni positive e negative, e le inevitabili reazioni, stupefacenti o violente che possono derivare dall’introduzione di una possibile seconda venuta di Gesù sono profonde e prevedibili.


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Al-Masih e la sua santa carovana alla fine arrivarono nella capitale della nazione. Ed è qui che la storia inizia a vacillare un po’, con l’introduzione di Dermot Mulroney come presidente degli Stati Uniti. La sua inclusione nella storia sembra affrettata, e forse non è nemmeno necessaria, poiché tutte le sue scene sembrano superflue. C’è un momento in cui Al-Masih viene rapito, solo per ritrovarsi in un posto segreto faccia a faccia con il presidente, in modo che possano fare una chiacchierata fuori dagli schemi. Un punto della trama come questo probabilmente avrebbe funzionato sul piccolo schermo un decennio fa.

Avviso spoiler per i paragrafi seguenti.

Gli ultimi momenti della stagione rivelano la vera identità iraniana di Al-Masih al mondo. Un ragazzo orfano, cresciuto da uno zio che di mestiere faceva il mago. Queste rivelazioni sconvolgono il mondo. Le certezze di Felix si sgretolano attorno a lui e alla sua famiglia; L’indagine di Eva si interrompe, portandola ad affrontare la sua triste esistenza. Ma dall’altra parte del mondo, Al-Masih è ancora visto come santo. A seguito di un accordo segreto stipulato tra la Casa Bianca e il governo israeliano, l’aereo che trasportava Avrim e il suo prigioniero si schianta al suolo. Un ragazzo accorso sul luogo dell’incidente svela all’ufficiale dell’intelligence israeliana di averlo visto morto poco prima e che era stato resuscitato da Al-Masih.

Questo ci riporta all’inizio: quest’uomo è la seconda venuta di Gesù, un criminale o è qualcos’altro? Speriamo che nella seconda stagione arrivino tutte le risposte che stiamo aspettando.

CONCLUSIONI: Messiah è una serie molto intrigante, costruita bene con pochi punti deboli. Mette tanta carne al fuoco ma non da risposte. Il mio giudizio resta in sospeso, gli do 7 sulla fiducia. se nella seconda stagione daranno risposte convincenti potrebbe rivelarsi una di quelle Serie TV che lasceranno il segno. In caso contrario, allungare il brodo potrebbe portare ad una cocente delusione." 

VOTO FINALE: 7

SCHEDA SERIE TV

  • DATA RILASCIO: Gennaio 2020
  • GENERE: Drammatico/Thriller
  • IDEATORE: Michael Petroni
  • NETWORK: Netflix
  • STAGIONE: 1
  • EPISODI: 10
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