MEDIEVIL, BENTORNATI A GALLOWMERE
Dopo il successo dei remake dedicati a Crash e Spyro, torna sul mercato con una veste grafica rinnovata anche MediEvil, storico titolo PS1 del quale molti fan bramavano un ritorno in pompa magna; ma com’è stato tornare a Gallowmere?
CHI NON MUORE SI RIVEDE
La trama di MediEvil è indubbiamente semplice e figlia dei suoi tempi: il protagonista è Sir Daniel Fortesque, un eroico cavaliere che nella battaglia per difendere il re dall’attacco di Zarok perde la vita, riuscendo però a respingere il nemico; nonostante ciò, cento anni dopo il villain fa il suo ritorno e nel resuscitare un esercito di zombie finisce per resuscitare anche Sir Daniel che dovrà fermarlo una volta per tutte.
Come potrete immaginare non sarà la trama ciò che vi spingerà a proseguire nel corso dell’avventura, ma fortunatamente a compensare una storia semplice troviamo dei personaggi affascinanti, a partire dal protagonista (che può solo mugugnare) passando per i gargoyle dispensatori di consigli fino ad arrivare agli eroi, che nella sala a loro dedicata ci premieranno con armi e ricompense varie.
Per ottenere le ricompense nella sala degli eroi dovremo riempire il calice presente in ciascuno dei livelli del gioco, e per farlo sarà richiesto di uccidere quasi tutti i nemici; attenzione però, poiché il level-design vi richiederà spesso una ricerca di questi meticolosa, dato che i segreti non mancano e sono ben nascosti.
Dunque, cosa dovrebbe spingervi a tornare a Gallowmere? Innanzitutto, è evidente che l‘operazione di remake sia dedicata principalmente ai nostalgici che giocarono il titolo originale, considerato che dal punto di vista delle meccaniche e del gameplay MediEvil non è invecchiato troppo bene, a causa soprattutto di un combat-system rozzo ed impreciso, ma non per questo incapace di saper divertire.
Sì perché a compensare le hit-box imprecise ed una semplicità generale troviamo un gran numero di armi e nemici che riescono a donare una sana dose di varietà, che difficilmente attirerà nuovi utenti ma che indubbiamente farà sentire a casa chi giocò il titolo ai tempi dell’uscita.
GALLOWMERE 20 ANNI DOPO
Andiamo ora ad analizzare quello che è l’aspetto più importante di ogni remake che si rispetti: il comparto grafico.
Il lavoro svolto dai ragazzi di Other Ocean denota come ci abbiano messo passione e siano riusciti nel rispettare il materiale originale, senza stravolgere il design dei personaggi e dei luoghi riuscendo così a preservare quella magia che rende il capitolo originale intriso di un‘atmosfera unica, che strizza l’occhio a Nightmare Before Christmas e bilancia l’ironia con l’horror.
Graficamente parlando il titolo si attesta su buoni livelli, con texture dignitose ed una pulizia dell’immagine ottima, peccato che invece sul fronte del framerate il titolo spesso zoppichi, con qualche calo più vistoso in specifici livelli di gioco.
Il problema più grande in cui ci siamo imbattuti è indubbiamente la telecamera, che per quanto gli sviluppatori abbiano cercato di migliorarla risulta spesso difficile da gestire, finendo per incastrarsi nelle texture impedendoci di vedere i nemici o gli ostacoli da affrontare.