“L’orrore ignoto e cosmico delle pagine di H.P. Lovecraft tradotto dallo stile meticoloso ed evocativo di Michele Penco.
Un artista vittima di un incubo senza fine, un villaggio che si popola di creature mostruose, una macabra verità che si cela dietro alla realizzazione di un dipinto, un uomo errante ossessionato da una figura che gli appare in sogno: quattro storie originali, ispirate ai racconti del solitario di Providence, accompagneranno il lettore in un viaggio ai confini del sogno: una dimensione oscura e indefinibile, entrata nelle mente e nelle mani dell’autore, quasi a guidarne la penna sul foglio.”
Così si apre la presentazione di Incubi, volume disegnato da Michele Penco, sul sito della NPE, meglio conosciuta come Nicola Pesce Editore.
Dopo già varie recensioni a tema Lovecraft, come l’Antro dell’orrore, Call of Cthulhu ed anche una analisi sugli easter eggs presenti in Aquaman, Nerdgate vi presenta una nuova lettura appassionante attorno al mondo dello scrittore di Providence.
Il volume in questione, Incubi, presenta quattro storie originali, ambientate nello stesso universo dei grandi antichi:
- L’autoritratto, una storia storia quasi muta che ruota attorno ad un pittore;
- La città sull’oceano, un racconto investigativo dentro ad una città che ricorda molto questa fotografata;
- Il modello, una storia che ci insegna a non gettarci alla cieca nelle case altrui;
- L’essere del sogno, che strizza l’occhio al ciclo dei sogni.
Incubi, che è diviso in due storie brevi e due storie lunghe, ha due pregi ben definiti: dei disegni a matita, delicati ed eleganti, che si sposano in maniera brillante e funzionale con la storia presentata, una storia, che sappiamo, essere oscura, pericolosa e misteriosa.
Chiunque abbia un minimo di connessione con il concetto di terrore cosmico, non potrà che apprezzare questo lavoro, che mostra nuovamente l’attenzione verso la qualità della NPE verso i propri lavori.
Un secondo pregio di Incubi, è che lo si può apprezzare appieno anche senza conoscere necessariamente il concetto di orrore cosmico – scoperto per la prima volta ne I Miti di Cthulhu.L’opera in questione riesce a suscitare l’orrore, non come i libri ovviamente, ma riesce lo stesso nel suo intento: aumentare la suggestione durante la lettura, tramite elementi soprannaturali, creature deformi/marine, ed un sentimento blu di malinconia e tristezza, che viene enfatizzato dallo stile meticoloso di Michele Penco.