Ormai alcuni nomi nel mondo del fumetto sono letteralmente dei capisaldi, ed uno di questi è Hickman, ormai una pietra miliare della Marvel odierna.
Non serve fare chissà quanti preamboli per Jonathan Hickam, perché il nome è già un programma, basta solo conoscere la sua grandissima run sui Fantastici quattro, per avere della basi su questo scrittore.
Accompagnato dai disegni di Dustin Weaver, conosciuto per le sue storie sul guanto dell’infinito, le tartarughe ninja e gli Avengers, il duo ci porta una storia fuori dai normali schemi della Marvel, portandoci uno shield agli antipodi, con qualche collegamento al mondo marvel – il logo stesso dello Shield, e qualche genitore di eroi famosi dei giorni nostri del quale non faremo nomi, che si scontra con Isaac Newton, Leonardo da Vinci e Galileo Galilei.
Questo lavoro ha un grande pregio, se si ama Hickman: si tratta di una storia dal sapore epico, in cui Hickman si diverte a portare molti italiani famosi, come quelli citati qui sopra, tutti intelletti superiori. Ed è questo che potrebbe essere anche un difetto, nel caso in cui non si ami molto il lavoro di Hickman: è una storia in cui ognuno è un Reed Richards, dove ogni personaggio inserito si presenta in maniera prepotente con la propria verità e la propria filosofia. Questo per qualcuno potrebbe esser addirittura negativo, perché si troveranno alcune parti, prolisse, di ragionamenti e di motivazioni scientifiche inventate, sulle quali l’attenzione potrebbe vacillare.
Il volume, sotto una certa chiave di lettura, strizza l’occhio anche a letture di un certo pregio come Watchmen di Alan Moore, ma anche qui lo scrivente non può esporsi, per evitare il rischio spoiler. Basti sapere solo dell’esistenza di un personaggio, neutrale, che è onnipresente e quasi onnisciente. Ed è illuminato, di giallo, non di azzurro.In definitiva, questo volume, dai toni enfatici e filosofici, verrà sicuramente amato da chi ama le avventure del quartetto fantastico, mentre chi non mastica le storie in cui le menti eccelse la fanno da padrona, potrebbe trovarlo ostico e non capirlo.
Ma oltre ai gusti personali, questo volume, ambientato nel 1950, a Roma, raccoglie talmente tante chicche ed ester eggs, che verrà amato da qualsiasi amante della marvel.